Porte chiuseNon saranno ammessi spettatori alle Olimpiadi

Un improvviso aumento dei casi a Tokyo ha costretto gli organizzatori dei Giochi a un cambio di rotta: nessuno potrà assistere dal vivo alle competizioni, negando l’accesso ai palazzetti e agli stadi anche ai cittadini giapponesi

Lapresse

A due settimane dal via le Olimpiadi cambiano ancora: a Tokyo gli eventi sportivi si svolgeranno a porte chiuse. Non saranno ammessi nemmeno gli spettatori giapponesi. Lo hanno annunciato gli organizzatori locali dopo averne parlato con il Comitato olimpico internazionale: la decisione è una conseguenza dello stato di emergenza dichiarato da Tokyo in risposta a un’improvvisa impennata di contagi.

È la dimostrazione che anche per l’evento sportivo più importante di tutti l’organizzazione procede alla giornata, o poco più. Appena un mese fa il Comitato olimpico aveva fatto sapere che per evitare di peggiorare la situazione sanitaria avrebbero impedito agli spettatori stranieri di viaggiare in Giappone per i Giochi, spiegando che gli unici ad assistere agli eventi dal vivo sarebbero stati gli spettatori locali – sempre nel rispetto delle misure di sicurezza.

La nuova ondata di casi ha cambiato le carte in tavola in pochissimo tempo. Mercoledì la città di Tokyo ha riportato 920 nuovi casi di coronavirus, il numero più alto da maggio. Giovedì sera il primo ministro giapponese Yoshihide Suga ha dovuto riconoscere che l’arrivo delle varianti nell’arcipelago asiatico non consente lo spostamento di un gran numero di persone. Poi ha aggiunto che «queste Olimpiadi non saranno ricordate come un l’ennesima vittima della pandemia, ma come un esempio di forza d’animo di fronte alle avversità. Gli spettatori si sintonizzeranno da tutto il mondo e vogliamo trasmettere un messaggio positivo».

Intanto è stato dichiarato lo stato di emergenza – per la quarta volta, in città, dall’inizio della pandemia – e resterà in vigore per tutta la durata delle Olimpiadi.

Il Giappone è stato relativamente poco colpito dal Covid-19, fino ad oggi. Almeno in un confronto con altri Paesi con una popolazione simile (conta oltre 120 milioni di abitanti): il bilancio delle vittime non arriva ancora a 15mila e non ci sono mai stati periodi di lockdown rigidi come quelli di alcuni Stati asiatici.

Oggi il problema riguarda soprattutto la difficoltà nel vaccinare i cittadini: si fanno circa un milione di somministrazioni al giorno, ma per tutta la prima metà del 2021, come avevamo raccontato, i ritmi sono stati decisamente più bassi. «I giapponesi – scrivevamo a gennaio – hanno un sospetto storico verso i vaccini, un tema molto specifico nato all’inizio degli anni ‘90. Prima di allora le vaccinazioni erano obbligatorie fin dalla Seconda guerra mondiale».

Nelle ultime settimane e negli ultimi mesi però l’organizzazione dei Giochi è andata avanti, nonostante tutto. Gli stessi cittadini giapponesi hanno più volte dichiarato di non volere le Olimpiadi nella capitale, viste le difficoltà legate alla pandemia. Ancora adesso molti sondaggi rivelano che i giapponesi preferirebbero rimandarle – ipotesi non più contemplata dal Cio – o annullarle.

Anche perché, come spiega il New York Times, a partire da questa settimana sono arrivati i primi atleti che dovranno partecipare ai Giochi e questo crea un clima di preoccupazione ancora maggiore. «L’ansia è iniziata a crescere – si legge sul quotidiano americano – quando i primi sportivi hanno iniziato a riversarsi in Giappone da tutto il mondo. Finora, almeno quattro membri delle squadre olimpiche sono risultati positivi al coronavirus e sono stati messi in quarantena».

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