«Credo che già questa settimana definiremo il cronoprogramma per le riaperture. Perché dobbiamo procedere. Con cautela, per evitare di commettere errori e dover richiudere, ma man mano che il tasso di contagi diminuisce e le vaccinazione coprono i più fragili dobbiamo riaprire. A breve il Cts inserirà proprio il dato sulle vaccinazioni tra i criteri di valutazione per il passaggio delle regioni da un colore all’altro».
La ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini a Repubblica annuncia l’arrivo di un calendario per le settimane in avanti, indicando maggio come mese chiave per le riaperture. Ora, spiega la ministra di Forza Italia, «ci sono tutte le condizioni per liberare il Paese da questa morsa».
A giorni «sarà convocata la cabina di regia per definire le riaperture. Un cronoprogramma credo che lo avremo già in settimana. I ministeri stanno lavorando ciascuno sui propri protocolli di sicurezza. È allo studio anche il pass vaccinale, per il quale attendiamo entro giugno una disciplina europea».
La data indicata da Salvini per le riaperture, il 20 aprile, sembra slittare in avanti. «Aprile è stato il mese della grande svolta con la riapertura delle scuole, almeno fino alle prime medie, e dei concorsi pubblici», dice la ministra. «Stiamo pianificando il via alle fiere, ai grandi eventi internazionali. Lavoriamo al Salone del mobile, ormai in programma a Milano dal 5 al 10 settembre».
Ma da maggio qualcosa cambierà: «Si va verso una rapida apertura degli esercizi commerciali. Col passaggio in zona gialla di molte realtà, se il tasso di contagio e quello di vaccinazioni lo consentiranno, potrebbero riaprire ristoranti con tavoli esterni e bar, almeno a pranzo. E, sempre rispettando i protocolli di sicurezza, anche piscine e palestre». Per i ristoranti aperti la sera, invece, «attendiamo ancora le prossime settimane»
E la data del 2 giugno, suggerita dal ministro del Turismo Garavaglia? «Potrebbe essere la data per le aperture generalizzate, ma non mi va di fare promesse campate in aria. Guardiamo prima i dati». L’esempio è la Gran Bretagna, spiega, «che ha aperto pur avendo vaccinato con due dosi solo il 10 per cento della popolazione. La strategia può essere quella: riaprire mentre si mette in sicurezza. Siamo nelle condizioni di farlo anche noi».
Eppure lo stop al vaccino J&J negli Usa, l’unico monodose, sembra essere una doccia gelata. «No, perché l’impatto non è determinante nel breve e medio periodo», dice Gelmini. «Diciamo che è un problema soprattutto per gli Stati Uniti. Noi ci affideremo anche in questo caso alle valutazioni di Ema e Aifa. Ma ho sentito il generale Figliuolo e sembra che i casi problematici siano ancor meno significativi rispetto a quelli che hanno bloccato per poco AstraZeneca. Ci atterremo alle indicazioni, ma il piano vaccinale va sicuramente avanti». E «il momentaneo stop, se dovesse esserci, pesa relativamente nell’immediato», assicura.
Resta il problema delle regioni, e in particolare il caso Campania. «Le regioni stanno seguendo le indicazioni del governo. C’è una collaborazione proficua tra le amministrazioni e il commissario, il generale Figliuolo», sorvola la ministra. «Deve essere chiaro che nessuno si salva da solo. Lo sa anche il governatore De Luca, che si è impegnato ad adeguarsi alle priorità fissate dal governo, per altro su richiesta delle regioni. La competizione tra loro è legittima ma i cittadini italiani sono tutti uguali».
Ecco perché anche l’idea delle isole Covid free, che già ha generato polemiche, pare essere esclusa: «L’obiettivo è accelerare, coprire entro giugno tutti gli over 70 e le categorie più fragili per avere non isole, ma l’intera Penisola Covid free. Solo così l’Italia intera potrà riaprire, nel rispetto delle regole. Se non commettiamo errori, salviamo la stagione estiva».
Le piazze però restano calde e chiedono altri ristori. «Avevamo votato uno scostamento da 32 miliardi per far fronte alle chiusure di fine anno. Poi è arrivata la terza ondata. Nel cdm di oggi ci sarà un ulteriore scostamento di dimensioni più ampie per coprire i danni economici e risarcire le attività più colpite: ristoranti, bar, palestre», promette la ministra.