Quanti di voi sono già pronti a stappare bottiglie di spumante tra le mura di casa e quanti invece si sognano un “cenone” più posato, magari in qualche rinomato indirizzo?
Forse ancora più del Natale, il servizio del 31 dicembre per la maggior parte dei ristoranti significa opulenza, gala, brindisi e festeggiamenti non stop. Diverse attività quest’anno hanno optato per chiudere durante i giorni del 24 e 25 per riposarsi e dedicarsi al “cenone”. Si tratta in genere di una serata dove il tavolo di coppia è più raro – anche se dipende dai contesti – ed è facile ritrovarsi con alcuni amici o un numero ristretto di parenti per salutare insieme il nuovo anno. Una serata che nella maggior parte dei casi si trascorre in compagnia, mangiando (tanto) e bevendo (altrettanto) nell’attesa di una mezzanotte carica di fuochi d’artificio. Sia che restiate in città, sia che vi spostiate in mete più vacanziere (sperando si possa), qui trovate tanti e diversi spunti per trascorrere un ultimo giorno dell’anno da buongustai. Ce n’è per tutte le tasche, affrettatevi a prenotare il vostro tavolo!
Si parte con Moebius, il tapas & cocktail bar con ristorante gastronomico firmato Enrico Croatti in Porta Venezia. Un parallelepipedo di design mozzafiato, in stile industriale e capace di accogliere grandi numeri. La serata di Capodanno è accompagnata da live Jazz per opera del quintetto Cosimo and The Hot Coals e il menu è quanto di più creativo ed eclettico che possiate trovare in città. Si inizia con un cocktail di benvenuto accompagnato da un tortello di zucca e kumquat caramellato, passion fruit con mandorle e parmigiano reggiano, Cinta Senese – Riserva Moebius. Sono previste alcune portate (piuttosto originali) in condivisione al centro del tavolo: pizza ai frutti di mare, crocchette di erbe selvatiche e pecorino, burrito ai carciofi e guacamole. Si prosegue con una “zuppa anarchica” di canocchie crude e un filetto al pepe con meringa di yogurt. Come dessert c’è una hot chocolate cake che vi auguriamo di mangiare abbastanza per tempo perché allo scoccare della mezzanotte arriva la piada romagnola con cotechino e lenticchie.
Completamente diverso – e inaspettato – il menu di Crocca, la pizzeria aperta nel 2020 dal dream team di Gelsomina, Pizzium, Marghe, che non ricalca lo stile napoletano. Finalmente una pizza croccante, che ricorda un po’ il gusto di quelle anni settanta e ottanta prima che scoppiasse il boom dei lievitati di moderna generazione e l’idea della pizza gourmet. Per il 31 dicembre, in realtà, Crocca non ha previsto pizza per i suoi clienti ma un menu più tradizionale: zuppetta di polipetti, tartare di salmone marinato, carpaccio di tonno e ricciola e insalatina di mare tiepida. Come primi, la calamarata al ragù di rana pescatrice e gli scialatielli con frutti di mare allo zafferano. Di secondo ancora pesce, con un filetto di ombrina alla pescatora, nell’attesa che cotechino e lenticchie vegano serviti a mezzanotte. Panettone e crema al mascarpone chiudono la cena in bellezza, accompagnati da un calice di bollicine.
Chi non vuole togliersi lo sfizio di una cena stellata nemmeno l’ultimo dell’anno, può contare su IYO – Experience, unico ristorante etnico con 1 stella Michelin in Italia, aperto da Claudio Liu nel 2007. La tradizione giapponese, non solo di lavorazione sushi e sashimi, ma arricchita di una proposta più contemporanea e di pura contaminazione tra cultura asiatica e Mediterraneo. La serata del 31 dicembre è stata pensata con un menu degustazione a otto portate con possibilità di pairing al calice. Si inizia in grande stile con i carabineros, ovvero i gamberi rossi imperiali kobujime al sale, con le sue salse e caviale di aringa affumicato e delle sfere di pescato del giorno (temari sushi). Si prosegue con una tagliatella tradizionale giapponese con caviale Oscietra e soba dashi di vongole, un crudo di calamaro sfrangiato, caviale, verdure croccanti e uovo di quaglia a seguire. Non poteva mancare l’otoro – la ventresca di tonno così amata e preziosa- presentata in carpaccio con salsa sumiso. Arriva un bao con king crab dell’Alaska e insalatina di radicchi marinati che anticipa un altro piatto incredibile: un manzo Wagyu sumibiyaki, cotto alla carbonella. Un piccolo pre dessert prepara a un dolce con marron glacé, yuzu e melogano.
