Distanti dalla Lega No PassNon basta la destra per vincere, avverte la ministra Gelmini

Salvini in bilico tra i leghisti che scendono in piazza contro la certificazione verde e gli amministratori del partito che fanno vaccinare quanta più gente possibile. La ministra per gli Affari regionali fa notare che, nonostante il leader del Carroccio sia alto nei sondaggi, alla fine è sempre Berlusconi a tracciare la linea. E spiega che è necessario un «utilizzo estensivo» del passaporto vaccinale

La svolta sull’estensione del Green Pass potrebbe essere contenuta nel decreto che il governo si appresta a varare già domani, o al più tardi giovedì 5 agosto, con una cabina di regia e un consiglio dei ministri.

La Lega di Salvini preme però per far slittare ogni decisione al 19 agosto, divisa tra i No Pass e No Vax e gli amministratori come Luca Zaia che puntano a far vaccinare il numero maggiore di cittadini. Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali, che pure è nella stessa coalizione di centrodestra al governo, sulla Stampa dice invece che è necessario un «utilizzo estensivo» della certificazione verde, dai trasporti alla scuola. E fa notare che, nonostante Salvini sia in testa nei sondaggi come leader del centrodestra, alla fine a tracciare la linea è sempre Silvio Berlusconi. Perché «non si primeggia con la sola destra».

«Abbiamo condiviso la scelta del Green Pass e siamo d’accordo su un suo utilizzo estensivo», spiega la ministra. «Siamo al primo d’agosto e quasi 40 milioni di italiani possono già averlo: dobbiamo incentivare tutti i cittadini a vaccinarsi, non possiamo rischiare di vanificare gli sforzi fatti. Trovo singolare, ad esempio, che al ristorante chi controlla il pass ai clienti possa non essere vaccinato. Dovremo trovare una soluzione, naturalmente dando un po’ di tempo alle aziende per organizzarsi. Così anche sui trasporti a lunga percorrenza. In vista del nuovo anno scolastico, invece, un terzo dei ragazzi fra i 12 e i 19 anni ha ricevuto almeno una dose: sarebbe paradossale dover ricorrere alla Dad perché un insegnante che ha rifiutato il vaccino è stato contagiato».

Quanto al leader della Cgil Landini che chiede al governo di rendere obbligatorio per legge il Green Pass per entrare in fabbrica, dice: «Mi pare che da Landini sia arrivata un’apertura significativa. Certo il Green Pass non può rappresentare uno strumento per licenziare i lavoratori, ma per lavorare in sicurezza. Non credo si possa caricare sulle spalle di datori di lavoro e sindacati una decisione di questo tipo. Se si dovrà intervenire il governo farà la sua parte, cercando l’accordo con le parti sociali».

Salvini però è in bilico tra i leghisti No vax che scendono in piazza e gli amministratori del suo partito che fanno vaccinare quanta più gente possibile. E il centrodestra di governo appare diviso anche su una tema fondamentale come quello della vaccinazione. «Forza Italia e Lega finora hanno votato tutti i provvedimenti», risponde la ministra. «Salvini si è vaccinato e in Consiglio dei ministri la Lega ha votato il decreto sul Green Pass. Tuttavia non si può negare che sul tema ci siano sensibilità diverse. La Lega è contraria da sempre a obblighi vaccinali, noi in questo caso siamo senza se e senza ma dalla parte della scienza e dei vaccini».

E nonostante i sondaggi diano Salvini in testa come leader del centrodestra, Gelmini spiega che «a tracciare la strada» è «sempre il presidente Berlusconi» e «sempre Forza Italia». Dice: «Siamo stati i primi a sostenere l’esigenza di un governo di unità nazionale e a dire sì a Draghi; non abbiamo mai avuto dubbi sulla nostra collocazione internazionale e sull’importanza della nostra attiva presenza in Europa. Oggi anche la Lega riconosce che il Next Generation Eu e quello che ha fatto la Bce sono stati fondamentali per evitare il tracollo delle economie di molti Paesi, fra i quali anche l’Italia. La leadership non è solo questione di numeri. Berlusconi ha proposto il partito unico e ha riconosciuto a Salvini di essere venuto, su molti argomenti, sulle nostre posizioni».

E «fra due mesi sulle schede per le amministrative ci sarà la coalizione di centro-destra contro la sinistra e i 5S. Vedo una nostra vittoria elettorale, con FI che esercita un ruolo centrale: non si primeggia con la sola destra».

Anche da Forza Italia si prendono i meriti del compromesso sulla giustizia. «Siamo stati determinanti per archiviare il “fine processo mai” e arginare i tentativi di rimonta dei 5S», dice Gelmini. «Abbiamo ottenuto criteri più stringenti per la riapertura delle indagini, il Parlamento potrà dire la propria sulle priorità dell’esercizio dell’azione penale, ci sono più tutele per gli indagati e abbiamo stoppato la reiterazione infinita delle proroghe. È una riforma più garantista e ci assicurerà le risorse dell’Europa».

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