In Sardegna le cozze diventano bellissime, grazie a un nuovo progetto di economia circolare applicata alla mitilicoltura (allevamento di cozze), realizzato dalla fondazione sarda no profit MEDSEA, che lavora per la tutela degli ecosistemi marini e costieri del mediterraneo, e l’azienda Nieddittas, che gestisce l’intera filiera della mitilicultura nel Golfo di Oristano.
L’obiettivo è quello di progettare e realizzare oggetti di ecodesign attraverso il recupero e il riutilizzo di materiali di scarto della mitilicoltura e rifiuti da essa derivati come retine, reti e cordami potenzialmente dannosi per gli ecosistemi marino-costieri.
Secondo i dati raccolti dall’Associazione Mediterranea Acquacoltori (AMA), per produrre 1kg di cozze si utilizzano fino a 1,5 metri lineari di reti che, moltiplicati per le migliaia di tonnellate di cozze vendute annualmente, raggiungono un totale di più di 100mila km di reti utilizzate ogni anno. Uno scarto di lavorazione imponente, a cui andava trovato un senso.
Il tutto è partito nei laboratori verticali del Blue Eco Lab, che la fondazione MEDSEA ha avviato per progettare soluzioni specifiche di recupero dei rifiuti in mare e dare nuova vita ai materiali.
Il progetto è stato pensato in due fasi: la prima dedicata alla ricerca e alla sperimentazione, la seconda alla produzione.
Nella prima fase ci si dedicherà allo studio dei materiali di scarto della lavorazione, da utilizzare poi per creare nuovi composti con cui produrre piccoli oggetti che saranno adoperati per valutarne la replicabilità su ampia scala. Nella seconda fase, sarà invece l’ecodesign il protagonista, con la creazione e la realizzazione di nuovi prodotti da lanciare sul mercato.
Tra i prodotti che sono stati presi in considerazione come possibili materiali da riciclare, la priorità verrà data agli scarti della mitilicoltura, aventi un alto rischio d’impatto sugli ecosistemi marino-costieri. Gli stessi materiali verranno poi studiati per capire le loro caratteristiche al fine di realizzare nuovi prodotti per usi diversi, tra cui ad esempio l’arredamento, come ci tiene a sottolineare il presidente della fondazione MEDSEA, Alessio Satta.
Panchine, sedie, poltrone, plafoniere e vasi sono alcuni oggetti di interior design e home decor attualmente in fase di studio e progettazione, che saranno poi lanciati in produzione. Ad aiutare la fondazione MEDSEA nello studio dei materiali e nelle successive fasi fino alla creazione, c’è Lorenzo Finotto, product designer specializzato nell’upcycling di materie plastiche.
Questa nuova iniziativa non è la prima per MEDSEA e Nieddittas, che negli anni scorsi hanno lanciato altri due progetti di economia circolare con protagonista sempre la cozza.
Nel 2019 la fondazione ha deciso di utilizzare le cozze Nieddittas non idonee per gli standard di vendita, e destinate quindi a essere buttate, per alimentare le orate d’allevamento nello stagno di Corru Mannu ad Arborea (provincia di Oristano).
Una scelta che non ha solo portato a trasformare gli scarti in risorsa, ma anche a impreziosire e migliorare la qualità del pesce in gusto e consistenza, rendendo le orate di allevamento quasi simili a quelle selvatiche.
Nel 2020 invece, MEDSEA e Nieddittas hanno presentato e concretizzato un progetto per la costruzione di isolotti artificiali (sempre nello stagno Corru Mannu) con i gusci dei mitili. Un’idea innovativa pensata per agevolare e sostenere l’insediamento e la nidificazione di alcune specie di uccelli in via d’estinzione e a ridurre i costi per lo smaltimento dei gusci.