È servita una telefonata tra Giuseppe Conte e Mario Draghi – come racconta Repubblica – per chiudere le tensioni in Consiglio dei ministri sulle modifiche al reddito di cittadinanza. Ma alla fine il presidente del Consiglio ha incassato il risultato e ha portato a casa, senza troppi danni, l’approvazione della manovra. Sopite pure le minacce di sciopero sulle pensioni da parte dei sindacati, anche se la Fiom ha già annunciato una mobilitazione di otto ore.
Ma sulla legge di bilancio da 30 miliardi, di cui 12 di taglio delle tasse, le tensioni politiche sembrano solo rimandate al Parlamento, in sede di conversione in legge. Dove certamente la Lega tornerà sulle pensioni e i grillini sul reddito. Ma tutti guardano anche a come utilizzare gli 8 miliardi destinati al taglio delle tasse, ciascuno con la propria ricetta.
L’economista Carlo Cottarelli alla Stampa la definisce una manovra di compromesso: «Quando si ha una maggioranza così variegata bisogna trovare dei compromessi, è inevitabile». E sulle pensioni, con Quota 102 solo per il 2022, «si prolunga di un anno l’incertezza: “Kick the can down the road”, come si dice in inglese (“calcia la lattina in avanti”, ndr)».
Draghi ieri ha presentato le principali misure del testo in conferenza stampa con il ministro dell’Economia Daniele Franco. Ecco le principali misure.
Pensioni
«È giusto rivedere Quota 100 e andare in pensione più tardi», dice il commissario europeo al Lavoro Nicolas Schmit in un’intervista a Domani. Per il momento, l’erede di Quota 100 sarà dunque Quota 102: nel 2022, e solo per un anno, potrà andare in pensione chi ha almeno 64 anni e 38 di contributi. «Bisogna tornare al contributivo, vedremo a quale età e con quale flessibilità, come recuperare i pensionati che lavorano in nero e correggere le pensioni squilibrate dei giovani», ha detto Draghi.
In manovra entra anche un fondo chiesto e ottenuto dalla Lega e che sarà gestito dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: 200 milioni all’anno per il triennio 2022-2024. Servirà a garantire «un’uscita anticipata» ai lavoratori delle piccole e medie imprese in crisi «dai 62 anni», senza nessun vincolo contributivo.
Viene poi rinnovata l’Ape sociale per un altro anno e allargata ad altre otto mansioni di lavori gravosi, come gli insegnanti delle elementari (quelli della materna c’erano già), i magazzinieri, le estetiste, i portantini, i giardinieri, i lavoratori delle pulizie, i conduttori di veicoli, macchinari mobili e sollevamento. Viene poi eliminato il requisito di accesso all’Ape dei tre mesi dalla fine della Naspi, il sussidio di disoccupazione. Il pacchetto vale 141 milioni nel 2022 (si sale a 275 milioni nel 2023, per poi scendere negli anni successivi).
Viene allargato il contratto di espansione anche alle imprese dai 50 dipendenti in su (oggi è 100): possono prepensionare fino a 5 anni prima in cambio di assunzioni.
Rinnovata di un altro anno anche per Opzione Donna, ma l’età di uscita viene alzata: potranno accedere le donne che entro il 2021 compiono 60 anni (se lavoratrici dipendenti) o 61 anni (se autonome) e hanno 35 anni di contributi. In questo caso, il costo per lo Stato è solo un anticipo di cassa, perché la misura si autofinanzia grazie al ricalcolo di tutto l’assegno col contributivo e un taglio, stimato da Inps, del 33%. Ricalcolo che il premier Draghi vedrebbe come condizione per discutere di flessibilità in uscita per tutti e garantire al tempo stesso la sostenibilità dei conti pubblici.
Reddito di cittadinanza
Il Reddito di cittadinanza viene rifinanziato, in modo strutturale e dunque per sempre, con oltre un miliardo all’anno a partire dal 2022, così «da allineare l’importo all’esborso del 2021», spiega il ministro dell’Economia Daniele Franco, pari a 8,8 miliardi. Vengono però inaspriti i controlli ex ante e reso più stringente il legame con il lavoro, per coloro che sono “occupabili”.