Restando in famiglia, ma scegliendo una soluzione ancora più esclusiva e assolutamente unica in Italia, gli amanti del sushi possono pensare di prenotare uno degli otto posti al banco di IYO – Omakase. Il menu Omisoka del 31 dicembre è probabilmente un’esperienza ancora più alta e entusiasmante di quanto già non lo sia abitualmente una cena normale in questo tempio di cucina. Ingredienti dorati, la quinta essenza della tradizione giapponese proposta in una cornice di assoluto prestigio e autenticità.
Un leggero brodo di vongole e lupini apre le danze e preparo lo stomaco. Seguono una serie di piccoli antipastini – zensai – che prevedono anguilla e cetriolo, carbonaro nero dell’Alaska in salsa miso, abalone e radice di loto, ostrica al vapore con saké e caviale, patate dolci arrostite. Due i sashimi previsti: aragosta avvolta da chutoro e branzino. Segue una zuppa di berice rosso che lascia successivamente spazio a uno shabu shabu di Wagyu. Andando verso la conclusione si assaggiano 7 nighiri di pescato del giorno accompagnati da una zuppa di miso. Dolci e tè matcha chiudono il cerchio di una cena memorabile.
Viviana Varese e Ritu Dalmia nel loro indirizzo Italo – indiano SPICA di Via Melzo, propongono un menu di Capodanno estremamente vario e rappresentativo di diverse cucine dal mondo: taiwanese, giapponese, turca, greca, cinese, nepalese. Per ogni referenza è possibile avere più di una opzione vegetariana. Una piccola selezione di antipasti a centro tavola funge un po’ da benvenuto: dim sum con maiale cipollotto e zenzero e mini bao con gambero croccante e insalata di mango. L’uovo morbido con patate, topinambur, cotto nel dashi e parmigiano fa da apripista ai primi. Si può scegliere tra un “bottone”, ripieno di lenticchie e spezie indiane, con salsa Salan Hyberabadi o il riso cotto nel brodo di pollo arrosto, cicale di mare e pepe di Timut. Tra i secondi: merluzzo cotto con latte di cocco al curry verdure con cremoso di granoturco e rabarbaro o in alternativa un Borek turco vegetariano. Anche tra i dolci troviamo una doppia scelta tra il classico panettone con chantilly di mascarpone o un lingotto al mandarino con cioccolato bianco bruciato, sorbetto all’ananas e sambuca.
Non si tira indietro nemmeno per la notte di San Silvestro l’irrefrenabile Daniel Canzian, che nel suo ristorante, accoglie i clienti con un menu molto ricco, appetitoso e che spazia nella tradizione in puro stile mare e monti. Si parte con il suo marchio di fabbrica, ovvero l’aperitivo accompagnato da chicche e bon bon in cui troviamo delle cialde di mais con foie gras e mele cotte, un tartelletta di grano saraceno caviale ed erba cipollina e un uovo alla pavese. Segue un’insalatina di Trevigiana, scampi reali e tartufo nero. Un primo: agnolotti di fagiano con cime di rapa e tartufo bianco. Si passa poi ai secondi in cui il primo è di pesce, con astice in umido profumato con clementine e melagrana e una nocetta di vitello alla Orloff accontenta gli amanti della carne. Mousse ai mandarini e mentuccia con un soufflé di arance arrosto, gelato al panettone e ovviamente, rinforzino di lenticchie e cotechino allo scoccare della mezzanotte.
Se siete amanti di uno stile più rustico e di una cucina farm to table, sarete felici di sapere che Erba Brusca sarà aperto per la serata dell’ultimo dell’anno con un menu adatto a grandi e bambini. Alice Delcourt ha scelto di iniziare la serata con mazzancolle fritte e mayo al peperoncino. Si prosegue con focaccia e mortadella Zivieri e rafano insieme a un carpaccio di trota con insalata di rape marinate e dressing di miele, nduja e bergamotto. I primi sono due, uno più light con vellutata di prezzemolo, crème fraiche e cozze in escabeche e panure e un classico risotto al Montébore, balsamela – un condimento dolce-agro che ricorda l’aceto balsamico ma ottenuto dalla cottura del succo di mela – e timo. Di secondo, la spalla di Mora Romagnola cotta in forno a legna con crema di mele renette arrostite. Si chiude in perfetto stile a stelle e strisce con bread pudding e gelato al bourbon.
