Nel 1847 nasce in Gran Bretagna la prima tavoletta di cioccolato. Da quel momento inizia la sua ascesa in tutto il mondo, con le piantagioni di cacao che diventano le nuove miniere d’oro e un’industria alimentare che genera innovazioni di prodotto intorno al cioccolato: prima Caffarel nel 1865 crea il primo gianduiotto, poi è il turno di Henry Nestlé che perfeziona la ricetta del cioccolato al latte ideata da Daniel Peters. Poi Rudolph Lindt, che nel 1879 applica la tecnica del concaggio del cioccolato, rendendo questo prodotto in assoluto scioglievole così come lo conosciamo oggi.
A guardare bene, la storia del cioccolato in tavoletta è stata segnata dagli stessi brand che, ancora oggi, troviamo sullo scaffale del supermercato. Le novità sono meno entusiasmanti: tra cioccolato unito a biscotti salati e tavolette che hanno lo stesso colore dello yogurt alla fragola (a proposito, che fine ha fatto Ruby, la cioccolata rosa che puntava a cambiare le sorti del mercato?), restiamo affezionati ai gusti intramontabili, a partire dal fondente, passando per il cioccolato con le nocciole.
Mangiamo tavolette per premiarci di qualsiasi cosa, in qualsiasi momento: sul divano di casa, al lavoro o persino in macchina, ancora nel parcheggio del supermercato con il cappotto addosso, mordendo quadrati di cioccolato mentre fissiamo il signore che cerca di fare entrare tutte le buste nel bagagliaio della sua auto. La tavoletta di cioccolato è sacra, come le tavole bibliche. Se Mosè ha cambiato la storia con due tavole, noi vi cambiamo la spesa con 23 tavolette, divise tra due categorie: miscellanea e fondente.
Miscellanea
Lindt Lindor: 3 –
Lindt è uno di quei casi eclatanti in cui quello che vi raccontano non ha niente a che vedere con la qualità del prodotto. Prima di leggere pasta di cacao tra ingredienti del cioccolato Lindor, dobbiamo sorbirci zucchero, grassi vegetali – tra cui cocco e palmisti – burro di cacao e poi, finalmente la pasta di cacao. Di cacao, nemmeno l’ombra. Altro che Maitre Chotolatier Lindor. Dovevano metterci Gargamella a fare lo spot.
Mascao, caramello al sale: 3
Con la purezza dei lupetti scout ci avviciniamo a questa tavoletta Bio di Altromercato, la linea che segue i canali di acquisto equo-solidali. Ci piace sempre molto sostenere prodotti che hanno dei fini sociali. L’etichetta informa che il 76% degli ingredienti proviene dal canale equo-solidale. Purtroppo, aperta la tavoletta l’odore sembrava un po’ quello del dado da brodo Maggi. Anche il gusto, spigoloso e sgraziato in questo mix che vuole essere caramello, sale e cioccolato al latte. All’interno granella indefinita. Positivo l’uso della plastica compostabile, almeno l’ambiente è felice.
M&M’s Peanut: 4
Se la comprate perché vi piacciono le m&m’s, no. Se la comprate perché vi piace la cioccolata, no. Questa tavoletta fa gola a chiunque ma il risultato ci ha un po’ delusi. Per non parlare della lista ingredienti: per raccontarla, non basterebbero le definizioni del cruciverbone di “Non è la Rai” con Enrica Bonaccorti. Dentro c’è di tutto, anche il burro di karité. Volete provare a farvi lo shampoo?
Oh so choc Cioccolato al latte: 4 ½
Abbiamo tutti imparato che il cioccolato al latte è comunque e sempre meno nobile del cioccolato fondente. Non per questo però tutti le tavolette al latte sono orribili. Non è il caso di Oh so choc, powred by Socado. Non abbiamo apprezzato nemmeno questa confezione solo plastica, in cui carta e stagnola scompaiono e rimane questo involucro che si attacca al prodotto se questo prende un po’ di calore. Non serve a nessuno mangiare cioccolati così anonimi.
Milka Bubbly: 5+
Il colore lilla di Milka è così famoso che non possiamo non notarlo ovunque si trovi. È stato il primo colore-marchio legalmente protetto in Europa, al punto che nessuna azienda può usarlo. Si fossero impegnato con la qualità del cioccolato così come hanno fatto nel marketing, oggi avremo un prodotto pazzesco. Di questo marchio abbiamo optato per Bubbly, la cioccolata aerata. Piccole bolle si fanno spazio tra la cioccolata per un’esperienza diversa ma dal risultato di una dolcezza sfrontata, più della classica cioccolata Kinder. Fatela mangiare ai bambini con denti da latte, che tanto devono cadergli comunque.
