Le montagne attorno a Donnas sono aspre e di accesso non semplice, i ripidissimi pendii e la scarsità di vie di comunicazione le hanno mantenute intatte. Sul fondovalle si notano le fatiche degli uomini che qui hanno vissuto, terrazzando i pendii per coltivare le vigne per il prezioso Donnas DOC e lastricando i sentieri per facilitare i passaggi e condurre agli alpeggi i pastori. In questo contesto il torrente Fer scorre in un vallone selvaggio, formando un canyon apprezzatissimo dagli amanti del canyoning. È stato infatti il primo attrezzato in Val D’Aosta e offre a chi vuole cimentarsi tuffi, scivoli e una decina di calate con la corda, in un contesto naturale unico. La discesa dura circa 6 ore, che vi consigliamo di affrontare con i ragazzi di Zero Vertigo. Se invece siete alla ricerca di una giornata più tranquilla e rilassante, giunti a Donnas percorrete via Lungodora 2000, e seguite per la frazione Outrefer e poi per l’area picnic Chignas. Nel mezzo di un bosco di castagni che offre ombra e tranquillità si trovano tavoli e barbecue (a pagamento d’estate) dove rifocillarsi e chiacchierare.
Ma non è per questo che siete arrivati fin qui. Un breve sentiero conduce verso il letto del torrente, dove si trovano le ultime gorghe prima della sua confluenza con la Dora Baltea. Le piscine sono colme di cristallina acqua color smeraldo, circondate da enormi massi che l’erosione dell’acqua ha reso morbidi all’aspetto. Alcuni di questi si ergono direttamente dalle acque e sono ideali per tuffarsi, altri piatti e levigati invitano a stendersi al sole. Non è difficile trovare un nutrito gruppo di anziani intenti a giocare a scacchi sulle rocce, tra un bagno e l’altro. A vederli sembra abbiano trovato un ottimo elisir per l’eterna giovinezza. La vicinanza all’area picnic porta ovviamente questo parte del fiume a riempirsi in fretta, ma come al solito basta avventurarsi verso monte per trovare pozze più tranquille, sempre con una piacevole vista sul forte di Bard. L
a magia del luogo veniva apprezzata anche dallo statista Camillo Benso Conte di Cavour, che qui veniva spesso a rinfrescarsi e leggere, quando da giovane ufficiale venne relegato in Val D’Aosta. Cultore dei bagni in acque fredde, provava un amore particolare per questo fiume e non mi è difficile capirne il perché: i riflessi del sole sulle verdi acque del fiume creano infatti splendidi giochi di luce e la tranquillità del bosco invita alla riflessione. Verso l’abitato di Montey si trova anche una lapide commemorativa. L’impegnativo sentiero che parte da qui, permette di risalire il vallone del Fer e tocca in un altro paio di punti il fiume.
Lo consigliamo però solo ad escursionisti con una certa esperienza.
Da “Dolci acque. Guida a fiumi, laghi, torrenti, cascate, terme in Italia. Piccoli paradisi nascosti per wild swimming e relax” (Altreconomia) di Michele Tameni, 160 pagine, 16.50 euro