In Germania il percorso per trovare un accordo definitivo tra socialdemocratici, verdi e liberali per la formazione di un nuovo governo potrebbe essere più lungo di quanto sembrasse pochi giorni fa. I tre partiti avevano trovato un accordo generale relativamente presto, e hanno iniziato a elaborare un programma di governo più dettagliato attraverso una serie di gruppi di lavoro che dovrebbero proseguire la loro attività fino al 10 novembre, per poter permettere al nuovo esecutivo di insediarsi nella prima settimana di dicembre.
Mercoledì scorso, però, era il giorno previsto per un confronto tra i delegati e i rispetti vertici di partito, e da parte dei Verdi sono emerse alcune perplessità, culminate nelle dichiarazioni alla stampa di Michael Kellner, dirigente nazionale del partito, secondo cui nelle trattative ci sarebbero «pochi progressi» su aspetti «sostanziali». La questione riguarderebbe, in particolare modo, gli impegni legati alla lotta al cambiamento climatico.
Il documento su cui stanno lavorando le tre forze politiche, infatti, conterrebbe solo indicazioni generali sul tema, senza obiettivi precisi e vincolanti più ambiziosi. Nelle trattative, ad esempio, i Grüne starebbero lavorando per introdurre tagli alle emissioni più stringenti per alcuni settori, come quello dei trasporti, scontrandosi in questo in più punti con i liberali della FDP. Anche Robert Habeck, co-segretario del partito insieme ad Annalena Baerbock (candidata alla Cancelleria), ha ribadito in alcune dichiarazioni televisive come il clima sia un tema centrale per il prossimo governo, chiamato a «recuperare un enorme deficit» dato dal fatto che «ogni giorno e ogni mese che passano» il raggiungimento degli obiettivi climatici «diventa più difficile».
In questo scenario, i Verdi hanno anche scritto una lettera a diverse organizzazioni ambientaliste, poi pubblicata da Reuters e Handelsblatt, dove si legge come nelle trattative in corso «c’è ancora molto da raggiungere, soprattutto su clima e difesa della biodiversità», e che «in alcuni punti» l’accordo di governo «manca ancora della necessaria chiarezza». Ma la lettera, firmata da Baerbock e Habeck, si spinge oltre, arrivando a invitare le organizzazioni a fare pressione su SPD e FDP per avere «proposte più ambiziose» sulla lotta al cambiamento climatico.
Lo scontento dei Verdi per come stanno procedendo le trattative è sicuramente reale, ed è del resto vero che le misure sul clima sono una parte abbastanza fumosa dell’accordo di sorta raggiunto dai tre partiti, principalmente a causa della difficoltà di mettere d’accordo sull’argomento i liberali, da una parte, con i Verdi e la SPD, dall’altra. Tuttavia, alimentare la tensione interna alla coalizione risponde anche a una serie di bisogni dei Grüne.
Prima di tutto, quello di ritagliarsi più potere rispetto alla FDP. I due partiti hanno ottenuto risultati molto simili alle elezioni, e grazie alla centralità guadagnata nelle urne hanno iniziato le consultazioni tra di loro prima di coinvolgere i socialdemocratici. Con i liberali, però, i Verdi hanno diversi punti di contrasto: Habeck e Baerbock vogliono impegni più stringenti sul clima, ma anche una spesa pubblica e una tassazione in linea con questi obiettivi. Tutte posizioni che vedono la contrarietà dei liberali di Lindner. Al tempo stesso, le due forze sono attualmente in lotta per il Ministero delle Finanze, reclamato sia da Habeck che da Lindner stesso (e un recente sondaggio RTL ha visto l’ultimo più gradito ai tedeschi per il posto rispetto al primo). Chi la spunterà avrà un discreto potere sulla direzione che prenderà il futuro governo, e per i Verdi poter decidere come finanziare il raggiungimento degli obiettivi climatici potrebbe rappresentare una grande vittoria politica.
C’è anche da considerare però un piano più interno, legato al rischio di perdere consenso tra l’elettorato più fedele ora che c’è da prendere responsabilità di governo. I Verdi sono arrivati terzi alle scorse elezioni, dopo diversi mesi in cui sembravano in grado di essere la vera sorpresa per la Germania. Attualmente, stanno influenzando le trattative meno di quanto avrebbero voluto. Nonostante le chiare affinità con la SPD, l’aspirante Cancelliere Olaf Scholz è costretto a procedere con cautela per evitare di strappare con i liberali, rendendo impossibile formare un governo. E questo, tra le altre cose, vuol dire ridimensionare le rivendicazioni dei Grüne. Il rischio quindi è che il partito si mostri non in grado di incidere realmente sul governo e sul programma, deludendo alcuni degli elettori più fedeli.
Come ha scritto Charlotte Wiedemann sulla TAZ, i Verdi oggi hanno difficoltà a tenere testa alle aspettative che loro stessi hanno alimentato, presentandosi come possibili vincitori delle elezioni e dando l’impressione di poter essere la forza politica determinante di una nuova Germania, mentre oggi faticano anche a imporre un dibattito sui limiti di velocità delle autostrade (tema dibattutissimo in Germania, e identitario per i Verdi per ragioni ambientali).
Se è vero, però, che la FDP è fondamentale per formare un governo, è altrettanto vero che lo sono anche i Verdi. L’operazione intrapresa, quindi, potrebbe permettere al partito di riaffermare la sua centralità nei confronti dei liberali, soprattutto di fronte alla SPD. Una situazione delicata, in cui Olaf Scholz sarà chiamato a mediare con attenzione per evitare ogni strappo, che sarebbe fatale per l’accordo di governo. Le perplessità dei Verdi potrebbero quindi complicare i rapporti nella coalizione, inaugurando una nuova fase delle trattative di governo. Oltre che, ovviamente, far slittare i tempi, posticipando tanto il termine fissato per la chiusura dei gruppi di lavoro quanto l’insediamento del governo.