Passando invece a una selezione di indirizzi più dandy e meno focus strettamente sulla ristorazione, ci sono un paio di serate/evento più d’atmosfera e glamour che secondo noi dovreste conoscere. Il primo indirizzo è quello di Aethos Milano – oggi sotto nuova gestione dopo esser stato conosciuto come The Yard – chiude il 2021 con un menu di 6 portate che si conclude con il classico cotechino e lenticchie di mezzanotte. L’ispirazione è di stampo francese, con un buon mix di crostacei, cotture al forno e grassezza data da burro, noci e tartufo. Si comincia con ostrica e mela verde accompagnate da capesante gratinate alle erbe, salsa alle acciughe, puntarella e chips al nero di seppia. I main courses prevedono un risotto all’astice, gel di finocchietto selvatico e noci di macademia, una sogliola alla mugnaia con spinaci e tartufo bianco oltre a un filet mignon, carote baby al forno, cicoria saltata e demi-glace al tartufo. I dolci sono un po’ diversi dal solito: granita al limone basilico e frizzy pazzy e una pera candita con cioccolato e gelato alla vaniglia e caramello salato.
Nei vecchi spazi della storica discoteca Plastic (mitica unica e inimitabile) vive oggi un ristorante in assoluto stile pop e futuribile: il KILLER. Una gigantesca insegna al neon segna l’ingresso di questo ristorante con cocktail bar che fin da subito si è fatto conoscere per una cucina eclettica, carica di contaminazioni e difficilmente etichettabile. Per l’ultimo dell’anno è previsto il classico cenone con brindisi e per chi volesse, la possibilità di continuare i festeggiamenti nella privé per danzare “like there’s no tomorrow”! Questa seconda parte della serata è aperta anche a chi sceglie di non cenare presso il ristorante ma arriva dopo la mezzanotte e mezza. Tornando alle questioni di gusto, la cena parte con un calice di Franciacorta di aperitivo accompagnato da piccole amouse bouche dello chef. Si prosegue con tartare di ricciola, zafferano, borettane al pepe di Sichuan e brunoise di cetriolo. Si passa a delle croquette di baccalà mantecato con jus thai e menta, dei canederli di gambero e brodo di dashi. Qui si spezza il filone asiatico e abbiamo un risotto al Castelmagno, shiitake, scorza di cedro e riduzione di balsamico. Pausa: sorbetto al maracuja. Si riprende con guancia di vitello alla milanese con camomilla, jus al miso, patata ratta fondente e baby carrots. Infine il bacio del Killer fatto con pandoro e mousse al cioccolato che, invertendo la normale consecutio piatti, precede il cotechino con passata di lenticchie rosse e zabaione alla senape.
Restando in ambito di novità e progetti giovani, ci sembra giusto riportare la proposta di Desco, un nuovo moderno ristorante in pieno centro, proprio dietro piazza Cordusio. Lo chef Roberto Godi e il suo staff lavorano su una cucina di contaminazioni, strizzando l’occhio a vegetariani e vegani, dove al classico menu alla carta se ne affianca uno, di Desco Lab, molto più sperimentale ed estroso. Per la cena di San Silvestro, il menu è fatto di poche complesse portate. Si inizia con una tartare di manzo, porcini ostriche e lemongrass. Come main course dei ravioli di faraona con katsuobushi di manzo, caldarrosta, vino Porto bianco e royal di foie gras mentre di secondo un petto di anatra a chilometro zero con agrumi misti, la sua coscia confit alle cinque spezie, scampo crudo, cipollotto marsalato, mostarda di rabarbaro. Infine, un palloncino di cioccolato fondente, cannella, zenzero, funghi, arachidi e lamponi.
La nostra lista di indirizzi per festeggiare l’ultimo dell’anno sta volgendo al termine ma ci sembra giusto – come sempre – indicare alcune realtà di hotellerie di lusso nelle quali poter vivere esperienze altrettanto significative. Non solo per la qualità di cucina e servizio ma anche in termini di decoro e atmosfera, generalmente estremamente curati e con installazioni ad hoc a seconda del periodo. Sicuramente il Four Seasons Milano è uno degli indirizzi più incredibili in cui vivere al meglio l’atmosfera natalizia. Ancora una volta il setting è a cura di Vincenzo Dascanio che ha dato vita a una foresta: alberi sculturali, tronchi vetro effetto ghiaccio, chiome di bosco, mille lucine scintillanti che si mescolano con gli spazi storici e le decorazioni dell’hotel. Il cenone del 31 dicembre prevede un piccolo benvenuto con una serie di tapas: tonno scottato con salsa crudaiola, uovo di quaglia con crostino e tapenade di olive taggiasche, bigné al nero con formaggio e uova di salmone, tartelletta con stracciatella e gambero rosso. Segue un ceviche di ricciola con scampi marinati allo zenzero e lime, un salmone “upstream” in olio cottura, topinambur, melograno e spinacino alla senape. Come primi un immancabile risotto con ostriche e champagne, capperi e tartare di tonno. A seguire, dei ravioli del plin con rapa bianca e tartufo nero. Segue un vitello fondente come secondo, accompagnato da una purea di patate e cicoria. Prima del caffè e della sua piccola pasticceria, potrete gustare un goloso tartufo al cioccolato, variegato allo zenzero e ribes nero con cremoso di cioccolato Biskelia e cacao.
