La mediazione del presidente del Consiglio Mario Draghi alla fine ha portato a un accordo sullo sblocco dei licenziamenti, da inserire nel decreto legge su fisco e lavoro atteso domani in consiglio dei ministri. Il divieto di licenziare cadrà per industria manifatturiera ed edilizia, con l’eccezione del settore moda (tessile, abbigliamento, pelletteria e calzaturiero), le cui aziende potranno usufruire di altre 17 settimane di cassa integrazione gratuita dal 1 luglio al 31 ottobre.
In colloquio con La Stampa dopo le contestazioni durante la visita all’ex Ilva di Genova, il ministro del Lavoro Andrea Orlando dice che «la discussione è andata nella direzione giusta: aumentare gli strumenti di protezione e rendere meno traumatico il superamento del blocco dei licenziamenti, offrendo strumenti alle imprese e ai lavoratori per gestire le crisi. È importante anche che le misure saranno sottoposte al confronto con le parti sociali».
Oggi, nel pomeriggio, è previsto l’incontro con Cgil, Cisl e Uil, ai quali Draghi confermerà l’intesa raggiunta a Palazzo Chigi. E anche la disponibilità a erogare ulteriori 13 settimane di cassa integrazione straordinaria a tutte le imprese appartenenti ai tavoli di crisi industriali attualmente «aperti e non», che abbiano esaurito gli ammortizzatori. Le aziende la potranno richiedere fino al 31 dicembre, a patto ovviamente che rispettino lo stop ai licenziamenti.
«Stiamo lavorando per proteggere i tavoli di crisi Mise, potenziati dagli strumenti che esistevano già del decreto Sostegni 2», conferma Orlando alla Stampa. «Sostanzialmente è passata l’idea della selettività con un’attenzione alle situazioni che erano più in difficoltà, tutto il comparto moda per esempio. Per i tavoli di crisi c’è uno strumento ad hoc finalizzato a permettere la cassa integrazione gratuita per prolungare il blocco. Mentre per i settori protetti ci sarà la cassa Covid, vengono portati nella fattispecie dei servizi della piccola impresa e allineati a ottobre».
Secondo Orlando, è «difficile» fare previsioni su quanto accadrà da luglio. «Ci sono le condizioni perché si realizzino anche accordi tra le parti sociali per far sì che le imprese si impegnino a utilizzare gli ammortizzatori che sono a costo zero, prima di procedere eventualmente ai licenziamenti», dice.
E sull’ex Ilva, dopo gli scioperi dei giorni scorsi contro l’ennesima richiesta di cassa integrazione dell’azienda, spiega: «A questo punto la questione non è fare reprimende, ma arrivare rapidamente al nuovo assetto societario che si determinerà dopo il voto del bilancio».
Se gli si chiede perché non abbia reso pubblica la sua richiesta all’azienda di «soprassedere sulla cassa integrazione» Orlando risponde: «Perché nel pieno dei blocchi stradali dire una cosa del genere e buttare ancora più benzina sul fuoco non mi sembrava un modo di aiutare nessuno. Se il problema è deresponsabilizzarsi è un conto, ottenere un risultato è un altro conto. Sono abituato a prendermi anche responsabilità non mie se è utile a trovare una soluzione».
Un ministro chiede alla società nella quale lo Stato ha versato 400 milioni di soprassedere sulla Cig e la risposta però è stata un diniego. «Non mi pare si possa far leva sulla sensibilità per il galateo istituzionale da parte dell’azienda», commenta Orlando. «Ci sono già stati molti casi nei quali non c’è stata alcuna disponibilità, mi pare ci sia una linea di totale indifferenza al tema rapporto positivo con il sindacato, con le istituzioni e con il territorio. A questo punto la questione è arrivare rapidamente al nuovo assetto societario che si determinerà dopo il voto del bilancio».
Per l’approvazione del bilancio 2020 della vecchia AmInvestCo di ArcelorMittal dovrebbe essere questione di ore. Il Mise aveva annunciato che il governo intende anticipare la salita di Invitalia al 60% rispetto alla finestra di maggio 2022 prevista dall’accordo. E l’intenzione sarebbe prendere il controllo entro fine anno.
«Non voglio prendere impegni su un dossier che non gestisco direttamente, ma dalle intenzioni che ho ravvisato nel premier Draghi e nel ministro Giorgetti c’è la volontà di procedere nei tempi più stretti possibili», dice il ministro. La nuova governance, che vedrà l’ingresso di Franco Bernabé in cda nel ruolo di presidente, è un «passaggio a portata di mano, dopo l’approvazione del bilancio».
Per l’8 luglio, il Mise ha convocato i sindacati, che ora si attendono di entrare nel merito del piano di rilancio. «Incominceremo sicuramente a entrare nel merito, credo anche avendo una governance in parte modificata», dice Orlando spiegando che l’aggiornamento del piano industriale «è un’attività che sta svolgendo il Mise, con un’interlocuzione con chi andrà a dirigere l’azienda».