«Nessuno pagherà di più o di meno»Draghi assicura che con il nuovo catasto non cambierà la tassazione

La lega ha disertato il Consiglio dei ministri in dissenso sulla riforma degli estimi catastali. Ci sarà una «revisione delle rendite catastali, adeguandole alle rendite di mercato, ha commentato capo del governo durante la conferenza stampa»

LaPresse

Nonostante la defezione della Lega in Consiglio dei ministri, Mario Draghi tira dritto e approva il testo sulla delega fiscale, che contiene anche la riforma del catasto contestata dal Carroccio. «Il perché ce lo spiegherà Salvini», ha detto il presidente del Consiglio in conferenza stampa con il ministro dell’Economia Daniele Franco.

In merito alla riforma del catasto, Draghi ha assicurato che «nessuno pagherà di più o di meno». E commentando il risultato delle elezioni amministrative, ha ammesso: «Non ha indebolito il governo, ma non so neanche se lo abbia rafforzato».

«Questa è una legge delega generale, che poi andrà riempita dei contenuti, che sono i decreti delegati», ha detto il premier. Sui decreti delegati «ci sarà un ulteriore confronto in Parlamento». Non è quindi «l’ultima parola sul fisco, purtroppo e per fortuna. Il processo non è così semplice prenderà molti anni».

Ci vorranno 18 mesi di tempo, verrà costituita una commissione che lavorerà con il ministro Franco – ha detto il premier – e poi ci sarà l’implementazione di quello che contiene i decreti delegati.

Draghi ha chiarito anche i contenuti della riforma del catasto. «Il governo si impegna ad accatastare tutto quello che oggi non è accatastato», ha detto Draghi. Ci sarà una «revisione delle rendite catastali, adeguandole alle rendite di mercato. Ci vogliono cinque anni, nessuno pagherà di più o di meno. Le rendite su cui si basa oggi la tassazione restano invariate. Non cambia l’imposizione fiscale su case e terreni». Insomma, non si decide di cambiare le tasse – ha confermato Draghi.

La Lega aveva chiesto tempo per analizzare i contenuti della bozza. Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, che rappresentava il partito al posto del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, ha lasciato in anticipo la riunione della cabina di regia, dicendo che il Carroccio avrebbe approfondito la bozza contenente anche la riforma del catasto, che i leghisti però non condividono. E nessuno del partito ha partecipato al consiglio dei ministri.

La bozza
«Il nostro sistema fiscale è stato disegnato nei primi anni Settanta, circa 50 anni fa», ha ricordato il ministro Franco. Il «disegno va aggiornato». La base di partenza è la relazione realizzata dalle commissioni Finanze di Camera e Senato dopo lavoro di indagine sull’assetto del sistema fiscale. È «un’occasione per riordinare l’assetto normativo che ha subito molti interventi parziali».

La bozza di delega al governo è composta da dieci articoli, tra cui – oltre alla revisione dell’Iva e dell’Irpef – compare appunto anche un articolo per la modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e la revisione del catasto di fabbricati. La Lega chiede di togliere la revisione degli estimi catastali e puntare sull’emersione degli immobili non accatastati.

La bozza del documento fissa tra gli obiettivi un aggiornamento del sistema della mappatura catastale – in particolare su immobili non censiti, abusivi, edificabili accatastati come agricoli – e nuovi criteri aggiuntivi per la descrizione degli immobili da utilizzare a partire «dal 1 gennaio 2026». Si precisa che «i nuovi criteri non» saranno utilizzati «per la determinazione della base imponibile dei tributi la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali». Ci saranno un aggiornamento periodico di valori e rendite e norme ad hoc per gli immobili storico-artistici.

La delega del governo prevede poi che si riducano gradualmente le aliquote medie Irpef «anche al fine di incentivare l’offerta di lavoro e partecipazione al mercato del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e ai secondi percettori di reddito, nonché l’attività imprenditoriale e l’emersione degli imponibili». Nell’ottica della progressività, si punta anche a ridurre gradualmente «le variazioni eccessive delle aliquote marginali».

Un altro degli obiettivi indicati dal governo è quello del riordino delle deduzioni dalla base imponibile e delle detrazioni dall’Irpef «tenendo conto della loro finalità e dei loro effetti sull’equità e sull’efficienza dell’imposta».