La Lega non frena il governoIl ministro Speranza assicura che il Green Pass sarà esteso

«Le dinamiche politiche non incidono nelle decisioni», dice. «Sono troppo piccole rispetto alla posta in gioco». Dopo la mini-estensione decisa ieri, «puntiamo a rendere sicuri i luoghi di lavoro e a incentivare le vaccinazioni»

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Nessuna frenata sul Green Pass. Il ministro della Salute Roberto Speranza lo precisa in un’intervista alla Stampa, dopo il rinvio dell’estensione dell’obbligo del certificato verde per i lavoratori pubblici e privati. Il decreto approvato ieri in Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’introduzione del pass per i lavoratori esterni di scuole, università e residenze per anziani. Ma si tratta, nell’ottica del governo, sono della prima estensione.

«La linea del governo è chiara e si andrà in quella direzione», assicura Speranza, intervistato dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini, nell’ambito del Festival di “Salute”. «Le scelte vengono fatte sul piano sanitario e nell’interesse del Paese, non seguendo le polemiche politiche».

Il riferimento è chiaramente alle contrarietà della Lega di Matteo Salvini, che ha inciso nel rinvio di una estensione più allargata del certificato. Il Carroccio ieri ha votato il primo decreto Green Pass in aula alla Camera, su cui i leghisti minacciavano l’astensione, in cambio id qualche vaga concessione del governo sugli ordini del giorno. Ma nelle prossime ore partirà nuovamente la discussione nella cabina di regia.

«Le dinamiche politiche non incidono nelle decisioni del governo, sono troppo piccole rispetto alla posta in gioco», dice Speranza. «Si lavora seguendo una linea netta, che parte dall’idea che il vaccino è un’arma fondamentale: puntiamo a rendere sicuri i luoghi di lavoro e a incentivare le vaccinazioni».

La ministra leghista per le Disabilità Erika Stefani al Foglio assicura l’appoggio al governo Draghi. Ma sui tempi del prossimo decreto ancora non ci sono notizie certe, spiega Speranza. «Faremo una valutazione, anche perché bisognerà scrivere bene le norme e ci sono vari ministeri coinvolti, a partire dalla Pubblica amministrazione. Ma posso confermare che ci sarà un’ulteriore estensione dell’obbligo di Green Pass in vari settori. A cominciare da quelli in cui il certificato viene chiesto ai clienti ma non ai lavoratori, come i ristoranti e i bar: un’anomalia che sarà sanata nel più breve tempo possibile».

E per l’allargamento alle aziende, per cui serve l’accordo con le parti sociali, Speranza assicura di aver parlato «con i principali leader sindacali e ho trovato un atteggiamento costruttivo e responsabile. Sono sicuro che continuerà l’interlocuzione anche con le imprese e che ci siano le condizioni per seguire il percorso tracciato».

In questo quadro, non è da escludere nemmeno il ricorso all’obbligo vaccinale. «Noi non abbiamo escluso l’obbligo, è una facoltà che la nostra Costituzione ci offre», dice Speranza. «È già previsto per tutti gli operatori sanitari e, con l’ultimo decreto, anche per i lavoratori non sanitari delle Rsa, dagli amministrativi agli addetti alle pulizie. L’ipotesi dell’obbligo è concreta e resta in campo, valuteremo in base all’andamento della campagna vaccinale e al futuro quadro epidemiologico».

La campagna vaccinale, intanto, sta andando secondo i piani. «L’obiettivo dell’80% della popolazione vaccinabile è alla portata per fine mese. La risposta degli italiani è positiva, credo che andremo su percentuali molto robuste, del resto anche l’80% sembrava ambizioso e invece ci siamo. Abbiamo superato gli 80 milioni di dosi somministrate, un risultato incredibile. Ma dobbiamo insistere, perché ogni persona vaccinata in più è uno scudo aggiuntivo per tutti, rispetto alla stagione che ci aspetta, a partire dalla ripresa della scuola».

Resta però una quota ostinata di resistenti. «Noi abbiamo bisogno di dare un messaggio basato sull’evidenza scientifica», spiega Speranza. «La verità da dire è che l’alternativa ai vaccini sono le chiusure: la coperta è stretta, o la tiriamo dalla parte dei vaccini oppure rischiamo di ritornare a misure che sono da scongiurare. Chi ha dubbi sinceri sulla vaccinazione non va insultato o trattato come un Flinstone ignorante, va ascoltato e messo di fronte ai dati univoci sulla sicurezza e l’efficacia vaccini, che arrivano da tutto il mondo».

Intanto, dall’Aifa è arrivato il via libera alla terza dose di vaccino per i soggetti più fragili e gli anziani. Il ministro spiega il piano: «Avviamo un percorso per alcune categorie con particolare deficit immunitario, arriverà una specifica circolare del direttore della Prevenzione Rezza per indicare a chi sarà somministrata in via prioritaria. Per i soggetti fragili è più corretto parlare di completamento del ciclo vaccinale, piuttosto che di terza dose, visto che può anche essere ravvicinata rispetto alla seconda iniezione, mentre in generale devono essere passati almeno sei mesi. In una seconda fase daremo priorità agli anziani nelle Rsa e agli ultraottantenni, poi il personale sanitario».

Dovremo abituarci a fare tutti un vaccino anti Covid ogni anno, visto che è ormai accertato un calo delle difese immunitarie dopo alcuni mesi? «È probabile che, per un po’ di tempo, siano necessari richiami periodici. È una questione da approfondire, ma non si può escludere. Del resto, il vaccino sarà sicuramente migliorato e adattato alle varianti: gli scienziati sono al lavoro, come le agenzie e le aziende farmaceutiche, per trovare contromisure ancora più efficaci contro il virus».

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