I dubbi di SperanzaVerso il coprifuoco alle 23 e nuovi parametri per i colori delle regioni

Il ministro della Salute vorrebbe far partire i nuovi orari il 24 maggio e non il 17, in attesa di dati più completi. Intanto Brusaferro sta lavorando a una soluzione per dare un ruolo più importante all’incidenza e all’Rt ospedaliero, che non farebbe scattare quindi con facilità la fascia arancione

(LaPresse)

Le Regioni hanno presentato al governo una proposta in cui chiedono di allungare l’inizio del coprifuoco alle 23. Ma bisognerà capire ora quando scatteranno i nuovi orari. Il premier Mario Draghi vuole procedere con le riaperture, ma dal Comitato tecnico scientifico invitano alla cautela.

I numeri dei contagiati e dei morti toccano la soglia più bassa dallo scorso ottobre, ma a Palazzo Chigi in effetti c’è preoccupazione per l’euforia dei tanti italiani che hanno fretta di tornare alla socialità pre-Covid.

La cabina di regia politica attesa tra oggi e domani dovrebbe occuparsi del decreto sostegni bis. Visto il pressing del centrodestra non si escludeva che si parlasse anche di coprifuoco e nuovi parametri per stabilire il colore delle regioni. Ma da Palazzo Chigi precisano che oggi non è stata convocata alcuna cabina di regia tra le forze di maggioranza per discutere di modifiche al decreto Covid o di riaperture.

Se il leader della Lega Matteo Salvini chiede una svolta in settimana, Draghi insomma non cambia linea e continua a muoversi «con gradualità e prudenza». In asse con Draghi, ci sono il Pd e anche il M5S, scrive il Corriere. Ma Repubblica spiega che dal ministero della Salute arriva la richiesta di allungare di una settimana il passaggio dalle 22 alle 23. Il monitoraggio di venerdì prossimo tanto atteso per il via libera al prolungamento del coprifuoco potrebbe infatti non essere quello utile. Per valutare concretamente l’impatto delle riaperture del 26 aprile sulla curva dei contagi bisogna attendere almeno il monitoraggio del 21 maggio che fotografa la situazione relativa alle due settimane precedenti, quindi al 9 maggio. È stato questo il parere che il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli ha espresso al ministro della Salute Roberto Speranza. Se dovesse passare questa linea, dunque, il prolungamento del coprifuoco potrebbe slittare di una settimana ed entrare in vigore dal 24 e non dal 17 maggio.

Ma non è detto però che questa posizioni faccia breccia nel muro della maggioranza. Anche l’ala più prudente sarebbe ormai pronta a «riaprire in sicurezza». Luigi Di Maio, che è ministro degli Esteri, chiede di «alleggerire le misure per attrarre turisti in Italia». Il 15 maggio scade l’ordinanza che impone la quarantena di 5 giorni a chi entra in Italia da un Paese europeo e Speranza e Di Maio hanno già detto che non sarà rinnovata, per favorire il turismo. La quarantena per chi rientra dagli Stati Uniti potrebbe finire due settimane più tardi: il 3 giugno i ministri della Salute del G7 discuteranno la proposta di Speranza che ha chiesto a Usa, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania e Giappone di far cadere reciprocamente l’obbligo di isolamento.

Intanto, il portavoce del Cts, Silvio Brusaferro, sta lavorando alla revisione dei parametri assieme ai tecnici delle Regioni, che temono nuove chiusure per colpa di un alto indice Rt. La soluzione che si sta delineando è dare un ruolo più importante all’incidenza e all’Rt ospedaliero, che non farebbe scattare con facilità la fascia arancione per chi è in bilico.

Il Corriere ricorda anche che tra il 5 e il 20 giugno chiudono le scuole, che nella maggior parte delle regioni si fermano l’8 giugno. È un’altra data da segnare in rosso, perché lo stop alle lezioni in presenza avrà un effetto benefico sull’indice Rt: un «tesoretto», per dirla con Speranza, che consentirà altre riaperture.

La capogruppo del Pd Debora Serracchiani, sulla base dei 500 mila vaccini al giorno, chiede «la revisione dello stop dei centri commerciali nel fine settimana» – che per oggi hanno annunciato una manifestazione di protesta – per dare un «robusto colpo di acceleratore a tutto il sistema».

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, intanto pensa che quando toccheremo i 30 milioni di vaccinati l’obbligo di mascherina all’aperto possa restare solo in caso di assembramento. Ma di questo tema non si è ancora parlato nelle riunioni di governo.