L’assegno calerà di 5 euro al mese a partire dal sesto mese, come avviene al ritmo del 3% per Naspi e Discoll, i sussidi di disoccupazione. Nel caso del Reddito il taglio è più leggero: l’1% del beneficio economico massimo per un single, pari a 500 euro mensili. La riduzione non viene applicata alle famiglie in cui tutti i componenti sono inoccupabili o fino a quando c’è un componente sotto i tre anni, con disabilità grave o non autosufficiente. In ogni caso l’assegno non scenderà mai sotto i 300 euro al mese (per un single, da moltiplicare per la scala di equivalenza) e quelli da 300 euro non saranno toccati. Il taglio viene sospeso se il beneficiario inizia a lavorare. Riprende quando perde il posto.
Non ci sarà più bisogno di firmare la dichiarazione di immediata disponibilità a lavorare presso i Centri per l’impiego, perché sarà contestuale alla domanda di Reddito: senza, la domanda è improcedibile. Il Reddito decade se il beneficiario non si presenta al Centro per l’impiego, quando convocato. E nel caso di un secondo rifiuto di un’offerta di lavoro (non più dopo tre, come oggi) che può essere anche a tempo determinato, a 80 chilometri da casa, a part-time, in somministrazione (ma non sotto i tre mesi) e ovunque in Italia (solo contratti stabili).
«Condivido lo spirito del Reddito, ma senza abusi e senza disincentivare il lavoro in bianco», ha detto Draghi. La stretta sui controlli va in questa direzione: vengono ampliati i reati per i quali scatta l’immediata revoca. Gli elenchi dei beneficiari attuali saranno inviati al ministero della Giustizia per la verifica della presenza di condannati definitivi.
I Comuni dovranno fare controlli anagrafici, di residenza e soggiorno, preventivi e successivi entro 90 giorni. Se non lo fanno, rischiano il danno erariale.
Tasse
Vengono stanziati 8 miliardi di euro per alleggerire le tasse che pesano sulle persone fisiche e le imprese. Irpef e Irap, dunque, saranno tagliate. Ma il governo, per il momento, si limita a promettere genericamente la riduzione delle aliquote e la revisione delle detrazioni. Durante il dibattito parlamentare, Palazzo Chigi presenterà un emendamento che deciderà per davvero come ridurre.
Il taglio delle tasse ammonterà in tutto a 12 miliardi. Nel calcolo della riduzione del peso del fisco, il governo inserisce la cancellazione dell’aggio per 990 milioni (sono le spese di riscossione reclamate da Equitalia), il rinvio di sugar e plastic tax, l’Iva al 10% per la tampon tax, gli incentivi per casa e imprese, e i 2 miliardi contro il caro-bollette.
Ammortizzatori sociali
La riforma degli ammortizzatori, inserita in legge di bilancio, introduce l’ammortizzatore universale per tutte le imprese e tutti i lavoratori: 13 settimane di cassa per imprese da 1 a 5 dipendenti, 26 settimane da 6 a 15 dipendenti , 52 settimane sopra i 15 dipendenti. Chi oggi non paga, come le imprese sotto i 5 dipendenti, verserà lo 0,5% per ogni busta paga. Le imprese tra 6-15 dipendenti salgono da 0,45 a 0,80%. Quelle tra 16 e 50 dipendenti salgono da 0,65% a 0,80% e dovranno versare un altro 0,90% in più per accedere anche alla Cassa straordinaria.
Nel primo anno, tutte queste aliquote sono scontate, grazie a una copertura parziale dello Stato. In manovra ci sono 3 miliardi, ma il ministro del Lavoro Andrea Orlando parla di «saldo netto» per la riforma pari a 4,5 miliardi.
Importante anche lo stanziamento di 250 milioni di euro per le competenze digitali degli italiani.