A poca distanza dal Four Seasons, un altro indirizzo assolutamente di livello è il Mandarin Oriental, in cui la cucina di Antonio Guida nasce per coccolare ospiti italiani e stranieri. Per l’ultimo dell’anno anche qui è previsto un leggero accompagnamento di musica Jazz e un menu da vera cena di gala. Tartare di manzo con ostrica, seppia e acqua di nocciole. Una royale di piccione segue, con salsa perigord, crema di erbe e mais. Risone – per differenziarsi – all’acciuga con tartare di scampi e tartufo bianco e, sempre tra i primi piatti, dei bottoni farciti di cassoeula, cannolicchi e verza. Due i secondi: morone con baccalà mantecato al tartufo, salsa allo shiso, aglio nero e cozze pelose e germano, presentato aromatizzato al lime, con crumble di pompelmo rosa, carote, tartufo e frutto della passione. Per non farsi mancare nulla c’è anche lo zampone, con anguilla e lenticchie! Si chiude – per chi resiste – con del cioccolato, chantilly al pepe di Jamaica e una salsa ai lamponi.
Con la scusa di raccontare il Capodanno in hotel, usciamo da Milano per portarvi in due regioni d’Italia diverse. La prima tappa è in Valle d’Aosta, precisamente a Courmayeur, nel regno di Paolo Griffa, executive Chef del Petit Royal ristorante. Uno degli chef italiani più giovani e più talentuosi del momento propone un menu raffinato e legato alla montagna con selvaggina, tartufo e fontina d’alpeggio. Dopo l’aperitivo di benvenuto si inizia con un soufflé di albume dal cuore morbido di fontina e tartufo bianco. Bouchèe à la reine (quello che volgarmente chiamiamo vol-au-vent ma di dimensioni più grandi, più sfogliato e iniettato di burro) di gamberi di fiume e sedano rapa e cinghiale. Come primo piatto un Riso blu e oro Marc Chagall che precede i due secondi di carne. Una faraona glassata al melograno con zucca e castagne e una lepre alla royal, insalata di patate di montagne. Come dolce una tarte soufflé al cioccolato, pralinato alla nocciola e clementine che accompagna un insolito panettone alle erbe.
Per chi non ama il freddo, la seconda regione in cui ci spostiamo è la Sicilia, meta dove lo chef Giancarlo Perbellini ha deciso di spostare la sua brigata veronese in occasione dei festeggiamenti del 31 dicembre. Locanda Perbellini a Mare si trova a Bovo Marina, a pochi passi dalla Valle dei Templi di Agrigento. Un menu stellato che rende omaggio alla Sicilia e alla tradizione culinaria della notte di San Silvestro servito in una location unica, affacciata sul mar Mediterraneo e riservata a soli 32 ospiti. La proposta di Giancarlo Perbellini prevede un percorso gastronomico ad hoc, scandito da otto portate a partire da due grandi classici, il caviale affumicato e zabaione ghiacciato e il celebre wafer al sesamo, tartare di branzino, caprino all’erba cipollina e sensazione di liquirizia. Si prosegue con uno scampo fritto crema di Ragusano e sottobosco al tartufo e una portata è dedicata al Tonno “Margherita”. Prima di passare ai primi si gusta la sogliola accompagnata da una spuma di crostacei alle erbe. Due i primi anche in questo caso: le mezze maniche, aglio, olio, peperoncino ed emulsione di mazzancolle e i ravioli di cappone, stracchino e gel di lenticchie. Il secondo è di carne e uno soltanto: il capriolo con mou al Nero d’Avola, patata all’arancio e purea di arachidi. In chiusura, la degustazione dei Divertimenti di Casa Perbellini.
Buon anno a tutti!