Con una manovra d’urgenza, il governo punta a tagliare del 30% gli aumenti delle bollette di luce e gas in arrivo per il prossimi trimestre, scrive Il Sole 24 Ore. È questo l’obiettivo che l’esecutivo si sarebbe dato dopo i confronti tecnici degli ultimi giorni e il vertice che si è tenuto ieri mattina tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro dell’Economia Daniele Franco e quello della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
Per la riduzione del caro bollette, dopo quella di luglio, occorrerebbero tra i 2 e i 3 miliardi di euro, sulle cui coperture sta lavorando il Tesoro. L’intervento non è stato esaminato dal consiglio dei ministri di ieri. E il varo delle misure avverrà probabilmente la prossima settimana con uno specifico decreto legge. Il quadro è complesso e il governo ha bisogno di più tempo per elaborare la misura.
Le stime parlano di incrementi in bolletta del 40% per la luce e di circa il 31% per il gas. Significherebbe una maggiore spesa complessiva sulla bolletta degli italiani in regime di maggior tutela di quasi 9 miliardi di euro. Dal ministero dell’Economia dovrebbero arrivare 2 miliardi di euro, visto che dai proventi delle aste per le emissioni di C02 si potrebbero racimolare non più di 750 milioni.
Il provvedimento dovrebbe riguardare (come a luglio) il taglio una tantum degli oneri di sistema che pesano sulle bollette. Una delle ipotesi è che il Mef ricorra a eventuali avanzi legati a tiraggi più bassi di misure presenti nei vari decreti contro l’emergenza Covid-19.
Su un piano diverso, si posiziona invece poi la riforma strutturale della bolletta elettrici a cui stanno già lavorando i tecnici dei ministeri per inserirla nella legge di bilancio. È in quella sede che si potrebbero trovare le risorse necessarie per un intervento sull’Iva o più probabilmente per il trasferimento in fiscalità generale di una parte degli oneri di sistema che gravano sulla bolletta, circa 15 miliardi nel 2020 secondo l’Arera (l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente).
Come spiega Il Sole 24 Ore, la voce che pesa di più nelle bollette è la cosiddetta componente “Asos” che copre soprattutto il finanziamento dello sviluppo delle rinnovabili. Si tratta di circa 12 miliardi, l’80% degli oneri di sistema, mentre i restanti 3 miliardi sono rappresentati da costi vari come lo smantellamento delle centrali nucleari o i regimi tariffari speciali delle ferrovie.