Molti giovani sopravvalutano il valore di un’istruzione universitaria come prerequisito per raggiungere il successo professionale. Ma se questa è l’ambizione, allora studiare non è spesso l’idea migliore.
Per quanto mi riguarda, non solo sono andato all’università, ma ero anche tra i migliori studenti delle facoltà che ho frequentato (storia e scienze politiche). In seguito, ho conseguito anche due dottorati. Ma tutto questo è stato in qualche modo importante per il mio successo come imprenditore e come investitore? Non credo. Sicuramente non mi pento di essere andato all’università, perché ho imparato molto durante il mio percorso e mi è piaciuto immensamente quello che ho studiato. Ma niente di ciò che ho imparato mi ha aiutato come imprenditore o investitore. Ho costruito un’azienda di successo e ho fatto parecchi soldi. Ho anche avuto successo come investitore nel mercato immobiliare di Berlino. Ma, naturalmente, niente di tutto questo era collegato in alcun modo a ciò che ho studiato all’università.
Ho avuto amici che hanno studiato business administration, e ho così potuto vedere cosa hanno imparato: sono sicuro che nessuna delle cose che hanno imparato mi avrebbe aiutato come imprenditore. E penso anche che loro non abbiano imparato niente all’università riguardo le cose che sono veramente importanti per un imprenditore (ad esempio, come vendere).
Erich Sixt, uno degli imprenditori di maggior successo in Germania, ha affermato che un MBA (Master in Business Administration) è una perdita di tempo: «Studiare per un MBA non aveva senso. L’unica cosa di cui avrei beneficiato era solo per il corso di contabilità. Il resto era così lontano dal mondo reale, ed è così ancora oggi». Jack Ma, il quarto uomo più ricco della Cina con un patrimonio netto di 48 miliardi di dollari, una volta ha detto: «Non è necessario studiare per un MBA. La maggior parte delle persone con un MBA non è utile… A meno che, finendo i loro studi, non dimentichino subito quello che hanno imparato a scuola, solo così saranno utili. Perché le scuole insegnano conoscenza, mentre avviare un’impresa richiede saggezza. La saggezza si acquisisce con l’esperienza. La vera conoscenza si acquisisce con il duro lavoro».
Ci sono molti imprenditori di successo che non sono mai andati all’università o che hanno smesso prima di laurearsi, tra cui Steve Jobs (Apple), Ray Kroc (McDonald’s) e i registi Steven Spielberg e James Cameron. Su Internet si possono trovare elenchi di persone ricche e famose che non hanno frequentato l’università o che l’hanno abbandonata. Si trovano persone come il miliardario russo Roman Abramovich, Paul Allen e Steve Ballmer (Microsoft), il miliardario britannico Richard Branson (che ha lasciato la scuola a 16 anni), il miliardario americano Edgar Bronfman e altri. Poi ci sono persone come il fondatore di Google Sergey Brin e Warren Buffett, che hanno completato i loro studi solo dopo avere ottenuto il successo professionale. Un mio amico, Theo Mueller, non si è nemmeno diplomato al liceo: la sua unica qualifica formale è un diploma presso una scuola professionale. Quando ha ereditato l’azienda casearia di suo padre, aveva cinque lavoratori. Oggi ne impiega 30mila. Ed è uno degli uomini più ricchi della Germania, con un patrimonio di cinque miliardi di euro.
Nel suo libro The Education of Millionaires, che si basa su interviste con una vasta gamma di milionari e miliardari che non hanno ottenuto una laurea, Michael Ellsberg sfida l’idea convenzionale che un’educazione accademica sia un fattore importante per diventare persone affermate: «Circa il 90% delle persone che ho intervistato e che sono presenti in questo libro sono letteralmente milionari, e molti sono anche miliardari (…) Tutti i milionari e le persone di successo che ho intervistato per questo libro hanno detto ’no grazie’ al modello educativo attuale».
Secondo la tesi provocatoria del libro, ben poco di ciò che le università insegnano aiutano effettivamente i laureati a raggiungere il successo economico – e in alcuni casi, ciò che la gente impara a scuola è addirittura un ostacolo: «L’istruzione intesa in senso lato è ancora necessaria per imparare a compiere un lavoro. Ma al giorno d’oggi, quasi tutta l’istruzione che dà delle prospettive finisce per essere un’auto-educazione in intelligenza pratica e abilità, acquisita al di fuori delle istituzioni educative tradizionali».
Per il mio libro The Wealth Elite, sono state condotte interviste approfondite con 45 individui molto ricchi. La maggior parte aveva beneficiato di una formazione scolastica e universitaria decente, proprio come molti dei loro coetanei. Le interviste hanno però rivelato che non c’è correlazione tra il rendimento scolastico o universitario e il grado di ricchezza che questi individui hanno raggiunto. Gli intervistati che hanno ottenuto i migliori risultati a scuola o all’università non hanno in genere raggiunto l’apice della ricchezza. Naturalmente, una laurea non è sempre uno svantaggio e molte persone ricche, dopotutto, hanno frequentato l’università. Ma studiare non è affatto un prerequisito per costruire ricchezza e i ricchi non hanno acquisito o sviluppato le loro competenze più importanti a scuola o all’università.