Dopo scontri, mediazioni e appelli alla compattezza, alla fine sulla riforma Cartabia ieri notte è arrivata la doppia fiducia: 462 sì, 55 no e un astenuto al primo articolo; 458 sì e 46 no al secondo.
Il Movimento Cinque Stelle alla fine si è ricompattato. E gli assenti sono stati solo 13, quando solo 24 ore prima si erano fatte notare un quarto delle defezioni e un voto in dissonanza dal gruppo. Molti domenica avevano disertato la votazione sulle pregiudiziali di costituzionalità. E Alessandro Melicchio, che aveva votato con l’opposizione per l’incostituzionalità della norma, alla fine ha detto sì.
Oggi l’ultimo atto: la votazione finale alle 19 in diretta tv. Poi il testo andrà al Senato per l’approvazione definitiva. Il Movimento Cinque stelle presenterà però diversi ordini del giorno per chiedere che il governo si faccia carico del tema dei controlli e che ci sia un monitoraggio assiduo affinché i processi legati ai reati contro l’ambiente non finiscano per sopperire.
Ma il voto sulla riforma della giustizia per i cinque Stelle si incrocia con quello del nuovo Statuto. La difficoltà per il leader in pectore Giuseppe Conte è dover rispondere alle perplessità degli attivisti che non stanno votando in massa per il nuovo documento. E sui profili social dell’ex premier sono piovuti molti insulti sul voto al testo della ministra Cartabia.