Green Pass obbligatorioLa scelta di Cucinelli: No Vax fuori dall’azienda, ma pagati per sei mesi

Il ministro Orlando dice no alla proposta di Confindustria della certificazione verde necessaria per lavorare nelle fabbriche e negli uffici. Oggi il governo decide su treni e aerei, ma il passaporto vaccinale servirà per i locali al chiuso. Ad agosto basterà una sola dose, da settembre saranno necessarie due

(LaPresse)

Chi non ha il Green Pass non lavora nelle fabbriche e negli uffici. Questa sembra essere la proposta provocatoria di Confidustria, con il rischio di demansionamenti e riduzioni del salario per quei dipendenti che decidono di non vaccinarsi. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha già respinto la provocazione, dicendo no a iniziative unilaterali. Le organizzazioni sindacali si sono già dissociate, puntando il dito sul fatto che i lavoratori sono cittadini e che i protocolli di sicurezza sottoscritti con il governo ad aprile sono ancora in corso. Ma in qualche misura prendono le distanze anche gli imprenditori.

Tra questi Brunello Cucinelli. Il signore del cashmere, che ha fondato un colosso della moda da mezzo miliardo di fatturato, a Repubblica e alla Stampa spiega che è pronto a lasciare a casa per sei mesi, garantendo lo stipendio in una sorta di aspettativa, chi tra i lavoratori ha scelto di non vaccinarsi. Poi si vedrà.

«Non voglio parlare per gli altri, ma non si può stravolgere il funzionamento dell’azienda, le competenze e gli stipendi delle persone», dice. «Sono inoltre fiducioso che presto il governo interverrà per dirimere la questione. Del resto chi non è vaccinato non potrà viaggiare e andare al ristorante, ma in azienda ci passi nove ore al giorno, e il rischio a cui esponi chi ti sta al fianco è molto più alto».

Cucinelli è stato tra i primi industriali ad aprire un centro vaccinale nel suo stabilimento di Solomeo insieme all’Asl. E oggi, su 1.200 dipendenti, «meno dell’uno per cento non è vaccinato, e chiaramente in azienda si è venuto subito a sapere chi erano», racconta. «Ora, come è logico che sia, i ragazzi che prima lavoravano allo stesso tavolo, non vogliono più stare a contatto con chi ha scelto di non vaccinarsi».

Cucinelli racconta che due settimane fa ho chiesto un incontro al presidente Mario Draghi. «Sono stato subito ricevuto e mi sono emozionato», racconta. I due hanno parlato «di tante cose tra cui della campagna vaccinale. Quando abbiamo inaugurato la nostra campagna vaccinale in azienda è venuto a trovarci a Solomeo il generale Francesco Figliuolo, e insieme a lui abbiamo condiviso l’idea che se finiamo un giorno prima la campagna vaccinale, oltre a proteggere le nostre persone, usciamo un giorno prima dalla crisi». Dopodiché, prosegue, «ho fatto una grande assemblea riunendo nel parco antistante i nostri stabilimenti a Solomeo, con tutti i dipendenti presenti e distanziati, gli ho portato loro i saluti e gli auguri del presidente Draghi, dicendo che presto il governo sarebbe intervenuto a regolare i prossimi passi e che verosimilmente presto potremmo essere autorizzati a recarci in azienda senza le mascherine, ma a quel punto potranno entrare solo coloro che hanno il Green Pass. Un principio che vale anche per chi viene a trovarci e per i collaboratori esterni».

Cucinelli precisa: «Non posso imporre a nessuno di fare questa scelta, ma non posso neppure mettere a rischio chi ha scelto di vaccinarsi». Quindi, «finché posso cercherò di convincerli sotto il profilo umano poi, se chi fa le norme non prende provvedimenti, mi muoverò io. Ho il dovere morale di essere il custode di questa impresa e del 99% delle persone che lavorano. Noi facciamo assemblee trimestrali, la scorsa settimana c’è stata la prima: tutti fuori, senza mascherina. Capisce che chi non si vaccina rappresenta un problema. Ho deciso che, finché non cadrà l’obbligo di mascherina all’interno degli ambienti di lavoro, potremo venire anche senza pass. Da quando potremo toglierla, però, la carta verde sarà obbligatoria. Sono sicurissimo: i nostri governanti ci daranno un’indicazione chiara».

E per quell’1% che non si è vaccinato, «non voglio certo licenziare nessuno e sono pronto a garantire un’aspettativa remunerata per sei mesi a chi non si vaccina. Sono morte migliaia di persone, abbiamo passato notti dolorose, non possiamo più riviverle. Abbiamo fatto la nostra parte, adesso tocca a loro».

Oggi il decreto del governo
Sarà deciso oggi durante la cabina di regia che precederà il consiglio dei ministri chiamato a varare il decreto sulle nuove norme quali attività richiederanno il Green Pass obbligatorio e quali no. La successiva conferenza stampa di Mario Draghi illustrerà i contenuti. Ma il governo è ancora diviso sull’obbligo della certificazione verde per prendere treni e aerei.

Il Green Pass varrà subito per entrare in palestre e piscine, teatri e cinema, musei, stadi e altri eventi sportivi. E lo stesso, nonostante le resistenze di Matteo Salvini, per consumare al chiuso in bar e ristoranti. La norma dovrebbe partire dal primo agosto: basterà una dose come “soglia minima”, tra qualche settimana, invece, ne serviranno due. Un tempo che Palazzo Chigi intende concedere a chi vuole mettersi in regola partendo solo ora con il ciclo vaccinale. Questa seconda fase dovrebbe iniziare il primo o il 15 settembre, ma è possibile che la data venga stabilita in seguito.

Sui trasporti, invece, si deciderà oggi. Esistono alcune perplessità, legate alle prenotazioni già effettuate di voli e viaggi per inizio agosto. Ma l’opzione resta forte, visto che il Green Pass è già necessario per viaggiare in Europa. Inoltre, mancano dieci giorni all’entrata in vigore del Passaporto, quindi c’è tempo per adeguarsi, vista la disponibilità di dosi.

Sulla scuola, invece, il governo si appresta a imporre l’obbligo vaccinale per tutti i dipendenti in modo da garantire il ritorno in presenza. A favore dell’obbligatorietà si è spesa anche l’Associazione dei presidi, arrivando a minacciare il divieto di insegnamento in presenza per chi non si adegua. Resistono solo Salvini e parte del Movimento cinque Stelle. Non è ancora il tempo, invece, di prevedere un obbligo per le imprese che chiedono ai lavoratori di vaccinarsi. Il governo ci ragionerà, anche perché una misura del genere avrebbe un impatto sul funzionamento delle aziende, oltreché implicazioni giuridiche significative.

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