La direttiva FigliuoloSperanza pronto a commissariare le Regioni che non rispettano il piano vaccini

Le priorità ora dovranno essere persone fragili e anziani over 75. Il ministro della Salute al Foglio spiega che «laddove verranno riscontrate anomalie nell’esecuzione» e «nella messa a punto delle priorità individuate dal governo è giusto che lo Stato faccia tutto ciò che è nei suoi poteri fare per raddrizzare la rotta»

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Le asimmetrie tra le Regioni nelle somministrazioni dei vaccini sono evidenti. Ci sono quelle virtuose hanno vaccinato più anziani rispetto alla media italiana e altre che hanno dato priorità ad altre categorie. Un lungo elenco variegato tanti quanti sono i territori, sul quale ieri di nuovo il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto duramente. «Con che coscienza la gente salta la lista mettendo a rischio gli anziani?», ha detto, annunciando l’arrivo di una direttiva del commissario straordinario Figliuolo per armonizzare i parametri. Le priorità ora dovranno essere persone fragili e anziani over 75.

La domanda, però, resta sempre la stessa: cosa può fare il governo contro l’anarchia delle Regioni nello stabilire la priorità delle somministrazioni? Oggi Il Foglio riporta su questo punto un colloquio con il ministro della Salute Roberto Speranza.

«Io dico che laddove verranno riscontrate anomalie nell’esecuzione del piano vaccini e nella messa a punto delle priorità individuate dal governo è giusto che lo Stato faccia tutto ciò che è nei suoi poteri fare per raddrizzare la rotta», risponde il ministro. Si apre quindi anche alla possibilità di trasferire allo Stato centrale i poteri sostitutivi per “l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica” – come previsto dalla legge di bilancio.

«Nessuna opzione può essere esclusa», dice Speranza, «perché la priorità del governo oggi è chiara e non ci possono essere equivoci: le regioni devono vaccinare chi ha una priorità e chi oggi ha una priorità oggettiva sono gli over 70 e i fragili».

Anche perché, spiega il ministro, vaccinare secondo le giuste priorità servirà a riaprire il Paese il prima possibile. Anzi, la logica del governo sarà proprio questa: chi vaccina gli anziani riapre. Speranza – ormai noto per essere il “rigorista” del governo – indica anche una data: «Io dico che entro la fine di giugno tutta la popolazione fragile e la popolazione composta dagli over 70 sarà vaccinata e una volta raggiunto quell’obiettivo sono ottimista sul fatto che si possano superare molti dei vincoli attuali».

Da qui al 30 giugno, spiega il ministro, «l’Italia riceverà 50 milioni di vaccini. Vogliamo essere pessimisti? Diciamo che ne riceveranno 45 milioni. Di questi, sette milioni saranno quelli monodose di Johnson & Johnson. Restano 38 milioni di dosi. Dividiamoli per due e abbiamo 19 milioni di persone che potranno essere immunizzate tra prima e seconda dose. Significa che da qui a fine giugno possiamo rendere immuni 27 milioni di persone».

E una volta che si raggiungerà quell’obiettivo, si procederà a ragionare sul cambio di passo della campagna di vaccinazione. «Una volta vaccinata la popolazione più fragile», spiega il ministro, «credo abbia senso riflettere se non sia opportuno liberalizzare tutte le vaccinazioni nel senso di dare la possibilità di vaccinarsi a tutti quelli che lo desiderano senza stabilire più fasce d’età. Ma per arrivare a quel traguardo occorre essere più che mai vigili e intervenire con prontezza laddove si andranno a verificare asimmetrie inaccettabili per uno Stato che vuole proteggere i suoi cittadini».

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