Galak: 6
Volevamo escludere la cioccolata bianca ma ci siamo inteneriti davanti la confezione del Galak, icona del cioccolato bianco a firma Nestlé. Che poi il cioccolato bianco non è nemmeno cioccolato, ma lo sapete già. Ci diverte leggere ricco di latte nel pack, come fossimo ancora nei supermercati degli anni ’80. Il Galak si ama o si odia. Ed essendo l’unico cioccolato bianco in questo elenco, ottiene il 6 politico.
Ferrero Rocher: 7 –
Ferrero ci sta propinando in ogni salsa, compreso il gelato, la sua versione di pralina più famosa al mondo. Quindi, per non aspettare Natale, lancia sul mercato la tavoletta Ferrero Rocher nelle versioni original, fondente e bianco. Si tratta di un cioccolato ripieno alla nocciola e scaglie di nocciola. La lista ingredienti non è nobile per una tavoletta e noi eravamo scettici anche del risultato finale, convinti che non c’entrasse nulla con la pralina del leggero languorino. E invece! Risultato fedele all’originale ma con il rischio che, una volta aperta, poi vi possa venire voglia di finirla. Andateci piano, non siamo sicuri sia saggio mangiarne troppa.
Ritter Sport nocciole intere: 7 ½
Abbiamo contato 36 gusti diversi di cioccolato, tutti matti e tutti colorati in pieno stile Ritter Sport. Mettiamo per un attimo da parte i discorsi sulla qualità del prodotto perché qui ci sarebbe ben poco da dire, ma almeno sul godimento, la tavoletta quadrata sa il fatto suo. Abbiamo optato per un classico: cioccolato al latte con nocciole intere. La sfida è assaggiarla e non divorarla. Non ci riusciamo. Poco cacao, nocciole non certo quelle trilobate del Piemonte ma è godurioso. Se dovessimo andare a far visita a un amico triste, porteremmo lei.
8tto Chocolates al latte: 8
Passiamo per la categoria “senza zuccheri aggiunti” che, nel mondo del cioccolato da supermercato, ritroviamo con questo marchio che vuole posizionarsi nel mondo del cioccolato sano e che segue i principi del fair trade (l’acquisto equo e solidale di alcuni ingredienti, in questo caso cacao e vaniglia). Il lavoro di comunicazione che 8tto fa sul proprio sito sembra approfondito e racconta un po’ la filiera del cacao e come viene acquistato. All’assaggio il cioccolato al latte non è sicuramente voluttuoso ma l’assenza di zucchero assume aspetto positivo, visto che le tavolette al latte sono spesso eccessivamente dolci al punto da non sentire altro sapore. Il cacao è presente al 36% (su un minimo previsto del 30% per il cioccolato al latte). Attenzione: senza zuccheri ma non per questo meno calorica. 8tto di nome, 8 di voto.
Vivani Caramello Fondente e fior di sale-Maiorca: 8 +
Una tavoletta acquistata al Natura Sì, giusto per non farci mancare nulla. Cioccolato da agricoltura Bio, fondente con crisp al caramello e sale marino. Un cioccolato serio, in cui la pasta di cacao è in testa alla lista ingredienti. Il profumo del cioccolato si sente nonostante sia combinato con altri ingredienti. Il cacao è presente al 62%. Tra i cioccolati aromatizzati, sicuramente quella qualitativamente migliore.
Fondente
Lindt Fondente Classico: 3
Confezione tradizionale, un po’ elegante nello stile Lindt per questa tavoletta. Dagli anni ’90 circa questo marchio ha puntato molto su una comunicazione che ruota intorno alla qualità del prodotto ma la verità è che si tratta di cioccolato e ricettazioni che non brillano certo per qualità, specialmente oggi, dove l’offerta di cioccolati pregiati è molto più alta e accessibile. In questa tavoletta, il primo ingredienti in lista è lo zucchero, solo dopo la pasta di cacao. La dice lunga sulla qualità. Cacao presente: 50% minimo. Meno di una tavoletta primo prezzo del supermercato. Cari saluti, Lindt!
