L’appello dei sindacatiIl piano di Orlando sul lavoro: sei mesi senza tasse per chi assume i disoccupati

Nel decreto sostegni bis, è previsto l’azzeramento delle imposte per un semestre per le riassunzioni. Landini (Cgil) e Sbarra (Cisl) chiedono però di prorogare il blocco dei licenziamenti oltre il 30 giugno. E poi di essere coinvolti nelle riforme per il Recovery Plan

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Un nuovo «contratto di rioccupazione» con sgravi contributivi totali di sei mesi per i datori di tutti i settori che assumono disoccupati, a prescindere dall’età, con un contratto stabile. E Naspi senza decurtazioni fino a fine anno. Sono queste due novità importanti che il ministro del Lavoro Andrea Orlando prevede di inserire nel decreto sostegni bis, slittato alla prossima settimana.

In vista dello sblocco ai licenziamenti dal primo luglio per le grandi imprese, il governo prova a creare una rete di protezione per il lavoro. Lo sconto totale dei contributi vale sei mesi, equivalenti al periodo di prova dei nuovi assunti. Si cumula con altri sgravi esistenti (giovani, donne, Sud), ma dovrà essere restituito, se non scatta l’assunzione a tempo indeterminato al termine dei sei mesi.

Si lavora intanto anche alle due grandi riforme, quella sulle politiche attive e gli ammortizzatori sociali, per accompagnare le transizioni dei lavoratori da un posto a un altro e incentivare la riqualificazione delle competenze. La nuova cassa integrazione debutterà da gennaio. Mentre per la riforma delle politiche si attende la radicale revisione dell’Anpal, che il decreto sostegni bis andrà a commissariare azzerandone l’attuale cda, sostituendo il presidente Mimmo Parisi, e riportando molte competenze all’interno del ministero del Lavoro.

Ci saranno poi contratti di solidarietà pagati in parte dallo Stato e scivoli nelle grandi imprese per chi è vicino alla pensione. L’integrazione dello stipendio per le ore tagliate dal contratto di solidarietà sale dal 60 al 70% per le imprese che registrano cali del 50% nel fatturato e che mantengono i livelli occupazionali. La soglia di accesso al contratto di espansione scende invece dai 250 ai 100 dipendenti. E così si amplia la platea di aziende che possono usarlo per diminuire le ore o anticipare di cinque anni la pensione. Commercio e turismo avranno uno sgravio al 100% dei contributi, se riconfermano i propri dipendenti dopo la fine della cig Covid.

Ma i sindacati ribadiscono che il blocco dei licenziamenti deve restare valido per tutte le imprese oltre il 30 giugno, almeno fino a fine ottobre. Il leader della Cgil Maurizio Landini, intervistato dal Corriere, mette le mani avanti e dice che non sempre gli incentivi alle assunzioni hanno dato risultati in passato, chiedendo che il governo non sblocchi ancora i licenziamenti e che poi coinvolga le parti sociali nella cabina di regia del Recovery Plan per discutere insieme le riforme previste. «Per chi non licenzierebbe non cambia nulla», dice. «Ma anche nell’industria c’è ancora chi fa fatica. Vogliamo evitare che il sacrificio ricada su chi è più in difficoltà».

E il segretario della Cisl Luigi Sbarra alla Stampa dice: «Prima serve la proroga del blocco dei licenziamenti. Poi discutiamo le riforme».

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