L’Italia prova a ripartire, a lasciarsi alle spalle i mesi delle restrizioni per contenere i contagi da Covid-19 e si prepara ad accogliere i turisti. Oggi si riunisce a Palazzo Chigi la cabina di regia per stilare le nuove regole. A presiederla sarà il premier Mario Draghi, che fonti di governo descrivono favorevole a riaperture «sicure e ragionate, decise con la testa sulla base dei dati», scrive il Corriere.
Tra domani e giovedì il governo vedrà le Regioni, poi il Consiglio dei ministri darà l’ok e il provvedimento che fissa le date per liberare il Paese dai divieti entrerà in vigore. Sarà una settimana cruciale, perché il calendario che verrà stilato scandirà l’estate degli italiani e dei turisti stranieri.
Il nodo sarà il coprifuoco, su cui da settimane si è spostata la battaglia politica. Se la Lega vuole abolirlo, il ministro della Salute Roberto Speranza è per archiviare gradualmente la norma-simbolo dell’emergenza: «Con i dati in miglioramento possiamo allentare e poi superare il coprifuoco. È possibile grazie alle misure adottate, ai comportamenti della maggioranza delle persone e alla campagna di vaccinazione». Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, rilancia il messaggio di Speranza: «È ora di superare il coprifuoco». Su questa linea c’è anche il segretario del Pd, Enrico Letta, che da giorni contesta a Salvini di voler «solo sbracare» e chiede riaperture all’insegna della responsabilità.
Le Regioni hanno chiesto di bloccare le lancette sulle 23, gli scienziati consigliano di non prendere decisioni azzardate e anche Draghi sembra orientato a muoversi con prudenza. La road map si avrà solo oggi, ma la rotta è tracciata. Entro luglio il coprifuoco sarà eliminato. Ma la decisione non sarà immediata, si seguirà un percorso «graduale». L’ipotesi è quella di far slittare dal 24 maggio l’obbligo di rientro a casa alle 23 e dopo un paio di settimane alle 24. Una progressione che porterà alla fine di giugno quando sarà eliminato il divieto di circolare la sera. È una soluzione che però non piace alla Lega. Alla riunione di oggi la richiesta sarà di eliminare il coprifuoco già dal 2 giugno. Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ribadito la necessità di procedere seguendo la curva epidemiologica e dunque appare difficile che si possa arrivare subito a un’eliminazione della regola stabilita per evitare gli assembramenti nei luoghi della movida.
Matteo Salvini intanto conia l’hashtag #nocoprifuoco, teorizzando che il 26 aprile riaprirono tante attività «grazie all’insistenza della Lega», mentre «qualcuno annunciava disastri». E adesso che i morti sono scesi sotto la soglia simbolica di 100 al giorno, il Carroccio si aspetta dal governo «riaperture e ripartenza, lavoro e libertà, all’aperto e al chiuso, di giorno e di sera». Parole che Salvini ribadirà oggi in videoconferenza prima della cabina di regia, estremo tentativo di intestarsi le riaperture in asse con Italia viva e con Forza Italia. Il capogruppo azzurro Roberto Occhiuto chiede al governo di tenere conto «di questi clamorosi numeri» e di spostare il coprifuoco «almeno alle 24, per essere presto abolito».
A Draghi il compito di sedare lo scontro tra i partiti e fissare le date per la ripartenza dei settori e le attività rimasti fermi più a lungo. L’ipotesi più accreditata vede la ripartenza dei matrimoni (con green pass) tra il 15 giugno e l’1 luglio, il ritorno del caffè al bancone l’1 giugno e il via ai centri commerciali nei weekend il 22 maggio. In attesa della road map di Draghi, Salvini ha messo a punto la sua che vede «riapertura di bar e ristoranti al chiuso almeno al 50%, un programma di cancellazione del coprifuoco, via libera a palestre e piscine al chiuso».
Nel decreto ci saranno anche i nuovi criteri che determinano le fasce di rischio delle Regioni. I parametri non saranno più 21 ma una dozzina, l’Rt avrà meno peso mentre cruciale sarà l’incidenza dei casi su 100mila abitanti: con 250 si va in rosso, tra 150 e 250 in arancione, tra 50 e 150 in giallo, sotto 50 in bianco.
Intanto si prova con gli esperimenti per riaprire le discoteche. Duemila ragazzi vaccinati o che si sottopongono al tampone molecolare per tre serate in discoteca, a Milano e Gallipoli, saranno il test sperimentale per la riapertura dei locali da ballo in tutta Italia. Il protocollo oggi sarà al vaglio del Cts per la valutazione dei criteri adottati. Due i locali prescelti: il Fabrique di Milano e il Praia di Gallipoli. Uno al chiuso e l’altro all’aperto. Una «normale» serata per 2.000 ragazzi a Gallipoli il prossimo 5 giugno e l’ultimo weekend di maggio per 5.000 persone divise fra venerdì e sabato al Fabrique, il più grande locale al chiuso nell’area milanese. Rigidissime le regole per i partecipanti: un tampone molecolare eseguito 36 ore prima dell’ingresso alla serata o la vaccinazione completata o, ancora, nel caso di Milano, il tampone eseguito direttamente all’esterno del Fabrique con gazebo e personale di cui si farà carico il locale.
«Se questo test andrà a buon fine – dice Daniele Orlando, titolare dello spazio – avremo un modello per far tornare i ragazzi in discoteca in assoluta sicurezza. Un protocollo che potrebbe anche essere adottato per i concerti». Gli organizzatori hanno previsto che i biglietti si potranno acquistare solo online e tutti i partecipanti si impegneranno a sottoporsi a un nuovo tampone a 6 giorni dall’evento per verificare l’impatto epidemiologico come previsto dal protocollo redatto dai virologi Antonio Cascio e Enrico Alagna.