In Germania, dopo il voto del 26 settembre che ha visto la SPD diventare primo partito, è iniziato il dialogo tra le forze politiche per dare vita a un governo.
La grande novità, però, è che sono i Verdi e i liberali a tenere le redini della situazione. Nonostante siano uscite dalle urne come la terza e la quarta forza parlamentare, i loro voti al Bundestag sono infatti fondamentali per creare una maggioranza. I socialdemocratici e il loro candidato Olaf Scholz hanno bisogno di loro per riuscire a far nascere Ampelkoalition, la coalizione semaforo che assicurerebbe i numeri in Parlamento.
La semplice alleanza con i Verdi, infatti, non basterebbe per far diventare Scholz Cancelliere, mentre un’intesa con la CDU è fuori discussione (almeno per il momento). Tuttavia, anche il segretario e candidato della CDU Armin Laschet nei giorni ha affermato più volte di voler portare la CDU al governo, cercando quindi di sostituire i socialdemocratici nell’intesa.
In effetti, la situazione rivela un innegabile dato politico delle elezioni tedesche: nonostante la SPD sia la vincitrice in base ai risultati, il vero ruolo centrale in questa fase (e forse in ogni futuro governo) è svolto dai partiti tradizionalmente minori. I due grandi partiti di massa tedeschi, quindi, rimangono le principali forze politiche in termini di peso parlamentare, ma appaiono molto dipendenti dalle decisioni che prenderanno le forze risultate minoritarie.
Consapevoli di questo vantaggio, sia i Grüne che i liberali negli scorsi giorni hanno iniziato a incontrarsi per sondare la possibilità di raggiungere un’intesa tra di loro, prima ancora che con altri partner di governo. Si tratta di una situazione insolita (è chiaro che di norma è il partito vincitore a dare avvio alle negoziazioni per formare una maggioranza), ma proprio questa circostanza rende evidente il peso che i due partiti hanno in questo momento.
Tra le due forze ci sono differenze rilevanti, ma anche alcuni punti in comune. Sia i Verdi che i liberali, ad esempio, hanno proposto programmi fortemente caratterizzati da riforme di ammodernamento del Paese: la FDP ponendo particolare enfasi sulla digitalizzazione, i Verdi sulla sostenibilità. Al netto delle differenze, i due partiti sono visti come forze di rottura dal loro elettorato, e sono risultati i partiti più votati nella fascia 18-24 anni. Possono andare molto d’accordo sui temi legati ai diritti civili, così come sulla privacy (condividono l’opposizione all’attuale legge tedesca sulla detenzione dei dati) o sugli investimenti in digitalizzazione. Sul fronte della politica estera, hanno approcci simili verso la Cina, e meno dialoganti che CDU ed SPD. Inoltre, concordano su altre questioni meno centrali ma significative, come l’abbassamento dell’età del voto a 16 anni o la legalizzazione delle droghe leggere.
Le differenze, però, sono nette, e potrebbero rendere molto difficile raggiungere un’intesa finale. I Verdi sono favorevoli a forti investimenti statali per garantire la transizione verde, lì dove la FDP vuole ridurre il debito pubblico. Per i Grüne, ovviamente, la riduzione delle emissioni è un priorità, e Christian Lindner, segretario FDP, li ha definiti in passato “nemici delle imprese”. Al tempo stesso, gli ambientalisti condividono con la SPD molti obiettivi in tema di politiche sociali, ad esempio l’innalzamento dei livelli di tassazione per i ceti più abbienti, l’introduzione di un’imposta patrimoniale e l’aumento del salario minimo a 12 euro all’ora. Tutti punti su cui i liberali dissentono. Anche a livello europeo le divergenze potrebbero pesare, se consideriamo che i Verdi sono tradizionalmente favorevoli all’introduzione degli eurobond e a una maggior coordinamento delle politiche sociali europee.
A oggi, è probabile che i due partiti si accordino su alcuni punti comuni, per poter pesare maggiormente in ogni dialogo a tre. La scelta del partito con cui governare, però, non è separabile completamente dall’intesa tra i due partiti minori. Mentre i Verdi, infatti, hanno diversi punti di contatto con i vincitori della SPD, il partito di Lindner ha sicuramente più affinità con la CDU sulle politiche economiche e sociali. In questo scenario, scegliere tra socialdemocratici o cristiano-democratici potrebbe avere grandi conseguenze anche sui rapporti di forza tra ambientalisti e liberali, e non è un caso che negli ultimi giorni entrambi i partiti abbiano iniziato anche a sondare il terreno con le forze maggiori, separatamente.
Dal canto suo, Olaf Scholz ha spesso rivendicato di essere il vincitore delle elezioni, affermando che spetti a lui diventare Cancelliere e ribandendo di essere pronto a discutere con le due forze minori. In effetti, Scholz risulta più apprezzato di Laschet verso l’opinione pubblica tedesca; oltre ai diversi sondaggi pre-voto, ieri una rilevazione Forsa indicava che il 52% dei tedeschi lo vorrebbe Cancelliere tra lui e Laschet, mentre il rivale è fermo al 9% (il 39% non risponde). Per lui però l’ostacolo principale sarebbe trovare un accordo con i liberali, con cui i socialdemocratici hanno forti divergenze; ma con i Verdi dalla sua potrebbe incontrare meno difficoltà nello smussare alcune loro posizioni, facendo pensare su Lindner un’eventuale responsabilità nella non formazione del governo.
La FDP, però, potrebbe avere l’interesse opposto, ovvero includere i cristiano-democratici nel valzer per il governo, con cui i liberali hanno più posizioni in comune e che potrebbero non avanzare condizioni particolarmente proibitive, vista la situazione in cui sono.
La CDU, però, dovrà prima chiarire alcune questioni interne. Il segretario Armin Laschet deve far fronte alle forti critiche arrivate in seguito al risultato elettorale, e deve guardarsi sia dallo sfidante per la candidatura per la Cancelleria Markus Söder (leader del partito-sorella CSU) quanto dagli avversari interni come Friedrich Merz. Negli ultimi giorni, inoltre, alcuni dirigenti locali dei Länder orientali hanno espresso una serie di accuse contro Laschet in merito al risultato elettorale.
La situazione nella CDU è così incerta che, mentre nei giorni immediatamente seguenti il voto Laschet ha affermato più volte di essere pronto a dialogare per formare una maggioranza, queste dichiarazioni sono ora più rade, al punto che Lindner ha dichiarato che dalla CDU servono segnali chiari.
I Verdi e la Fdp, comunque, non potranno beneficiare troppo a lungo di questa situazione. Anche se oggi sembra impossibile, una riproposizione della Grosse Koalition tra Spd e Cdu garantirebbe numeri saldi in Parlamento. La SPD ha sofferto molto nella scorsa legislatura l’alleanza con i cristiano-democratici, ed è improbabile che decida di riproporre l’intesa, anche vista la linea dell’attuale segreteria del partito. Ma potrebbe essere costretta a considerare l’ipotesi, qualora la situazione evolva in un certo modo.
Verdi e liberali sono consapevoli di essere nella condizione di poter andare al governo ma pur sembrando molto inclini a non farsi scappare l’occasione, la strada per formare una maggioranza non è senza ostacoli.