L’emergenza climatica in corso è un problema globale, che riguarda tutti e tutto il mondo. Va affrontata a tutti i livelli, dalle politiche pubbliche ai piccoli gesti quotidiani, contemporaneamente. La tutela dell’ambiente è in cima alla lista di priorità dell’Unione europea e delle sue istituzioni, ed è uno dei principali argomenti di discussione alla Conferenza sul futuro dell’Europa.
Per questo motivo il nostro giornale ne ha discusso durante il primo appuntamento di Europa Futura: un ciclo di cinque incontri, cinque dirette su Instagram e Facebook per far dialogare le associazioni giovanili, ambientali, culturali e sociali con gli eurodeputati e i cittadini che partecipano alla Conferenza, per far conoscere a tutti le potenzialità inespresse e le occasioni da non perdere durante questo grande appuntamento.
Nella videoconferenza si è discusso di ambiente e di misure da mettere in campo per combattere il cambiamento climatico. Linkiesta lo ha fatto in compagnia dell’europarlamentare di Europa Verde Eleonora Evi; Rossella Pellarin, tra i 200 cittadini europei che partecipano alla Conferenza; Laura Vallaro dell’associazione Fridays For Future; Lorenzo Zitignani a capo dell’associazione Plastic Free e la green influencer e attivista di Youth for Climate, Federica Gasbarro.
Inoltre Linkiesta ha invitato le associazioni a presentare delle proposte da pubblicare sulla piattaforma online della Conferenza sul futuro dell’Europa, avanzando a sua volta una proposta: riguarda il potenziamento della rete ferroviaria europea per ridurre al minimo le tratte aeree percorribili con altri mezzi – è possibile limitare in tutta l’Unione europea i voli tra città che distano tra loro poche ore di treno, riducendo le emissioni di carbonio.
Ma i temi sono molti e l’europarlamentare Eleonora Evi, che dalla scorsa estate è co-portavoce nazionale di Europa Verde ha ricordato, durante l’incontro, i diversi dossier sul tavolo e tutto il lavoro che ancora c’è da fare per vedere risultati concreti: «È un processo molto grande che coinvolge le istituzioni e i cittadini. La Commissione europea si sta dando grandi obiettivi in prospettiva futura, ma secondo me rischia di essere poco efficace se continua a prendere decisioni non vincolanti. O se non arriva a risultati concreti nelle sue politiche, come nel caso della legge, nata su iniziativa dei cittadini europei, sull’abolizione dell’uso delle gabbie negli allevamenti in tutta Europa: è un impegno importante che vuole assumersi Bruxelles, vediamo se verrà trasformato in misure concrete».
L’impegno di Eleonora Evi e di Europa Verde riguarda anche le fonti energetiche del presente e del futuro, con una posizione molto netta sull’utilizzo di gas e nucleare: «Noi ci stiamo battendo affinché queste due fonti, due settori che stanno andando spesso a braccetto, non siano dichiarati sostenibili dall’Unione europea. La fissione nucleare ancora produce scorie radioattive, accettarlo sarebbe un uso improprio dei soldi dei cittadini».
Sulla piattaforma online della Conferenza sul futuro dell’Europa le proposte che riguardano il tema ambientale sono la quota più grande, sintomo che si tratta di uno dei temi che sta più a cuore ai cittadini europei.
E proprio dalla parte dei cittadini si trova Rossella Pellarin, che partecipa alla Conferenza: è uno dei 200 cittadini europei invitati. Durante la videoconferenza ha spiegato come si svolgono gli incontri nei citizen panel e quale può essere il ruolo dei cittadini.
«Si crea molta consapevolezza su tutte le diverse realtà rappresentate alla Conferenza, si ascolta molto e si parla di temi ambientali sotto molti punti di vista: dalla riduzione dell’inquinamento a al riciclaggio. La parte più bella è l’ascolto, entrare in contatto e conoscere le criticità di ogni Paese, e poi trasmettere queste conoscenze soprattutto ai giovani, perché l’obiettivo è creare un’Unione europea più coesa e sostenibile per loro», ha detto Pellarin.
Alla videoconferenza de Linkiesta hanno partecipato anche le associazioni che insistono sulle tematiche ambientali. Tra queste c’è Plastic Free, un’associazione di volontariato che vuole informare e sensibilizzare sulla pericolosità della plastica, in particolare quella monouso, che non solo inquina, ma uccide.
«Ogni anno dai fiumi europei 600 milioni di tonnellate di macrorifiuti finiscono in mare. E otto oggetti su dieci sono di plastica. Per questo chiediamo con urgenza una direttiva europea che obblighi gli Stati membri a investire in tecnologia per filtrare la plastica dai fiumi europei, con maggior controlli e nuovi target più sfidanti», ha detto Lorenzo Zitignani, rappresentante dell’associazione.
Zitignani ha poi aggiunto altre proposte concrete che Plastic Free presenterà alla Conferenza attraverso la piattaforma online: «Chiediamo di installare in tutte le scuole dei 27 Stati membri delle colonnine di depurazione dell’acqua per permettere agli studenti di portare la propria borraccia a scuola, senza dover acquistare le bottiglie di plastica. Chiediamo inoltre all’Unione europea di inasprire le pene per gli ecoreati di creare un fondo che investa per migliorare la sostenibilità ambientale dei tessuti sintetici, promuovendo fibre sostenibili e un miglior controllo delle microplastiche».
I combustibili fossili sono invece il bersaglio della proposta di Fridays For Future. Laura Vallaro, in rappresentanza dell’associazione, durante la videoconferenza ha spiegato l’importanza di fermare gli investimenti e i sussidi europei nell’esplorazione e nell’estrazione dei combustibili fossili.
«Chiediamo di interrompere i sussidi per combustibili come petrolio, gas e carbone – dice – ma questi provvedimenti devono essere affiancati da politiche sociali adeguate ad affrontare la transizione ecologica, aumentando ed espandendo a più paesi il fondo per la transizione giusta, per non lasciare indietro i lavoratori di questi settori. Altrimenti il nostro impegno per l’ambiente non avrebbe senso».
Ma non tutti i segnali in arrivo dall’Europa sembrano andare in questa direzione. «Negli ultimi mesi è stato aperto il gasdotto Nord Stream 2 che è uno dei più lunghi del mondo, porterà gas in Europa. Questo fa pensare che, almeno su alcune cose, stiamo andando nella direzione sbagliata», ha aggiunto Laura Vallaro. Il primo passo da compiere, quindi, è di natura culturale: «È fondamentale – aggiunge – che la crisi climatica venga trattata come una vera e propria crisi esistenziale. Ma ancora non se ne parla in questi termini».
Di una comunicazione più puntuale ed efficace su questo tema si è concentrata Federica Gasbarro, green influencer e attivista di Youth for Climate: «La scolarizzazione, diffusione della cultura, è un punto chiave della lotta al cambiamento climatico. Ma i ragazzi non vogliono dover googlare come funziona l’ambiente, cos’è un ecosistema, quali sono le conseguenze delle loro azioni. Bisogna portare un cambiamento anche a livello istituzionale, per questo con Youth for Climate abbiamo proposto di inserire nei programmi scolastici europei, al fianco delle altre materie, l’insegnamento dell’Educazione ambientale».