Cioccolato Fondente Smart: 4 ½
Smart è la linea economica che Esselunga offre ai propri clienti. Ricorda la famosa linea dell’Euro che ride di Coop, nel colore e nel posizionamento. Proviamo la tavoletta fondente, colpiti da un prezzo davvero basso. A produrla è Di Costa, un’azienda dolciaria Siciliana. Confezione molto essenziale con solo involucro di plastica che ci toglie subito la magia del cioccolato. Tra gli ingredienti, aroma vaniglia e percentuale di cacao al 52%. Il risultato è quello che si può immaginare da un cioccolato primo prezzo, ma con la soddisfazione di non essere il peggiore.
Fondentenero Novi: 5 ½
Negli anni in cui l’Italia veniva travolta dallo scandalo di Mani Pulite, Novi cercava di darci coraggio dicendoci che il cioccolato buono non era solo quello svizzero e ce lo diceva in uno spot che era tipo Brokeback Mountain del cioccolato. L’azienda del cioccolato di Novi Ligure produce questa tavoletta con il 72% di cacao. L’aspetto non è entusiasmante perché un po’ opaco. A paragone con altre tavolette, ci sembra poco profumata e all’assaggio prevale l’amaro, come indicato in etichetta. Ci aspettavamo di più.
Perugina Fondente Extra: 6 –
Perugina è uno di quei marchi che ha fatto la storia, vuoi per i Baci ma anche per il cacao in polvere che tutti compriamo per il tiramisù o per i suoi cioccolati che hanno preso ogni forma. Sulle tavolette, ogni anno Perugina ci propone qualcosa di nuovo: dalla tavoletta con i buchi Tablò, alla novità 2021 Grandi inclusioni, tavolette con nocciole o mandole. Insomma, niente di realmente innovativo. Ci concentriamo quindi sul classico con il cioccolato fondente extra. All’aspetto, Perugina ci sorprende rispetto a molti altri marchi per la superficie lucida, molto invitante. La tavoletta è più sottile di altre, infatti il peso complessivo è di 80 g rispetto ai 100 g di quelle competitor. Questa differenza di peso fa sembrare l’acquisto più conveniente ma è solo perché c’è meno prodotto dentro. Anche il profumo è piacevole, emergono i sentori del cacao (che pesa per il 46%, troppo poco). Nel gusto non rimaniamo colpiti, è mediocre. Fin qui, il cioccolato industriale ci sta angosciando.
Cachet Bio Extra Dark: 6
Ennesimo cioccolato Bio, fatto con l’85% di cacao. Le informazioni in etichetta sono scritte così in piccolo che dobbiamo chiamare un investigatore privato per raccogliere i dati. Profumo poco persistente e un gusto piuttosto tannico che soffoca qualche nota fruttata che vorrebbe forse emergere. Ne vale la pena? No.
Mascao Fondente Extra: 6 +
Una tavoletta Bio e proveniente dal mercato fair trade, ovvero nel rispetto e nella tutela di tutti gli attori della filiera del cacao, compresi i coltivatori. Il tema delle certificazioni è ricorrente in questo settore e va dalla tutela delle foreste al rispetto dei patti delle coltivazioni di cacao. Non resta che fidarci. Fatta con il 70% di cacao e zucchero integrale di canna, ci colpisce per le sue note che ricordano la mandorla, dopo quelle del cacao. È una buona opzione per chi è più sensibile al tema dell’acquisto equo e solidale e cerca un prodotto di qualità.
8tto Fondente senza zucchero: 6 ½
60% di cacao e zero zucchero. Questa tavoletta è fatta con maltitolo come dolcificante e ha una lista ingredienti che partono dalla massa di cacao per finire con l’aroma vaniglia. Il profumo è poco persistente ma si recupera nel gusto. È un cioccolato che ha il pregio di essere senza zucchero e un potere calorico inferiore del 10-15% rispetto alle simili.
Esselunga Bio Fondente Extra: 6 ½
Anche Esselunga ha un cioccolato Bio, prodotto da Icam e firmata da Altromercato, la catena che sostiene il commercio equo e solidale. 100% di ingredienti da commercio equo e il 71% di cacao. Gusto amaro e piacevole. La private label (il marchio a nome del supermercato) nel settore del cioccolato, sembra uscirne bene.
