Un binario diverso per i processi di mafia e terrorismo, in modo da non farli rientrare fra quelli che andranno in prescrizione o che diventeranno improcedibili. È su questa mediazione che starebbero lavorando i tecnici di Palazzo Chigi e del ministero della Giustizia, secondo quanto riporta il Corriere.
Ieri la Guardasigilli Marta Cartabia ha incontrato Mario Draghi per un confronto definito «tecnico» e di «carattere preliminare». Ma a dettare l’agenda è anche il tempo. Si avvicina infatti la data del 30 luglio, quando la riforma del processo penale dovrebbe arrivare in aula alla Camera. Per cui occorre accelerare.
Si lavora a un compromesso sul testo che possa tenere insieme i mal di pancia del Movimento Cinque Stelle e quelli opposti di Forza Italia e Lega. La trattativa è con i grillini di Giuseppe Conte da un lato, ma anche con Forza Italia dall’altro.
Oltre a quello dei Cinque Stelle, infatti, si è aggiunto il fronte dei berlusconiani che vogliono cambiare le regole dell’abuso d’ufficio per tutelare sindaci e amministratori pubblici. Una posizione sposata anche dai renziani, scrive Repubblica. E dopo il ricorso presentato dal centrodestra sugli emendamenti sull’abuso d’ufficio dichiarati inammissibili, alla Camera è slittata la discussione in Commissione. Verrà definito questa mattina il nuovo calendario delle sedute.
Sulla mediazione con il fronte grillino, invece, la via sarebbe quella di cambiare il comma 8 dell’articolo 14 della riforma, laddove è indicato che i reati da ergastolo non rientrano tra quelli che devono rispettare le regole da improcedibilità. E in quel comma rientrano i reati di mafia. Oggi Giuseppe Conte incontra i deputati del Movimento e lì si definirà il perimetro del nuovo compromesso e l’eventuale voto di fiducia sulla riforma.
È un lavoro millimetrico, su cui si stanno misurando i tecnici di via Arenula. E i partiti di maggioranza maldigeriscono la mediazione eccessiva con i grillini. Anche perché a questo punto tutti vorrebbero mettere la propria bandierina sulla riforma. Anche Liberi e Uguali chiede modifiche del testo. E Roberto Cassinelli, Forza Italia, dice: «Se la scelta di Draghi è quella di mettere la fiducia noi lo votiamo. Se la scelta è di aprire agli aggiustamenti anche noi vorremmo dire la nostra». Ma Enrico Costa avverte: «No a stravolgimenti che contrastino la ragionevole durata del processo». E la leghista Giulia Bongiorno mette le mani avanti: «Vogliamo leggere ogni minima modifica, non firmiamo nulla a occhi chiusi».