Il governo prepara una nuova estensione dell’obbligo del Green Pass per i dipendenti della pubblica amministrazione, scrive Repubblica. L’obiettivo è quello di accelerare la campagna vaccinale e tagliare il traguardo dell’80% di italiani con almeno una dose prima della fine di settembre. Al progetto sta lavorando il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, anche perché vorrebbe ridurre il largo ricorso allo smart working negli uffici e riportare gran parte dei lavoratori in presenza.
«Si può valutare se procedere con l’estensione del passaporto vaccinale», conferma a Repubblica il ministro della Salute Roberto Speranza. «Ad esempio per i dipendenti della pubblica amministrazione».
Prima l’obbligo imposto a chi lavora nella sanità, poi a chi è impiegato nella scuola (anche se la sottosegretaria Barbara Floridia sul Corriere ammette che la piattaforma per verificare giornalmente il certificato verde dei prof è in ritardo). E adesso l’attenzione rivolta a chi è dipendente dell’amministrazione pubblica. Anche perché il premier Mario Draghi farà di tutto per allargare al massimo la platea di chi è coperto da due dosi.
Intanto però si valuterà l’effetto del passaporto vaccinale introdotto sui trasporti e nelle scuole, obbligo che scatta dal 1 settembre. Con la fine dell’estate, inoltre, assumerà sempre maggiore peso la carta verde per gli eventi musicali, i musei e i ristoranti, che inizieranno a ospitare soprattutto al chiuso visitatori, richiedendo dunque il pass – spiega Repubblica.
Ma non è detto che basti. Per questo, l’esecutivo prepara la prossima mossa: il Green Pass nella pubblica amministrazione e poi nei luoghi di lavoro e nel trasporto pubblico locale. Per gli statali l’obbligo potrebbe scattare da inizio ottobre. E quasi certamente in tempi brevi poi anche nelle aziende private. Le scorse settimane governo e sindacati sono entrati in rotta di collisione su questo punto, ma presto l’esecutivo cercherà di siglare un compromesso. Infine su bus e metro locali, nonostante alcun dubbi del ministro Enrico Giovannini, che sembra convinto che protocolli rigidi e tempi brevi di percorrenza mettano già in sicurezza gli utenti.
Forza Italia è d’accordo, così come Italia Viva. «Abbiamo fortemente voluto il Green Pass e siamo favorevoli all’obbligo vaccinale. Se nel giro di qualche settimana non si raggiunge l’ottanta per cento di immunizzati credo che sarebbe giusto prevedere una forma di obbligo vaccinale, almeno per chi svolge funzioni pubbliche», ha detto la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini. È la stessa posizione del Partito democratico e del ministro della Salute Roberto Speranza. Matteo Salvini invece si opporrà all’obbligo duro e puro. E anche nel Movimento cinque stelle le posizioni sono sfumate.
Peseranno, come detto, anche i numeri della campagna di vaccinazione delle prossime settimane. Ad oggi è stata toccata quota 73,5%. Per tagliare il traguardo dell’80% di over 12 immunizzati con almeno una dose serviranno almeno tre settimane. Così, almeno, spera l’esecutivo. E a ottobre si proverà a raggiungere quota 86-87% del totale, circa 48 milioni di persone.
Questo nello scenario migliore, che dovrebbe essere favorito anche dall’estensione del Green Pass. In caso contrario, si valuterà seriamente, e nonostante le resistenze di Matteo Salvini e Giuseppe Conte, anche l’obbligo vaccinale.