Superbonus
Prorogato il Superbonus del 110% per il 2023. La detrazione scenderà al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025. Confermata l’estensione per il 2022 alle prime case unifamiliari solo di chi presenta Isee non superiore a 25 mila euro. La detrazione al 110% spetterà per tutto il 2022 se la Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) risulta presentata entro il 30 settembre 2021. Gli interventi di Iacp e cooperative sono beneficiari della detrazione al 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 nel caso — al 30 giugno 2023 — siano stati effettuati lavori per almeno il 60%. Stanziati 15 miliardi a copertura del nuovo meccanismo del superbonus. Proroga fino al 2024 del bonus mobili ed elettrodomestici. Cala il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione del 50%: 5mila euro. Il bonus facciate viene esteso al 2022, ma scende al 60%.
Aziende
Le imprese beneficeranno di aiuti per 1,5 miliardi. La manovra stanzia 180 milioni — «per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026» — per rifinanziare la Nuova Sabatini, la legge che aiuta le piccole e medie imprese a comprare macchinari 4.0, oltre a programmi hardware e software in grado di aumentarne la competitività. Esonero contributivo per i privati che assumono lavoratori subordinati, indipendentemente dall’età, in arrivo da imprese in crisi. Il nuovo Fondo per la transizione industriale avrà 150 milioni a partire dal 2022. Garantirà agevolazioni alle imprese che operano in settori ad alta intensità energetica, che realizzeranno investimenti per l’efficientamento energetico, che riutilizzeranno materie prime e riciclate.
Giovani
Arrivano agevolazioni sugli affitti per tutti i giovani, in un’età compresa fra i 20 e i 31 anni non compiuti, con un reddito complessivo non superiore a 15.493 euro. Qualora stipulino un contratto di locazione per un appartamento di una o più stanze da destinare a propria abitazione principale, sempre che la stessa sia diversa da quella dei genitori, viene riconosciuta per i primi quattro anni «una detrazione dall’imposta lorda pari al 20 per cento dell’affitto entro il limite massimo di 2.400 euro di detrazione».
Salta il tetto dell’Isee di 25mila euro per accedere al bonus culturale per i 18enni.
Ai centri dell’impiego vengono destinati anche 20 milioni dedicati alle attività connesse all’attuazione delle politiche attive del lavoro in favore dei Neet: i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni non occupati né inseriti in un percorso di studio.
Donne
Per le mamme è previsto lo sconto del 50% dei contributi quando rientrano al lavoro dopo la maternità. Il congedo obbligatorio per i papà viene stabilizzato a 10 giorni (che possono essere utilizzati entro 5 mesi dalla nascita del figlio). Al fondo per la parità salariale in origine venivano destinati 2 milioni di euro annui, mentre a decorrere dal 2022 tali risorse saliranno a 52 milioni.
Sanità
Gli enti del Servizio Sanitario Nazionale vengono autorizzati a stabilizzare il personale assunto a tempo determinato durante l’emergenza.
Cultura
Risorse per oltre 1 miliardo di euro alla cultura e allo spettacolo. Beneficiari il settore del cinema, le biblioteche e gli archivi, le fondazioni liriche, l’editoria, ma anche i piccoli borghi. La manovra incrementa a 750 milioni annui il Fondo per il cinema e introduce per i lavoratori dello spettacolo il Fet (Fondo economico temporaneo) con una dotazione di 20 milioni per il 2022 e 40 milioni annui dal 2023. Per le fondazioni liriche è istituito un nuovo fondo con 100 milioni per il 2022 e 50 per il 2023. Venti milioni andranno a contrastare la desertificazione dei borghi, tramite sgravi fiscali e facilitazioni ai piccoli commercianti e gli artigiani che iniziano, proseguono o trasferiscono la loro attività in centri delle aree interne del Paese con popolazione fino a 500 abitanti.
Un duello si è consumato attorno al bonus cultura per i diciottenni. L’idea era di ridurlo da 500 a 300 euro, legandolo all’Isee, in modo da differenziare studenti che provengono da famiglie più o meno abbienti. A questo si sono opposti Italia Viva e il ministro della Cultura Dario Franceschini. E alla fine la misura non è stata ritoccata.