Il Quirinale che vorreiRino Formica dice che all’Italia serve un presidente giovane, meglio se donna, e che sappia osare

L’ex ministro socialista a Repubblica spiega che il nuovo Capo dello Stato dovrebbe essere vicino ai 50 anni, «una personalità che abbia sapere costituzionale, ma anche spirito innovativo». E Draghi non vuole andare al Colle, aggiunge: «Credo che aspiri fare il capo della Banca mondiale, come si è intuito dal suo discorso a Glasgow»

© Marco Merlini / LaPresse

«Più vicino ai 50 anni e il più lontano possibile dai 90». E «uno fuori dagli intrighi di palazzo degli ultimi trent’anni. Meglio se donna, perché sono immacolate ai compromessi». Così Rino Formica, 94 anni, ex ministro socialista degli anni Ottanta, traccia in un’intervista a Repubblica il profilo ideale del prossimo presidente della Repubblica.

Della corsa al Quirinale, spiega, lo colpisce «il fatto che avvenga con una crisi di sistema in corso. È un inedito». Una crisi avvenuta principalmente con «l’affermazione nel 2018 di un partito populista come il M5S, che detiene il 34% dei seggi», cosa che «ha contribuito a una progressiva erosione della democrazia parlamentare. Oggi prevale la sensazione che abbia fatto il suo corso. Abbiamo un Parlamento di impediti, e a tutti sta bene così». Non solo: «Il Parlamento, che si accinge a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, non è più rappresentativo della maggioranza relativa nel Paese. I Cinquestelle, pur di resistere, hanno fatto alleanze con tutti, destra, sinistra, Draghi, nella convinzione che tutto si risolva nella semplice capacità di coagulo. La fine della politica».

Secondo Formica, il Parlamento andava sciolto «dopo il referendum sul taglio dei parlamentari». Così il nuovo Parlamento avrebbe «eletto il Presidente della Repubblica con più legittimità di quanto farà l’attuale che tra poco più di un anno scadrà».

Come deve essere il prossimo Presidente? «Più vicino ai 50 anni e il più lontano possibile dai 90», risponde Formica. «Uno fuori dagli intrighi di palazzo degli ultimi trent’anni. Meglio se donna, perché sono immacolate ai compromessi». Insomma, «una personalità che abbia sapere costituzionale, ma anche spirito innovativo. Deve osare. Il che non vuole dire violare».

Perché, dice, «solo una simile figura potrebbe vigilare, come garante al Colle, sulle riforme profonde che servono. E deve essere eletto per sette anni, non a termine. Il processo di mutamento sarà giocoforza lungo». E se venisse eletto un presidente giovane, dovrebbe «pretendere un governo politico. Si tornerebbe finalmente alle regole della democrazia parlamentare».

Il tandem Draghi-Mattarella per mantenere in piedi l’attuale equilibrio non lo convince: «Non risolverebbe i problemi, li rinvierebbe soltanto». Tra l’altro, secondo Formica, Draghi non vuole fare il presidente della Repubblica: «Credo che aspiri fare il capo della Banca mondiale, come si è intuito dal suo discorso a Glasgow. Sarebbe utile lì, vista la sua caratura. E del resto ognuno aspira a fare ciò che sa fare bene». Come premier «ha gestito bene la vaccinazione e l’avvio dei fondi europei, ma nemmeno lui alla fine vuole affrontare le questioni complicate, quelle divisive», come le concessioni balneari. «Ha detto che vuol prendersi sei mesi per la mappatura. Ma a me, nel 1981, quando divenni ministro delle finanze, la diedero in pochi giorni».

Formica ha definito eversivo il «semipresidenzialismo di fatto» evocato da Giorgetti per sponsorizzare Draghi al Colle. «È una proposta antisistema», dice. «Contempla la morte della Costituzione. Di questo passo si arriva a Putin o Erdogan. E il trionfo del populismo bottegaio, quello delle partite Iva, diverso da quello da avanspettacolo di Grillo».

Ma nemmeno Giuliano Amato andrebbe bene al Quirinale. «Ha una grande esperienza di governo, e sapere giuridico, ma oggi ci vuole una figura di una verginità assoluta», dice Formica. «Altrimenti la crisi di sistema si aggraverà».

Anche se, ammette, «noto però con dispiacere che sia nella classe politica che nel mondo dell’informazione manca il senso della gravità della crisi di sistema in corso». Secondo Formica, o l’Italia «viene governata da una guida democratica, libera e senza autocondizionamenti, oppure si rischia un ulteriore mutamento traumatico, antidemocratico».

Su Berlusconi al Colle, commenta: «C’è una crudeltà di chi lo sta per abbandonare, che fa impressione: gli fanno la festa della giovinezza, lo illudono». «Andrebbe lasciato di vivere in pace la sua vecchiaia». E aggiunge: «Guardi, ho 94 anni, e so bene che a una certa età si diventa molto infantili. Bisogna essere circondati da persone che ti vogliono bene, ma che sappiano anche tenere a freno il tuo infantilismo».

E Renzi che ruolo avrà? «Ormai fa il lobbista, ha scelto un altro lavoro».

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