Pubblichiamo la trascrizione dell’intervista concessa al Tg1 dal presidente del Consiglio Mario Draghi.
Presidente, c’è apprensione per i nostri connazionali ancora in Afghanistan. Che messaggio rivolge a loro e a chi per anni ha operato in uno scenario così difficile?
Innanzitutto vorrei ringraziare i nostri militari i diplomatici e tutti i cooperanti che per 20 anni sono stati a Kabul a Herat e in tutto il paese. Poi voglio rivolgere un messaggio di affetto sincero alle famiglie dei 54 caduti: l’Italia ha perso 54 soldati nel corso di questi 20 anni e circa 700 feriti. Alle loro famiglie voglio dire che il loro sacrificio non è stato vano: hanno difeso i valori per cui erano stati inviati. Hanno difeso le libertà fondamentali, hanno difeso i diritti delle donne, hanno fatto operazioni per prevenire il terrorismo: hanno fatto del bene attraverso le migliaia di opere umanitarie che sono state fatte in Afghanistan e io sono certo lasceranno una traccia profonda nella società afghana. Per me, per tutti noi, per tutti gli italiani, e lo dico alle loro famiglie con affetto sincero: loro sono eroi.
Cosa sta facendo sul campo il nostro paese?
L’opera di rimpatrio dei diplomatici, dei militari, dei collaboratori afghani continua. La gran parte della rappresentanza diplomatica è arrivata a Roma il 16 agosto. Sul campo ci sono ancora delle squadre militari e dei diplomatici, molto pochi, che dovranno aiutare l’evacuazione di altri nostri concittadini che sono lì e dei collaboratori afghani, e delle loro famiglie, quando le condizioni lo permetteranno. Voglio ringraziare tutte queste persone per il loro coraggio e la dedizione con cui svolgono il loro compito.
Cosa deve fare la comunità internazionale e in che sedi bisogna agire per scongiurare una nuova escalation terroristica e per tutelare i diritti delle donne?
La prima cosa che bisognerà fare forse non è la più importante, ma la prima è riflettere sull’esperienza avvenuta. Ricordiamoci che la guerra in Afghanistan è la prima risposta degli Stati Uniti all’attentato alle torri gemelle. Quindi il bilancio che noi traiamo non è un bilancio solo sulla guerra in Afghanistan, ma è il bilancio di questi ultimi 20 anni e del ruolo che l’Occidente ha avuto in tutto il mondo arabo. Forse ancora più importante che guardare al passato e discutere di bilanci è tracciare il futuro. E il futuro per l’Italia è fatto di difesa dei diritti fondamentali, di difesa dei diritti delle donne, di protezione di tutti coloro che si sono esposti in questi anni nella difesa di questi diritti in Afghanistan. Questo deve essere perseguito in tutti i contesti possibili.
Certamente in questa grande opera di collaborazione mondiale entreranno stati come la Cina, la Russia, l’Arabia Saudita, la Turchia e tutti questi stati sono membri del G20. Quindi il G20 offre naturalmente una sede dove poter avviare questa opera di collaborazione. previsto un G7 tra breve e tra l’altro a fine mese ci sarà anche il G20 dedicato alle donne a Santa Margherita Ligure. Quindi questo anno come presidenza del G20 noi siamo pienamente impegnati nel predisporre e costruire una sede appropriata di questa collaborazione.
A proposito dell’Europa: sarà all’altezza?
Sì, lo sarà. Abbiamo parlato stamattina con la cancelliera Merkel, abbiamo parlato soprattutto delle operazioni di evacuazione dell’aeroporto di Kabul, ma abbiamo iniziato a tratteggiare quelle che saranno le linee fondamentali della cooperazione a livello europeo. Siamo tutti consapevoli che la cooperazione è assolutamente necessaria per affrontare due obiettivi: l’accoglienza e la sicurezza. L’accoglienza nei confronti di tutti coloro che ci hanno aiutato in Afghanistan in questi anni e delle loro famiglie, quelli che sono chiamati i collaboratori. Ma anche l’accoglienza di tutti coloro che si sono esposti in questi anni per la difesa delle libertà fondamentali, dei diritti civili, dei diritti delle donne. Questo è un piano complesso, richiede una cooperazione stretta tra tutti i paesi, ma soprattutto, e in primis, tra quelli europei, Il secondo aspetto riguarda la sicurezza, dove dovremo prevenire infiltrazioni terroristiche.