Draghi frena SalviniSulle riaperture, Giorgetti dice che la Lega voleva di più

Il ministro dello Sviluppo economico lamenta il mancato sostegno di Forza Italia su alcune questioni, a partire dal coprifuoco. «Siamo rimasti un po’ da soli a fare questa parte», spiega. «La sintesi è stata più prudente rispetto a quello che chiedevamo noi, ma la macchina va nella giusta direzione»

Foto Valerio Portelli/LaPresse

«È un passo in avanti verso le riaperture». Il leghista Giancarlo Giorgetti, ministro per lo Sviluppo economico, in un’intervista al Corriere sembra soddisfatto dell’accordo raggiunto sulla road map per le riaperture e l’abolizione del coprifuoco, approvato con il voto unanime nel consiglio dei ministri di ieri. Ma ha anche alcune riserve.

«Noi abbiamo spinto in tutto questo periodo per ottenere qualcosa in più. I numeri dell’epidemia sono confortanti, e dunque il senso di questo decreto è “stiamo per riaprire”. Da questo punto di vista, è una buona notizia», dice. Ma non è del tutto soddisfatto, «perché noi avevamo posto anche altre questioni. Siamo rimasti un po’ da soli a fare questa parte, ma quello che ha stabilito il presidente Draghi va bene». Giorgetti lamenta, in particolare, la mancata presa di posizioni dei colleghi di coalizione di Forza Italia: «Non pervenuta. Francamente, mi sarei atteso qualche sostegno in più, coerentemente con le posizioni che leggo sui giornali».

E poi spiega: «Credo che noi abbiamo rappresentato un sentimento diffuso tra gli italiani, che peraltro era partito già da varie settimane. Io credo che la nostra posizione abbia effettivamente cominciato a fare breccia: dare qualche sicurezza sul ritorno alla vita per tutti, in considerazione di numeri che migliorano e che vanno confermati. Detto questo, Roberto Speranza fa il ministro alla Salute, e per un ministro alla Salute sarà pure che probabilmente le preoccupazioni non sono mai a sufficienza. Se io faccio il ministro allo Sviluppo economico devo invece rappresentare le categorie private della possibilità di lavorare. È giusto che in Consiglio dei ministri ci siano tutte le voci. Io credo che vada bene preoccuparsi per la salute, purché questa preoccupazione non diventi paura e si finisca con il vedere fantasmi dappertutto».

Alla fine, dice, «noi abbiamo fatto la nostra parte e che questo abbia portato a qualcosa. La sintesi è stata più prudente rispetto a quello che chiedevamo noi, ma la macchina va nella giusta direzione».

Ma Matteo Salvini puntava all’abolizione del coprifuoco. E alla vigilia del consiglio dei ministri aveva posto la condizione di portarlo da subito almeno alle 24. L’accordo però è stato trovato sulle 23.

«L’orario del coprifuoco noi lo vedevamo in maniera diversa», dice Giorgetti. «L’idea era: i locali chiudano alle 23, ma si dia la possibilità di rientrare successivamente. Ma questa proposta non è stata accolta», risponde. «In ogni caso abbiamo chiesto, e la cosa sarà ribadita nel decreto, che quando una regione ha acquisito lo status di zona bianca, il coprifuoco non c’è più. Questo significa che, già oggi, per diverse regioni c’è la possibilità di guardare al futuro con altri occhi. E il coprifuoco, dunque, in parecchi casi finirà prima di quanto non dica la regola generale. È la paura che viene sconfitta dalla realtà».

Ci sono alcune questioni aperte. Per esempio, per la finale di Coppa Italia Atalanta-Juventus e l’inaugurazione della stagione all’Arena di Verona – questioni sollevate da Giorgetti, come spiega lui stesso – «andiamo verso un’ordinanza di deroga. È chiaro che questi eventi, che pure hanno un interesse nazionale, sarebbero impossibili da far svolgere in presenza di un coprifuoco».

Sembra un controsenso, spiega il ministro, «ma qui si è fatto valere il principio che i biglietti sono nominativi e dunque è possibile verificare che non ci siano abusi. In ogni caso, ci sono parecchi segnali di ripartenza: i negozi nei centri commerciali saranno aperti sin dal prossimo weekend, qualche impianto di risalita ancora potrà aprire, i ristoranti hanno una data per la riapertura anche al chiuso e alla sera…«.

Restano senza risposte però i proprietari delle discoteche. «È vero, per loro al momento non c’è nulla. E dunque, come ministero allo Sviluppo, ho chiesto al ministro Daniele Franco che nel prossimo dl Sostegni venga stanziata una somma ad hoc a favore di tutti gli esercizi chiusi per decreto, una forma di indennizzo nei loro confronti. È stata una mia specifica richiesta».

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