Se ci sarà un’alta percentuale di vaccinati, anche l’Europa – e l’Italia – potranno tornare alla normalità entro la primavera del 2022. Ma il fattore tempo sarà la variabile fondamentale. L’immunologo Anthony Fauci, consigliere medico del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in un’intervista alla Stampa – rilasciata in vista del Festival di Salute – spiega quale dovrà essere la strategia contro il Covid-19. E dice che i vaccini «dovrebbero essere obbligatori». A partire da scuole, università e aziende. Ma a preoccuparlo ora sono No Vax e scettici.
«Ora negli Stati Uniti e nel mondo la variante Delta è predominante: abbiamo lo sguardo rivolto anche alla Mu e alle sue mutazioni, ma rappresenta meno dello 0,5%», spiega l’immunologo che dirige il National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Washington. «Speriamo di tenere la Delta sotto controllo, visto che i vaccini funzionano molto bene: il problema negli Usa è che, mentre una buona fetta di persone è stata vaccinata, 75 milioni di individui, che potrebbero esserlo, non lo sono. Quando anche queste persone saranno vaccinate, avremo una migliore gestione della situazione».
E l’Italia? «Penso che siate nella stessa condizione degli Usa», risponde. «È necessario vaccinare il maggior numero possibile di individui. Dobbiamo essere sicuri che in nazioni dove l’accessibilità ai vaccini è ampia, come in Italia, tutto proceda rapidamente. Se sarete veloci, in autunno si potrà tenere tutto sotto controllo».
La terza dose «è una buona idea», aggiunge. «Abbiamo visto negli Usa, e in Israele, dove i programmi sono più avanzati, che dopo alcuni mesi l’efficacia dei vaccini diminuisce, sia nel caso di sintomi leggeri sia nel caso di quelli più gravi che necessitano di un ricovero. E questo soprattutto nel caso della variante Delta. Basandoci sui dati, prevediamo, entro settembre, di iniziare a distribuire negli Usa la terza dose di Pfizer, Moderna o Johnson&Johnson».
Fauci aveva dichiarato che la normalità negli Usa potrebbe arrivare non prima della primavera del 2022. E in Europa? «Dipende», risponde. «L’Europa è un’area avanzata e l’Italia seguirà una linea simile a quella Usa: se ci sarà un’alta percentuale di vaccinati, ci si avvicinerà gradualmente a una forma di normalità. Quando, invece, si guarda a nazioni più povere, dove l’accesso ai vaccini non è paragonabile al nostro, è chiaro che ci vorrà un periodo più lungo. Mi riferisco all’Africa e a una serie di nazioni in Asia e Sud America. È il motivo per cui ho enfatizzato le responsabilità dei Paesi più sviluppati perché aiutino quelli poveri a ricevere maggiori quantità di dosi. Dobbiamo controllare la pandemia non solo nelle nostre nazioni, ma in tutto il mondo».
E per il futuro, Fauci spera che il virus scompaia del tutto, «però non ne sono così sicuro», dice. «Credo che terremo sotto controllo la pandemia. Ci sono, in effetti, vari modi di affrontarla: la si può gestire, eliminare, eradicare. Ho molti dubbi che la si possa eradicare, ma credo che la potremo domare con i vaccini. Ci potranno essere ancora manifestazioni sporadiche e tuttavia nulla a che vedere con le minacce alla salute pubblica che viviamo ora. Negli Usa siamo ancora nel mezzo della pandemia e solo nell’ultima settimana abbiamo registrato 160mila infezioni al giorno: è una situazione grave. Dobbiamo scendere molto rispetto a questa soglia».
Ecco perché Fauci si dice anche d’accordo all’obbligatorietà dei vaccini. «Credo che dovrebbero essere obbligatori: non necessariamente per disposizione del governo centrale, ma di sicuro a livello locale. Scuole, università e i luoghi del business dovrebbero richiedere che chi lavora in quegli ambienti sia vaccinato. È l’unico modo per controllare il virus. È ovvio che non tutti vogliono vaccinarsi, ma dobbiamo renderli consapevoli che solo così possono lavorare e operare».
L’immunologo si dice anche favorevole a vaccinare gli studenti, anche sotto i 18 anni: «Negli Usa si fa già. Il vaccino, quello Pfizer, è stato approvato per i dodicenni e i ragazzi più grandi. Intanto stiamo eseguendo gli studi clinici per determinare la sicurezza nei bambini di 11 e in quelli più piccoli, fino a sei. Se i test saranno positivi, potremo eseguire le vaccinazioni anche in queste fasce d’età».
Il problema ora però sono No-vax e scettici. «Sono molto preoccupato. Si tratta di contagi e di morti evitabili», dice. «C’è molta disinformazione, soprattutto nei social. Quando questa circola, non funziona alcun meccanismo di controllo. Molte persone credono sia vero ciò che non è vero». Ecco perché è importante, dice, che gli scienziati comunichino con il pubblico fornendo «informazioni corrette e affidabili. È la ragione per cui gli scienziati dovrebbero sempre parlare liberamente e mettere in campo la verità, contro le tante forme di disinformazione». Anche perché «di sicuro un’altra pandemia scoppierà. Potrebbe non avvenire nel corso della mia vita o verificarsi l’anno prossimo. Non lo sappiamo».
Come ci difenderemo? «Rafforziamo l’Oms», risponde, «creiamo una rete globale di sorveglianza, diamo più risorse alla ricerca biomedica».