La stretta del ViminaleSolo sit-in e fuori dai centri storici: nuovi limiti per i cortei anti Green Pass

La Confcommercio ha lanciato una petizione contro le manifestazioni del fine settimana nel centro delle città. A Milano, la perdita del fatturato nei negozi bloccati dalle proteste si aggira sui 10 milioni di euro in tre sabati

(LaPresse)

A Milano, si contano già 16 sabati consecutivi alle prese con le manifestazioni contro l’obbligo del Green Pass. A Trieste le proteste delle ultime settimane avrebbe generato un aumento dei contagi. E anche a Torino, nell’ultimo fine settimana, si sono verificati scontri e tafferugli che hanno bloccato parte della città.

Così, alla fine, il Viminale ha deciso una nuova stretta sui cortei No Pass – scrive il Corriere. Le proteste saranno consentite, ma con regole diverse: non potranno più esserci cortei che attraversano i centri storici e le strade dello shopping, i manifestanti dovranno stare lontano dagli obiettivi sensibili e – a meno che non ci siano particolari esigenze e garanzie – potranno organizzare soltanto sit-in.

Dopo il successo del dispositivo per la sicurezza del G20 di Roma che prevedeva proprio queste limitazioni, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese detta la linea a prefetti e questori. E, già in vista del prossimo fine settimana, i comitati provinciali convocati in tutti i luoghi dove sono state chieste autorizzazioni a scendere in piazza dovranno tenere conto di queste disposizioni. Una stretta ritenuta indispensabile per «garantire i diritti di chi dissente proteggendo però le attività economiche e la salute dei cittadini».

A Trieste, il prefetto Valerio Valenti ha già deciso che fino al 31 dicembre sono vietate le manifestazioni in piazza Unità d’Italia, vale a dire il luogo dove i manifestanti si davano appuntamento anche più volte a settimana. E lo ha fatto evidenziando proprio «le situazioni di criticità per l’ordine e la sicurezza pubblica e l’incolumità delle persone con modalità che hanno messo a repentaglio il patrimonio urbano pubblico e privato anche con lancio di oggetti verso palazzi tutelati dal ministero della Cultura».

Sulla questione si sono fatte sentire anche le imprese. La Confcommercio ha lanciato una petizione contro le manifestazioni del fine settimana nel centro delle città e il presidente Carlo Sangalli, in un’intervista al Corriere, ha evidenziato che «solo il sabato, per il settore del commercio e della ristorazione, vale oltre il 25% del fatturato settimanale, quindi è ben chiaro il danno provocato mentre paghiamo ancora le conseguenze della pandemia e rischiamo un’ulteriore impennata».

Un dato grezzo che accomuna Confcommercio e Confesercenti indica in un 30% il calo del fatturato dei negozi che affacciano sulle strade coinvolte dalle proteste. A Milano, sulla base di un sondaggio tra i commercianti, la perdita del fatturato negli esercizi bloccati dai cortei si aggira sui 10 milioni di euro in tre sabati. Anche a Padova i commercianti hanno fatto i conti: le manifestazioni sono costate finora due milioni. A Genova il settore dell’abbigliamento soffre cali di fatturato dal 30 al 50%.

«L’immagine di Trieste come città turistica è compromessa: piovono disdette», ha detto Antonio Paoletti, presidente della Confcommercio del capoluogo. Nel Ponte di Ognissanti, il calo negli alberghi è stato del 20%. E tra il 20 e il 30% si colloca anche il minor incasso dei negozi del centro. «Per il prossimo venerdì», ha detto Paoletti, «ho chiamato a raccolta tutte le categorie produttive della città, dagli industriali agli artigiani, dai sindacati ai consumatori, per scrivere un documento comune da mandare al presidente Draghi. Basta. Siamo stanchi. Temiamo il peggio ora che lo stato di emergenza verrà prorogato. I cortei devono cessare oppure ci devono dare un sostegno economico, perché noi al sabato facciamo i 3/4 degli incassi dell’intera settimana. E veniamo già da un lockdown durissimo».

La stretta del Viminale tiene conto anche della risalita della curva epidemiologica e delle prossime festività natalizie. Tra le disposizioni più rigide, è prevista anche la possibilità di imporre l’obbligo della mascherina per i manifestanti all’aperto. E alle nuove regole sui cortei si aggiunge anche la sollecitazione alle prefetture e alla polizia locale affinché vengano intensificati i controlli sul rispetto da parte dei gestori di bar, ristoranti e palestre del controllo Green Pass prima di consentire l’accesso ai clienti nei locali.

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club