Questa estate sarà diversa, «migliore». E «Ci potremo consentire molte più libertà», a patto di mantenere alcune precauzioni, come le mascherine. Lo dice a Repubblica il ministro della Salute Roberto Speranza, ma senza scommettere sulle aperture anticipate di aprile né sul fatto che a maggio si tornerà alle zone gialle. E sui vaccini indica due novità. La prima è il richiamo di Pfizer e Moderna a 42 giorni, non più a 21 e 28. La seconda è la possibilità per gli over 60 di presentarsi davanti agli hub vaccinali per farsi immunizzare con AstraZeneca senza prenotazione, con le dosi eccedenti della giornata.
Quanto ai numeri troppo bassi delle somministrazioni italiane rispetto agli altri Paesi europei, dice: «Il confronto con l’Inghilterra non ha senso. Sono partiti molto prima e hanno più dosi. Con gli altri tre Paesi, invece, siamo allineati: tutti poco sopra le 21 somministrazioni su cento abitanti. Noi, con una media di 310mila al giorno negli ultimi tre giorni, siamo in crescita». Però ammette che Francia e Spagna «hanno avuto dei picchi molto alti negli ultimi giorni. Per tutti, però, il collo di bottiglia è nella disponibilità di dosi. E quindi, con dieci milioni di vaccini in trenta giorni si può anche toccare un picco, ma poi si rallenta. E questo vale per tutti».
Ma «i numeri sono sempre più incoraggianti. E noi dobbiamo accelerare ancora, questo è chiaro. Il lavoro di Figliuolo va in questa direzione. In questo trimestre attendiamo 50 milioni di vaccini. E 7,3 milioni di Johnson & Johnson». Quest’ultimo – spiega – «è un vaccino importante. Questa settimana arriveranno le prime dosi. Saranno 4-500 mila ad aprile. E 7,3 milioni nel trimestre al momento sono confermate». Su AstraZeneca invece, mentre in Francia aprono all’utilizzo tra i 55 e i 60 anni, resta la stessa raccomandazione di farlo sopra i 60.
Su Pfizer e Moderna, invece, «Aifa ha già espresso un parere in cui dà la possibilità di una seconda dose al 42esimo giorno. Si recuperano due o tre settimane e può essere utile in questa fase. È un passo avanti. Anche se ribadisco che la vera svolta è avere più vaccini: avere 50 milioni permetterà la vera accelerazione».
Un altro modo per correre è quello che deciso la Puglia: permettere agli over 60 di presentarsi allo sportello senza prenotazione e vaccinarsi a fine giornata, se avanzano dosi di AstraZeneca. «Ora la priorità sono le persone sopra gli 80 anni e poi quelli tra 70 e 80», dice Speranza. «Tra qualche settimana sarà così».
Con la circolare di Figliuolo, ora, sono cambiati i criteri del piano. Priorità a over 60 e fragili. “Congelati”, invece, sanitari non esposti, personale scolastico, forze dell’ordine. «Era già così», dice il ministro. «Nel piano che presentai il 2 dicembre al Parlamento era prevista la priorità assoluta per il personale sanitario impegnato in prima linea, per le Rsa e gli ultraottantenni. Modificammo i criteri quando AstraZeneca venne autorizzata solo per gli under 65, effetto della prima sperimentazione circoscritta ai più giovani. Dovevamo decidere se tenere le dosi in frigo o usarle. Scegliemmo di destinarle in particolare alla scuola, che è un pezzo fondamentale del Paese. Una mossa utile, oggi, per consentire la ripartenza delle lezioni in presenza. Poi AstraZeneca è stata autorizzata per tutti e siamo tornati alla declinazione originaria del piano».
