Silence, pleaseL’Europa ha iniziato ad affrontare il problema dell’inquinamento acustico

Nel mondo 110 milioni di persone soffrono le conseguenze di questo fenomeno, con varie ricadute sulla salute fisica e quella psichica. Nella maggioranza dei casi la legislazione sembra impotente, ma i provvedimenti presi in alcune metropoli del continente sono sintomo di cambiamento

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Clacson, sgasate, auto incolonnate che si fermano e poi ripartono, oppure motociclette che sfrecciano rumorosamente lungo le strade urbane. La vita quotidiana dei residenti delle grandi città europee, come certificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, può facilmente trasformarsi in un incubo fatto di rumore ed inquinamento acustico che supera i 55 decibel.

110 milioni di persone soffrono, con varie ricadute a livello di salute fisica e psichica, le conseguenze di questo fenomeno e la legislazione comunitaria, che deve essere aggiornata, sembra impotente. Non tutti, però, sono rimasti con le mani in mano. I guidatori che amano spingere lo stereo o l’acceleratore al massimo potrebbero avere qualche problema nella città belga di Ghent.

Qui, a partire dallo scorso luglio, è in vigore un nuovo regolamento che consente alla polizia di sequestrare per almeno 72 ore i veicoli troppo rumorosi e costringe i proprietari a pagare una cauzione salata per riaverli indietro. La legge resterà in vigore sino alla fine dell’anno per poi essere riesaminata in base all’efficacia dimostrata.  Bram Van Loo, consulente legale e per la sicurezza del sindaco di Ghent, ha riferito che i residenti sono soddisfatti della misura anche se è ancora troppo presto per vedere a quali risultati porterà.

A Rotterdam, nei Paesi Bassi, si sta pensando di contenere l’inquinamento acustico sulle autostrade per poter costruire almeno 1450 case nei loro paraggi. L’asfalto silenzioso, la presenza di barriere antirumore e uno studio che possa portare all’isolamento delle pareti fanno parte del Programma Pluriennale di bonifica del rumore (Mjpg), derivato dalla legge di gestione ambientale e che mira a proteggere tutte le abitazioni soggette ad inquinamento acustico superiore ai 65 decibel. Le autorità cittadine hanno diffuso i risultati emersi da uno studio sul rumore del traffico svoltosi nel 2020 e ci sono state 16mila occasioni, nel corso dei due mesi presi in esame, in cui questo ha superato gli 80 decibel.

Per reprimere gli atteggiamenti molesti, ora, si sta pensando di collegare targhe e propensione al rumore e di realizzare una ricerca sull’atteggiamento di chi guida. L’inquinamento acustico del traffico stradale colpisce un abitante su due di Bruxelles. Questa, almeno, è una delle conclusioni di uno studio dell’amministrazione dell’ambiente di Bruxelles risalente al 2018. Céline Fremaul, ministro per l’Ambiente della Regione di Bruxelles, aveva presentato un piano, nello stesso anno, che includeva alcune proposte per affrontare l’inquinamento acustico. Tra queste, l’ampliamento delle zone a velocità limitata, la promozione di mezzi di trasporto pubblici e privati più sostenibili, l’uso di una pavimentazione stradale appropriata e la promozione di isolanti acustici nella costruzione e nel rinnovo degli edifici.

Il piano, denominato “Bruxelles Tranquilla”, differenziava la superficie in aree problematiche, dove si doveva intervenire con vigore e zone di comfort, come parchi e foreste, da preservare ed estendere. Gli ultimi dati disponibili relativi al rumore in città in Italia sono stati forniti, nel 2021, dal Centro ricerche e studi di Amplifon, che ha preso in esame Milano. Le rilevazioni sono state effettuate da oltre mille utenti di una app lanciata proprio da Amplifon per realizzare la prima condivisa e crowd-sourced dell’ecologia acustica nel paese.

La scelta di coinvolgere i cittadini non è casuale ma mirata ad un’opera di sensibilizzazione su quanto possa essere importante l’ascolto consapevole. A Milano il livello di rumore medio ha raggiunto i 66 decibel in città mentre quasi il 30% delle misurazioni realizzate ha superato i 76 decibel.

A Roma si è pensato a due soluzioni per diminuire traffico e inquinamento acustico: pedonalizzazione ed inserimento di barriere che dovrebbero evitare il propagarsi del rumore. I progetti di pedonalizzazione diffusi nel gennaio del 2020, ben tredici, riguardavano diverse aree della città, mentre il Piano d’azione per le barriere ha come obiettivo principale il Grande Raccordo Anulare, che è una grande fonte di rumore ma anche un tratto della tangenziale est e di diverse rampe di accesso ad altre arterie.

Nel caso della capitale d’Italia sarebbe necessario pensare anche ad un piano dei trasporti pubblici in grado di diminuire il traffico. Il piano, necessario, dovrà essere realizzato dalla nuova amministrazione insediatasi dopo le elezioni e richiederà uno sforzo importante dal punto di vista monetario e di bilancio.

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