Sul disegno di legge Zan, «la Lega è sempre stata pronta a discutere per un testo condiviso, senza ideologia». Lo dice Matteo Salvini ad Avvenire, dopo che ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi ha chiarito – in risposta alla nota del Vaticano – che «l’Italia è uno Stato laico e non confessionale» e che «il Parlamento è libero di discutere e di legiferare».
Insomma, deciderà il Parlamento, non il Vaticano: è questa la risposta del premier. E la palla ora è nelle mani dei partiti di maggioranza, che da tempo si dividono sulla legge contro l’omotransfobia, passata in prima lettura alla Camera e ora all’esame del Senato. Ma Salvini ribadisce: «Sono contento che la Santa Sede abbia espresso dei dubbi». E aggiunge: «La parola della Chiesa per me è fondamentale, su questo e altri temi».
«Ho pubblicamente chiesto un incontro a Letta, ma non ho ricevuto risposta», racconta il leader della Lega al quotidiano della Cei. «E prima di me, ha proposto un tavolo di confronto anche il presidente della commissione Giustizia, Ostellari. Se l’obiettivo è contrastare ancor più duramente odio e violenza, siamo tutti d’accordo, anche se le leggi vigenti mi sembrano già chiare. Non vorrei che qualcuno insistesse solo per fare campagne ideologiche sui bambini o per limitare la libertà di espressione».
Ecco i punti controversi secondo Salvini. «In particolare, l’attenzione va posta sulle definizioni nell’articolo 1, criticate da molti e che vanno modificate: non vogliamo che l’educazione gender entri nelle scuole, né possiamo tollerare restrizioni alla libertà di pensiero o parola», dice il leader leghista riprendendo alcune delle preoccupazioni contenute nella nota del segretario di Stato Vaticano inviata al governo italiano. «Sono contento», aggiunge Salvini, «che la Santa Sede abbia espresso dei dubbi. Come peraltro, da versanti diversi, hanno fatto esponenti femministe e delle comunità Lgbt».
E sui tempi di mediazione con gli altri partiti, dice: «Noi siamo pronti. Abbiamo già depositato un testo, firmato anche da me, per inasprire le pene per chi è protagonista di episodi di odio o violenza. Dipende dal Pd: punta a combattere le discriminazioni o vuole fare campagna ideologica, anche sulla pelle degli omosessuali? Aggiungo che le battaglie della Lega contro l’utero in affitto e le adozioni omosessuali sono battaglie di libertà fatte a difesa di donne e bambini, quindi su questo non accetto lezioni».
Salvini ribadisce che «la parola della Chiesa per me è fondamentale, su questo e altri temi, come nel caso della libertà educativa e della giusta richiesta di considerazione per le scuole paritarie e cattoliche, per i loro insegnanti e studenti. Purtroppo mi pare che a sinistra, invece, preferiscano censura e bavaglio».
E sulla parole di Draghi in difesa della laicità dello Stato, commenta: «Nessuno mette in dubbio la laicità dello Stato. Ciò detto, sulla legge Zan perplessità e critiche non sono soltanto della Chiesa…».
«Per me», dice Salvini, «la Libertà, con la L maiuscola, vale sempre e per tutti, non a giorni alterni». Però poi alla domanda sulla legge anti Lgbt voluta in Ungheria da Orrbàn risponde: «Penso che ogni Paese, nel rispetto delle leggi e dei diritti, possa decidere in autonomia sui propri programmi scolastici, su università e giustizia, su tasse e lavoro. E penso che l’educazione dei figli sia compito primario di mamme e papà, non di altri».
Il rischio però è che, con il voto segreto, ora il ddl Zan rischia di essere affossato in Senato. È quello che dice Matteo Renzi a Repubblica: «Italia Viva ha già votato alla Camera e voterà in Senato. Ma suggerisco prudenza: se con il voto segreto va sotto su un emendamento, la legge rischia di essere affossata. Una legge serve e va approvata velocemente: i promotori devono decidere se accettare alcune modifiche con una maggioranza ampia o rischiare a scrutinio segreto su questo testo. Quando approvammo le unioni civili, facendo un’operazione bella, di avanzamento dei diritti, trovammo delle mediazioni».