Nel frattempo le Regioni hanno destinato almeno due milioni di vaccini alla categoria “altri”. Una delle ragioni per l’alto livello di mortalità ancora oggi, pare. «Con le Regioni c’è collaborazione», continua il ministro. «Ma le scelte fuori dalle indicazioni del piano sono state errate. Adesso l’ultima ordinanza rafforza in modo ancora più perentorio criteri che erano già prescrittivi. E dice che l’obiettivo fondamentale del governo è vaccinare tutte le persone che possono perdere la vita con il virus. I numeri sono chiari: il 60% dei deceduti ha più di 80 anni, il 95% delle vittime è over 60. Quindi sono la nostra priorità assoluta. A loro le Regioni devono destinare tutte le energie e le dosi».
Poi il ministro indica gli obiettivi del piano. Le somministrazioni agli over 80 saranno completate «entro aprile», dice. «Poi credo che entro il trimestre – quindi entro fine giugno – si possono mettere in sicurezza tutti gli over 60, che sono altri 18 milioni circa».
Grande attenzione al Sud, dove diverse regioni sono in ritardo con le vaccinazioni degli over 80. Ma nessuna preoccupazione su AstraZeeneca: «I dati sono leggermente più bassi degli altri vaccini, ma la campagna con AstraZeneca procede a ritmi incoraggianti».
Quanto alle riaperture e allo scontro con Salvini, dice: «Una premessa: le scelte sono fatte partendo dall’evidenza scientifica. E seguendo un unico obiettivo a cui sarò sempre fedele, che mi assegna la Costituzione: tutelare la salute delle persone. Il quadro è tuttora complesso: la curva delle ultime settimane si è piegata grazie alle misure attuate. Ma a causa della variante inglese il livello di contagio è ancora molto alto e la pressione sui presidi sanitari assai significativa: 3.585 ricoverati in terapia intensiva. Basta alzare lo sguardo e vedere Francia e Germania: la prima in zona rossa nazionale, la seconda che pensa di estendere il lockdown».
La Lega, però, chiede di riaprire dal 20 aprile. «Penso che ad aprile convenga tenere ancora la massima prudenza», precisa Speranza. «Ma credo anche che nelle prossime settimane l’incrocio tra l’effetto delle misure delle zone rosse e il contemporaneo significativo aumento delle somministrazione dei vaccini ci metterà nelle condizioni di guardare con ragionata fiducia al futuro. Un futuro a cui stiamo già lavorando».
E sul ritorno alle zone gialle a maggio: «A seconda dei parametri del contagio e della capacità di vaccinare i fragili – un nuovo fondamentale criterio che abbiamo fissato – ci possono essere le condizioni per misure meno restrittive come quelle della zona gialla». Però «voglio essere chiaro», precisa. «Dobbiamo avere grande cautela e prudenza. Continuare con un percorso di gradualità, l’unico che ci consente di governare la curva e non vanificare i sacrifici fatti. Così potremo rilasciare progressivamente le misure restrittive».
Salvini, intanto, lo indica come l’uomo delle chiusure e cavalca pure la piazza. Speranza risponde: «Io non voglio mai fare polemica con nessuno. Detto questo, tutti sanno che le scelte fatte dal governo sono sempre passate dal cdm e approvate all’unanimità. Su Salvini dico solo che trovo incomprensibile l’atteggiamento di chi sta al governo e si comporta come se fosse all’opposizione, con l’obiettivo mal celato di raccattare qualche voto sulle difficoltà vere di tante persone. A quelle persone non dobbiamo vendere illusioni, ma dare risposte concrete: significa sostegni e costruzione di un percorso di graduale riapertura».
Però c’è uno spiraglio di luce per l’estate. «Alcune misure andranno mantenute. Ma immagino un’estate molto diversa dai mesi che stiamo vivendo», dice Speranza. «Certo, serve attenzione e gradualità, non c’è un’ora X in cui scompaiono le misure. Ma sono ottimista. Se riusciremo a vaccinare la maggior parte della popolazione, questa estate ci potremo consentire molte più libertà». Ma «a patto che non sia un “liberi tutti” che ci farebbe piombare in una situazione complicata». Certo, «sarà possibile recuperare spazi di libertà. Andranno mantenute alcune regole fondamentali, a partire dalle mascherine, ma il vaccino è davvero il “game changer” di questo incubo».