Zaini 70% : 7
Altra azienda storica, Zaini lancia questa campagna dedicata al sostegno dell’imprenditoria femminile in Costa d’Avorio, luogo d’elezione per la coltivazione del cacao, con la creazione di un’azienda di sapone, prodotto dagli scarti del cacao stesso. Ogni tavoletta, corrisponde a una percentuale di cacao e a un volto di donna diversi. È la prima tavoletta della pagella, che fa un accenno a un paese d’origine del cacao, la Costa d’Avorio, appunto. Ma fa solo riferimento al progetto sociale più che alle materie prime, anche se immaginiamo che il cacao venga da lì. Il rumore che sentiamo spezzando la tavoletta c’è, anche se debole. Vale anche il gusto che ha un buon grado di astringenza e il sapore che rimane al palato è di cacao. L’impressione è che con questa tavoletta, Zaini abbia elevato la sua qualità.
Vanini Fondente 74% cacao: 8
La confezione del cioccolato Vanini è piena di simboli e certificazioni che servirebbe un interprete. Ma andiamo con calma: leggiamo di Bean to Bar, ovvero dalle fave di cacao alla tavoletta (un modo per fare riferimento alla filiera), leggiamo poi che si tratta di un prodotto attento alla sostenibilità del mercato ed è il primo caso in cui si legge di singola origine: ovvero cioccolato prodotto usando varietà di cacao proveniente da specifiche aree, in questo caso Bagua, in Perù. L’aspetto di questa tavoletta è lucido e piacevole. Nella parte inferiore si intravedono i granelli di fave di cacao. Ottimo profumo e al gusto si sente un’acidità piacevole. Una tavoletta che consigliamo a chi vuole iniziare a fare un passo avanti verso il cioccolato buono.
Il Viaggiator Goloso: 9
Stiamo scoprendo che la fortuna dei marchi del supermercato sono anche dovuti alla ricerca che fanno nella selezione dei prodotti (ma anche per il potere che riescono a imporre su tutta la filiera, ahinoi). Anche Il Viaggiator Goloso di affida a Domori ma propone la tavoletta da 25g (formato tipico di questa azienda) per una tavoletta quadrata. Vi sembrerà poco ma mangiare cioccolato di grande pregio significa anche riuscire a mangiarne meno. Questa volta si tratta di un cioccolato di 70% cacao Criollo, il cacao più raro e pregiato al mondo. Tavoletta sottile, fatta solo con massa di cacao e zucchero di canna. Si perde quindi la lucentezza del cioccolato ma l’assaggio è tutto un autentico confronto con il cacao di qualità. Avessimo iniziato da questa tavoletta, non saremmo andati più oltre. Impattante il prezzo, che rimane in linea con il marchio Domori.
Esselunga Top Madagascar: 9
Esselunga ci sorprende con la linea Top in cui emergono il prezzo competitivo e il marchio che c’è dietro alla produzione. Si tratta di Domori, una delle aziende italiane del cioccolato che più si è impegnata nella ricerca della qualità di questo prodotto, a partire dalla materia prima. Molte delle tavolette Domori sono state premiate per il 2021 tra i migliori cioccolati italiani. Decidiamo allora di provare il mono origine del Madagascar che, in etichetta, si definisce dal gusto esuberante, manco fossimo a Jem e le Hologram. Nota di merito: la menzione alla varietà Trinitario (presente all’80%), un cacao pregiato che costituisce l’8% del cacao mondiale. Una rarità. Confezione solo di carta. Già all’apertura, siamo travolti dal profumo. Nonostante tutti gli assaggi, non avevamo ancora sentito tanto coinvolgimento e anche l’aspetto è giusto. Il morso emette proprio un suono secco, e in bocca arriva subito una sensazione di spezie e poi di frutta. Questo non è cioccolato, è un’esperienza.
Esselunga Top Tanzania: 9+
Sorpresi dalla scoperta di Domori dietro la linea premium di Esselunga, vogliamo fare un test con un’altra tavoletta di Trinitario, questa volta però proveniente dalla Tanzania e con il 75% di cacao. Tutto qui è più delicato, dal profumo al gusto, ma non meno intensi. Le note fruttate emergono di più e c’è un equilibrio tra dolce e leggermente astringente che ci piace moltissimo. Quel “+” dopo il voto è forse un po’ soggettivo di chi assaggia. Siamo felici. Non perché ci siamo sfondati di cioccolato ma perché abbiamo mangiato quest’ultimo, che ci ricorda una regola che sembra un po’ da boomer: mangiatene poco ma buono.