L’intimità è un disastroTemptation Island e la normalizzazione del maschio che non spolvera

La trasmissione, con il pretesto di giocare con la seduzione di coppie separate, è al tempo stesso un trattato di antropologia di livello universitario e un’operazione di consolazione di massa per il (poco) sesso nel matrimonio e per le reciproche umiliazioni

frame da Youtube

Scopare, non scopa nessuno. Tra le coppie di lungo corso, dico; nella vita, dico, e quindi anche a Temptation Island, il trattato d’antropologia con cui ogni estate Maria De Filippi si conferma la miglior facoltà universitaria italiana.

La me ventenne era convinta che gli unici sposati non scopanti fossero i suoi genitori (dovevano esserne convinti anche loro, a giudicare dalle piazzate nel corso delle quali si rinfacciavano una vita senza copule).

La me ultraquarantenne credeva d’aver dismesso la capacità di stupirsi, finché un’amica non le disse che, col marito, scopava assai di frequente. Ma in che senso? Con quello con cui vivi? Con quello con cui discuti per i bicchieri nell’acquaio e chi porta giù la spazzatura? Con quello che ti trovi in casa anche quando hai zero voglia di vederlo? Tu con quello lì hai voglia di scopare? Ma allora cosa te lo sei sposato a fare?

«L’intimità è un disastro», dice una a caso di quelle di Temptation Island, svelando la trama del matrimonio. Non riesco a ricordarne il nome (ogni anno riesco a memorizzare solo una coppia, quella che promette i maggiori imbarazzi), ma ricordo che lui a un certo punto ha detto «non ho problemi d’autostima», ignaro che lei di lì a poco avrebbe svelato agli italiani davanti alla tv che di scopare, con mister autostima, non se ne parla (e anche che lui non le paga la cena, né contribuisce all’affitto).

Ogni anno ce n’è uno, a Temptation Island: ogni anno un uomo esordisce spiegandoci quant’è sicuro di sé, quant’è maschio, quant’è togo, e ogni anno crolla miseramente entro la seconda puntata. Se siete scommettitori, puntate sulla tenuta nel lungo periodo di quelli che alla prima puntata prendono a pugni muri e poltrone: si sfogano subito, e poi recuperano dignità.

Se non sapete cosa sia Temptation Island (questo quinquennio su Marte è stato riposante?), vi serve forse uno schema d’ingaggio minimo.

Sono sei coppie – pagherei per assistere ai casting: come convinci una coppia a partecipare a un programma dal quale nessuno è mai uscito come un men che perfetto imbecille? – che in un posto di mare vengono separate e – le sei donne tra loro, i sei uomini tra loro – messi in mezzo a controparti che hanno il compito di sedurli. Tra un flirt e l’altro, agli accoppiati scoppiati vengono fatti vedere video della loro dolce metà: nel migliore dei casi lui fa il cretino con altre; nel peggiore lei dice che, alla propria metà, non la dà neanche come regalo di compleanno.

Giacché va molto questo tic della «normalizzazione», cioè delle cose che non ci complessano solo se le vediamo fare da gente su uno schermo, dovremo lodare assai Temptation Island, che normalizza il fatto che, in una relazione di coppia a lungo termine, il sesso sia una rarità. Sarà merito di Maria De Filippi, che produce il programma, se le ventenni di oggi capiranno che scopare è un’abitudine che perdi col tempo, se lo capiranno senza metterci i decenni che ci ho messo io.

Quello che non ha problemi d’autostima, mentre in un video la sua morosa lo accusava di non spolverare, si è voltato verso gli altri scoppiati. «Tu sai spolverare?» «Io non so fare niente». Mi sono immaginata i fissati coi generi sessuali, preoccupati che la tv normalizzasse l’uomo che non pulisce. Invece che lieti della normalizzazione degli esseri umani che non spolverano. Nei momenti più grassi della mia vita, io sono così poco maschio che ho la sesta di tette, eppure non ho mai spolverato. Diceva Quentin Crisp, scrittore inglese che prima o poi in Italia qualcuno tradurrà (Fran Lebowitz insegna che non è mai troppo tardi), che dopo qualche anno la situazione della polvere non peggiora, e l’immutato dito di polvere che in casa mia sta indisturbato da un decennio sui libri meno sfogliati gli dà ragione.

Certo, poi è un problema di prospettiva: io mi rallegro d’essermi spesso immedesimata nei maschi: io e Crisp (o io e quello di Temptation Island) abbiamo gameti diversi ma uguali priorità; altri diranno che Crisp si metteva lo smalto alle unghie un secolo prima del marito della Ferragni, e quindi la sua identità di genere è tale e quale alla mia.

Ma tornando a quell’isola felice dove gli uomini dicono alle donne di coprirsi, come le conversazioni sulla sessualità non fossero mai esistite e i maschi potessero permettersi d’essere ancora Ferribotte dei “Soliti ignoti” che ingiungeva «occhi a terra» alla sorella, tornando in Sardegna e su Canale 5, vorrei parlare della coppia di cui ho deciso d’imparare i nomi: Valentina e Tommaso. Lei quarant’anni, lui ventuno: devo dire altro?

Lei magrissima ma con rigonfiamenti alieni al labbro superiore e alle tette. Lui convinto che, in un programma sponsorizzato da una marca di costumi, lei non si metterà in bikini perché «il tuo corpo è sacro». Stanno insieme da quasi due anni, quindi lui ne aveva diciannove, e faceva il liceo, giacché ci spiega che, essendo stato bocciato, l’ha finito a venti.

Se guardandoli non pensate a «sto con una ragazza che ha i compiti», il sospiro del quarantaduenne Woody Allen in Manhattan, è solo perché la scenografia romana non potrebbe essere più diversa dalla New York intellettuale in cui uno scrittore portava una diciassettenne a cena con gli amici.

Tommaso e Valentina ci spiegano la loro relazione dal divano della casa in cui convivono. In tre: lui, lei, e la madre di lui (che il format non prevede di mostrare, e questo è un peccatissimo: Valentina ha bisogno d’una coetanea che le faccia da spalla). Ce lo spiegano su uno sfondo di Treccani. Vivono, nel 2021, in una casa alla quale fa da arredo un’enciclopedia.

(La camera nella quale fanno le valigie ha le pareti lilla. Mancano solo le nuvole che Meryl Streep voleva dipingere sul soffitto del bambino in Kramer contro Kramer).

Lui la chiama «moglie» anche se non sono sposati, e si fa venire una crisi isterica quando, a cavalluccio in spiaggia, lei poggia le tette sulla schiena d’un altro. Non potrà che finire malissimo: hanno persino fatto capire che, beh, sì, in effetti loro scopano.

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