La questione degli stagionaliGaravaglia dice che il Reddito di cittadinanza frena l’economia e va cambiato

Il ministro leghista chiede una svolta dopo le proteste degli operatori del turismo. «Il problema», dice, «è che adesso ci sono persone che preferiscono vivere con i sussidi anziché accettare i lavori disponibili che chiunque può ottenere. Metteremo in campo iniziative già con la prossima legge di bilancio»

(AP Photo/Andrew Medichini)

«Il reddito di cittadinanza distorce il mercato del lavoro e frena la ripresa economica, bisogna cambiare la misura già con la prossima legge di bilancio». Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, della Lega, chiede una svolta dopo la pioggia di proteste degli operatori del turismo, che lamentano l’assenza di lavoratori stagionali. Manca circa un quarto della forza lavoro richiesta durante i mesi estivi, tra 150mila e 200mila lavoratori. «Il problema», dice Garavaglia al Messaggero, «è che adesso ci sono persone che preferiscono vivere con i sussidi anziché accettare i lavori disponibili che chiunque può ottenere».

Garavaglia racconta: «Sto girando l’Italia in lungo e largo. Parlo con decine di imprenditori al giorno. E tutti, dico tutti, lamentano la stortura creata sul mercato del lavoro dal reddito di cittadinanza. Una stortura particolarmente dannosa, oggi e in futuro. Nella sostanza, il reddito di cittadinanza, ma ci metto anche la Naspi, fanno una vera e propria concorrenza al reddito da lavoro».

Come se ne esce? «Quando si rompe un ferro da stiro, prima si prova a ripararlo. E se non ci si riesce, lo si cambia», risponde il ministro. «Ecco, credo sia arrivato il momento di cambiare il meccanismo dei sussidi. Dovevano essere uno strumento a tutela dei lavoratori che avevano perso l’occupazione, dovevano essere una leva della politica attiva del lavoro. Ora sono l’esatto contrario: un disincentivo al lavoro e una concorrenza sleale». Garavaglia spiega: «Chi percepisce il reddito di cittadinanza troppo spesso preferisce rinunciare a offerte, o svolgere qualche attività in nero, piuttosto che andare a lavorare. Per i Comuni poi è difficile e oneroso avvalersi dei sussidiati per servizi vari. A questo mi riferisco quando parlo di concorrenza. Le conseguenze sono devastanti. Non solo per l’impatto economico, pure considerevole, ma per l’atteggiamento che rischia di innescarsi in ampie fasce della popolazione: meglio vivere con sussidi che accettare i lavori che si possono ottenere. Il lavoro è dignità e libertà, il sussidio la mancia del potente di turno».

Il ministro ribadisce che «il reddito di cittadinanza va cambiato. Credo che, come Lega, metteremo in campo iniziative in tal senso già con la prossima legge di bilancio». Un percorso non semplice nella maggioranza, visto che i Cinque Stelle continuano a difendere a spada tratta la loro creatura. E dunque c’è un problema politico. «Mi sembra evidente che lo sia», ammette Garavaglia. «Per questo lo affronteremo, in modo organico, con la legge di bilancio, la legge più importante di un governo. La cifra dell’esecutivo è il pragmatismo. Sarebbe bene che lo ricordassero tutti i miei colleghi, mettendo da parte ideologie fasulle o del passato, o calcoli politici di ipotetiche future alleanze».

Compreso il Pd che, secondo Garavaglia, girerebbe la testa dall’altra parte sulla riforma del reddito di cittadinanza perché è un progetto dei Cinque Stelle e non vuole entrare in rotta di collisione con un possibile e futuro alleato. «In questa maggioranza, la Lega sta mettendo da parte alcuni dei propri vessilli per onorare un impegno assunto davanti al Paese. Con la difesa ostinata e ideologica del reddito di cittadinanza altri non stanno facendo la loro parte».

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