«Io non litigo, vorrei soltanto che si riconoscesse il sacrificio, la disciplina e l’esasperazione dei cittadini che chiedono alla politica una cosa: tornare a vivere e a lavorare! Con tutte le precauzioni di buonsenso e nelle zone col virus sotto controllo: mascherine, distanze, vaccini, tamponi, ma senza rinnegare più nulla delle nostre libertà fondamentali che sono, prima di tutto, la libertà di muoversi nella propria città senza dover guardare con preoccupazione allo scattare di un coprifuoco ormai ingiustificato». Risponde così il leader della Lega Matteo Salvini al Messaggero, dopo l’ennesima lite con il segretario del Pd Enrico Letta, che avrebbe chiesto al presidente del Consiglio Mario Draghi di «arginare» l’alleato leghista. «Gli italiani hanno dato fiducia a questo governo: ora è il governo che deve avere fiducia negli italiani. Riaperture entro metà maggio e via il coprifuoco», rilancia Salvini.
Ma precisa: «Noi siamo pienamente al governo per condurre, nel governo, con il governo, la lotta epocale per la ripartenza del nostro Paese. Tutto ciò che stiamo facendo, lo stiamo facendo per gli italiani. Quando il nostro sottosegretario Durigon si batte per non far partire milioni di cartelle esattoriali, lo fa per gli italiani. L’allarme per le migliaia di sbarchi di questi giorni, serve a difendere i confini del nostro Paese. Quando riusciamo a far approvare un emendamento che finalmente riconosce la Lingua Italiana dei Segni, diamo un segnale di vicinanza a migliaia di italiani. Quando sblocchiamo decine di migliaia di procedure di sfratto, separando chi è davvero in difficoltà dai furbetti che hanno approfittato dell’emergenza, restituiamo giustizia e diritti ai proprietari di casa. Senza dimenticare il grande lavoro del ministro Giorgetti, alle prese con le centinaia di crisi aziendali, dove mi auguro che il modello che ha salvato la Corneliani di Mantova, con intervento pubblico-privato, possa estendersi con successo anche ad altre realtà in sofferenza».
Sulla correzione della norma “blocca sfratti” oggi Salvini scrive anche al Giornale. «La proprietà della casa, conquistata spesso con i sacrifici di una vita, è sacra», dice. «È un’altra risposta concreta a chi mi domanda perché abbiamo deciso di entrare nel governo».
Al Messaggero, il senatore spiega che «questa è l’unica lotta che ci interessa, la lotta della concretezza». E aggiunge: «Grazie alla Lega è stato istituito un fondo di 10 milioni per aiutare i genitori separati che hanno perso il lavoro. Chiedo a chi vive al Quarticciolo o a Tor Bella Monaca: vi interessano di più lo ius soli del Pd o gli 800 euro che grazie alla Lega aiuteranno migliaia di mamme e di papà?».
Qui il riferimento è alle battaglie che si è intestato Enrico Letta, ma anche alla campagna elettorale per Roma. «La gestione Raggi è stata disastrosa, l’ultimo problema in ordine di tempo è lo scempio della colata d’asfalto sul Lungotevere che ora la Soprintendenza chiede di rimuovere», dice Salvini. «Roma non può permettersi certi sfregi, sto leggendo con interesse il libro dell’amico Francesco Giro “Interesse Capitale” che offre spunti interessanti. Prima dei nomi, al centrodestra chiedo uno scatto di orgoglio e di audacia perché il nome della nostra Capitale torni a essere sinonimo di cultura, di bellezza e di futuro».
Eppure, dopo il no di Berolaso, il centrodestra non ha ancora un candidato. E lo stallo è sullo scontro tra Salvini e Meloni. «Stimo Giorgia», continua Salvini, «e come in tutte le altre città al voto nei prossimi mesi troveremo la miglior soluzione perché Roma torni a occupare il posto nel mondo che le spetta».
Il leader leghista rivendica il piano “Roma Caput Mundi” nel Recovery Plan «voluto dal nostro ministro per il Turismo, Massimo Garavaglia: 500 milioni di euro che saranno messi in circolo per rilanciare l’attrattività della Capitale nel mondo. Interventi propedeutici per attrezzare Roma in vista del prossimo Giubileo». Ovviamente, dice, «si tratta soltanto di un primo passo, a cui ne seguiranno molti altri, quando le voci di spesa del Pnrr saranno declinate in modo più preciso, progetto per progetto. Noi vigileremo perché Roma sia protagonista di questa straordinaria occasione di crescita».
E ancora: «Il Lazio ha assoluto bisogno di infrastrutture che colleghino Roma al suo meraviglioso territorio circostante, così come di connessioni con il versante adriatico della penisola. In questo senso, la realizzazione della tratta ferroviaria Roma-Pescara nelle opere previste dal Recovery è una buona notizia».