Addio al decreto dignitàL’emendamento della maggioranza che smantella la legge grillina

Introdotta una nuova norma che affida alla contrattazione collettiva le causali e la durata dei rapporti di lavoro a termine. L’esecutivo ha condiviso la modifica nella fase di conversione del decreto sostegni bis, approvata a larga maggioranza ieri in Parlamento

(AP Photo/Andrew Medichini)

I contratti a tempo determinato potranno essere regolati dai contratti collettivi. Il governo Draghi – scrive Il Sole 24 Ore – ha aperto alla prima vera modifica al decreto dignità voluto dai Cinque Stelle, dopo che anche gli ultimi dati Istat hanno certificato come il motore della ripartenza post Covid siano di fatto solo i rapporti di lavoro a tempo. Eliminare i paletti introdotti dai grillini con il sogno dell’abolizione della povertà non è più rinviabile.

Da qui la novità, che si trova in un emendamento al decreto sostegni bis, condiviso dall’esecutivo, e approvato ieri in Parlamento. La norma rimanda alla possibilità per i contratti collettivi di poter disciplinare i contratti a termine, dopo che finora i vari decreti d’emergenza Covid hanno di fatto solo derogato alle norme della legge consentendo i rinnovi per una sola volta senza causali fino a dicembre.

Con questo emendamento, invece, il decreto viene modificato il modo strutturale. Ad oggi la norma prevede che il contratto possa durare 24 mesi. E dopo i primi 12 mesi, scattano le rigide causali. Un nuovo comma all’articolo 19 stabilisce invece che si possano attivare i contratti a tempo anche per le «specifiche esigenze previste dai contratti collettivi di cui all’articolo 51». D’ora in poi, quindi, si consente alle parti sociali di individuare le ipotesi in cui è possibile stabilire un termine al contratto.

L’emendamento è stato votato a larga maggioranza e condiviso dal governo, affidando quindi alla contrattazione collettiva – come chiedeva da tempo la Cisl – la regolazione dei rinnovi e delle proroghe dei contratti a termine. Cresciuti di 180mila unità nei primi cinque mesi del 2021, di cui 100mila in più solo tra aprile e maggio.

Le rigidità introdotte nel 2018 dai Cinque Stelle hanno creato negli anni molte criticità. Con la perdita di numerosi contratti a tempo e l’aumento del turn over, non compensati dalle assunzioni a tempo indeterminato.

Soddisfatta la maggioranza, dalla Lega al Pd. Silenzio dal Movimento Cinque Stelle.