Una nuova figura votata alla lotta alle frodi, un difensore del denaro dei contribuenti e una garanzia in più per i cittadini europei. Dopo tanti anni finalmente l’Ue ha il suo nuovo procuratore europeo (EPPO), un ente che assieme all’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) indagherà sui reati e le frodi legate direttamente ai fondi europei (dai 10mila euro in su) e quelle transnazionali legate all’IVA (dai 10 milioni in su).
A occupare la carica è Laura Codruta Kövesi, ex procuratrice anti corruzione rumena che dalla sua sede in Lussemburgo lavorerà insieme alle autorità nazionali dei 22 Stati membri che finora hanno aderito a questo progetto. Per ora non ne fanno parte la Danimarca, l’Irlanda, l’Ungheria, la Polonia e la Svezia (quest’ultima prevede però di entrare nel 2022). «Incoraggiamo i Paesi che hanno deciso di restare fuori a unirsi a noi, perché il crimine non conosce confini e dobbiamo combatterlo insieme», hanno dichiarato la vicepresidente della Commissione Vera Jourová e i commissari Johannes Hahn (Programmazione finanziaria e il bilancio) e Didier Reynders (Giustizia) in un comunicato congiunto.
La protezione del budget europeo rappresenta però un obbligo per ciascuno stato membro, per questo i Paesi non aderenti dovranno comunque cooperare con l’EPPO, al di là dell’adesione o meno al programma. E se alcuni paesi, come l’Ungheria, hanno già adottato accordi specifici con l’ente, altri in realtà non si stanno comportando altrettanto bene. La Finlandia e la Slovenia, per esempio, pur avendo aderito al programma non hanno ancora nominato i loro procuratori delegati. E nonostante la Commissione europea abbia dichiarato che l’ente potrà comune iniziare il suo lavoro, secondo la guida dell’EPPO Laura Codruța Kövesi il problema è serio: soprattutto da parte della Slovenia, che deve prendere la presidenza del Consiglio dell’Ue, la mancata nomina dei procuratori delegati è «un pessimo segnale» e una «mancanza di sincera cooperazione».
Kövesi coordinerà questo organismo indipendente attraverso un collegio di 22 procuratori europei, supervisionando il loro lavoro. In ciascuno stato membro i procuratori delegati saranno coadiuvati nel loro lavoro dalle autorità nazionali competenti, a partire dai corpi di polizia, mentre nel caso di illeciti che superano i confini nazionali, i procuratori delegati dei diversi Paesi coinvolti collaborano fra loro secondo un protocollo sovranazionale. Al di sotto del collegio ci saranno 15 camere permanenti che dirigeranno le indagini nazionali supervisionando a loro volta le operazioni e presso cui saranno suddivisi i casi che l’ente dovrà gestire ogni anno. Alla fine delle indagini, sarà la camera permanente dell’EPPO a stabilire se proseguire con il caso o archiviarlo.
Infine, a pieno regime il procuratore dovrebbe riuscire a gestire circa 3mila casi all’anno, ma con l’avvio del NextGenerationEU è probabile che il numero di casi sarà anche superiore. Secondo il Rapporto annuale sulla protezione degli interessi finanziari dell’Unione solo nel 2019 ci sono stati frodi dal valore di 461 milioni di euro sul budget annuale di 159 miliardi di euro, a cui bisogna aggiungere 140 miliardi di euro di Iva non incassata del 2018. «Queste attività fraudolente hanno un impatto diretto sulla vita quotidiana delle persone, e infliggono un danno economico serio. Tutto questo deve finire, a maggior ragione dato che il Covid-19 ha messo alla prova le nostre economie e per la ripresa abbiamo bisogno di ogni singolo euro», hanno concluso Jourová, Hahn e Reynders. «Ora, l’Ufficio del procuratore europeo giunge a rafforzare la protezione del budget dell’Unione Europea. Monitorerà l’implementazione del NextGenerationEU con occhio attento, per assicurare che i fondi arrivino all’economia e ai cittadini. In gioco ci sono 750 miliardi di euro fra prestiti e fondi».