La Polizia postale italiana sta collaborando con Europol e Fbi per le indagini sull’attacco hacker che ha colpito la Regione Lazio. Unire le forze significa poter incrociare i dati con altri casi simili avvenuti in passato, in Italia e all’estero.
L’attacco che ha colpito i sistemi informatici della Regione è stato interrotto piuttosto rapidamente: per evitare la continua sottrazione di dati i tecnici della Regione hanno disattivato il sistema tempestivamente, riducendo i danni.
«Tutti i dati relativi alle oltre 7 milioni di somministrazioni di vaccini eseguite sono in nostro possesso e nessun dato dell’Anagrafe Vaccinale Regionale è stato sottratto, come nessun altro dato sanitario, né del Fascicolo Sanitario Elettronico», ha rassicurato l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato.
Nella stessa operazione era stata attaccata anche la Erg di Genova: la società ha registrato alcuni disservizi, molto limitati, all’infrastruttura Ict (Information and communication technology). Nel comunicato, l’azienda conferma che adesso tutti gli impianti «sono correttamente in esercizio e non hanno subito alcuna interruzione, garantendo così l’operatività di business».
Ad ogni modo, la notizia degli attacchi informatici ci ricorda, ancora una volta, che questo tipo di reati contro istituzioni, aziende e privati sono sempre più frequenti. Ma non è detto che chi li subisce sia davvero preparato a difendersi.
È un argomento di attualità in tutto il mondo. Negli ultimi giorni il presidente statunitense Joe Biden ha avvertito che gli attacchi informatici potrebbero essere l’innesco di una guerra militarizzata. «Se finiamo in una guerra, una vera guerra, con una grande potenza, sarà a causa di una violazione informatica», ha dichiarato il presidente americano.
Una frase che, come riporta il Financial Times, segue una serie di recenti cyberattacchi. E la prima evidenza che è emersa è una insolita vulnerabilità degli stessi Stati Uniti: «Ci sono state – si legge nell’articolo – gravi violazioni di spionaggio che hanno colpito il cuore del governo, attacchi avvenuti tramite ransomware che hanno bloccato le operazioni di un importante oleodotto e impianti di confezionamento della carne».
Biden ha anche sottolineato che gli attacchi informatici «sono solo un aspetto delle crescenti minacce che gli Stati Uniti devono affrontare, ma ci saranno più sviluppi nei prossimi 10 anni rispetto agli ultimi 50, caricando di enorme responsabilità i servizi di intelligence».
Forse il caso della Regione Lazio e della Erg, e quest’ultimo in America, non saranno le scintille di una guerra militarizzata, come dice Biden. Ma l’avvertimento che arriva dalla Casa Bianca aiuta a dare un peso e un valore reale alle minacce del mondo informatico.
Biden ha più volte parlato degli attacchi della Cina e soprattutto della Russia: aveva accusato Mosca della diffusione di notizie false per influenzare il voto alle elezioni del Congresso degli Stati Uniti (quelle di medio termine del 2022). «È una pura violazione della nostra sovranità», ha detto Biden.
Ma non solo. Nelle prime settimane di mandato, Biden aveva anche proposto un piano da circa 10 miliardi di dollari per migliorare la sicurezza informatica a livello federale: in questo modo il presidente rimette sul tavolo il piano per la creazione di un “Department of Cybersecurity”, un dipartimento ad hoc per la sicurezza informatica. La proposta non è nuova negli Stati Uniti, ma oggi il tema sembra più attuale che mai. Per questo a gennaio, annunciando l’American Rescue Plan, Biden aveva dichiarato di voler «modernizzare l’IT federale».