Il chiarimento del ministeroNon ci sarà alcun ritorno in Dad in caso di presenza di un solo alunno contagiato

Il generale Figliuolo ha assegnato agli enti locali gli obiettivi sui vaccini: a dicembre servono fino a 400mila dosi al giorno

Cecilia Fabiano/ LaPresse

I contagi da Covid-19 crescono, la variante Omicron spaventa e le regioni chiedono che le classi tornino alla didattica a distanza (Dad) anche se il contagiato è uno solo. Ma il ministero della Salute ha chiarito che non ci sarà alcun ritorno alla Dad e continueranno a valere le precedenti regole sulla quarantena in classe. Quindi tutto rimane come prima:  se il contagiato in classe è soltanto uno, gli altri alunni restano tutti in presenza, ma sotto osservazione con un tampone molecolare o rapido da fare subito e un altro a distanza di cinque giorni.

L’incontro tra ministero della Salute e Regioni è però servito anche a ribadire, ancor con la variante Omicron, la validità della strategia delle tre T: tracciare, testare e trattare. Nel frattempo la struttura del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 del generale Figliuolo ha deciso di intensificare le attività di testing nelle scuole per potenziare il tracciamento.

Ma nonostante l’infornata di oltre duemila sanitari, avviata dal decreto di oltre un anno fa voluto da Speranza per potenziare il contact tracing, ad oggi i cacciatori di virus delle Asl sono rimasti sempre gli stessi, come rivela il monitoraggio settimanale a cura dell’Iss. Il sequenziamento del virus, indispensabile per individuare proprio le nuove versioni del virus, è ancora in una situazione di grave ritardo, con Toscana e Liguria a quota zero e Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto, Trentino e Puglia sotto l’1% dei casi rilevati, quando la soglia minima raccomandata dall’Ecdc europeo è del 5%.

Le amministrazioni locali hanno segnalato il problema dello screening con i test salivari, che vengono fatti da settembre in un campione di scuole. Un’attività che serve a intercettare casi asintomatici ma impegna personale prezioso che, in questo momento, potrebbe essere più utile nel lavoro su tamponi e quarantene.

Necessario, hanno ribadito le Regioni, anche garantire controlli più serrati nelle zone della movida e sui mezzi pubblici. Tutte le pattuglie impegnate nel controllo del territorio dal 6 dicembre avranno anche il compito di verificare il Green Pass. Non ci saranno poliziotti sui mezzi, ma i controlli saranno fatti – a campione – alle fermate dei bus e sulle banchine della metro. Entro la settimana un nuovo vertice chiarirà se i controllori delle aziende di trasporto possono chiedere ai passeggeri il Green Pass. Probabilmente sì, se lo fa il personale delle aziende ferroviarie e delle linee aeree. Un parere è stato chiesto al ministro dei Trasporti Giovannini.

Altro punto critico il controllo del Green Pass agli studenti sopra i 12 anni non vaccinati, che non hanno l’obbligo per andare a scuola ma dal 6 dicembre dovranno fare il tampone per prendere l’autobus. Assai complicato il controllo soprattutto nelle province dove, per tratte anche a lunga percorrenza, in migliaia usano le corriere. Nelle zone della movida, in bar e ristoranti, luoghi di spettacolo, impianti sportivi, il Viminale conta sull’aiuto delle associazioni di categoria per sensibilizzare i titolari dei locali. E nel piano di Natale i sindaci (che già a decine si sono mossi con proprie ordinanze) chiedono al governo un provvedimento nazionale che ripristini l’obbligo di mascherina all’aperto.

Il timore che la Omicron si diffonda ha spinto il commissario straordinario per l’emergenza Francesco Figliuolo a scrivere alle Regioni per assegnare a ciascuna la quota minima di vaccinazioni che dovrà fare tra domani e il 12 dicembre: circa 400mila al giorno. Per un totale di 4,6 milioni. Mentre per i bambini da 5 agli 11 anni si partirà dal 23 dicembre.

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