Questione di prioritàZaia annuncia che in Veneto non si faranno più i tamponi gratis ai No Vax

«Quando tu hai 3mila contagiati, si devono fare delle scelte», spiega il governatore leghista. Nelle Asl «siamo arrivati quasi al collasso» dei test, che servono anche per le scuole. Ma l’obbligo vaccinale sarebbe difficile da applicare: «Facciamo dei Tso a chi si rifiuta? In questo Paese dove non puoi nemmeno chiedere un documento di identità a una persona mica puoi prendere uno con la forza e vaccinarlo!»

Foto Claudio Furlan - LaPresse

Stop ai tamponi gratis ai No Vax in Veneto. Luca Zaia, governatore leghista, lo spiega in un’intervista alla Stampa: «Per noi il servizio al cittadino è inviolabile e non ci sono differenze di scelte vaccinali, però il problema è che ci sono le priorità e in questa fase con un’alta circolazione del virus siamo arrivati quasi al collasso dei tamponi per uso diagnostico. Noi siamo tra quelli che fanno più tamponi in Italia, sui 140mila al giorno. Però se quando tu hai, come nella giornata di oggi, 3.000 contagiati, si devono fare delle scelte. Per non parlare del fatto che i tamponi ci servono anche per le scuole: abbiamo quasi 500 contagiati tra gli studenti e dobbiamo monitorarli. Insomma, c’è una scala di priorità che va rispettata».

Il Veneto in questo momento i contagi sono in veloce risalita. «Nessuno ha la bacchetta magica», ammette Zaia, «però da noi la campagna vaccinale ha funzionato e basta un dato: se si paragonano i 3.000 contagiati al giorno di questo periodo con quelli dell’anno scorso, c’è un quarto delle persone in ospedale. La cosa più strabiliante è che l’80 per cento di quelli in terapia intensiva sono non vaccinati così come il 55 per cento degli ospedalizzati nei reparti normali. I non vaccinati però rappresentano solo il 14 per cento dell’intera popolazione in Veneto e quindi si capisce che tipo di incidenza, pesantissima, abbiano».

Secondo Zaia, però, la soluzione non è l’obbligo vaccinale, che non sarebbe facile da applicare. «Attenzione che perfino l’Oms la scorsa settimana ha parlato di un rischio muro contro muro. Per me l’obbligo vaccinale non ci porta da nessuna parte», dice. «Qualcuno dovrebbe spiegarmi come si attuerebbe l’obbligo vaccinale: facciamo dei Tso a chi si rifiuta? In questo Paese dove non puoi nemmeno chiedere un documento di identità a una persona mica puoi prendere uno con la forza e vaccinarlo! Penso che l’accompagnamento coatto alla vaccinazione non ci sarà mai».

In Germania lo hanno introdotto ma, fa notare Zaia, «faranno obbligo vaccinale sopra i 60 anni e per chi non aderirà prevedono una multa di cento euro al mese. Mi sembra una cosa ridicola, anche perché s’introduce una bella disparità tra ricchi che possono permettersi di non vaccinarsi e poveri che devono soccombere. Dopodiché stiamo parlando di Paesi, ci metto anche l’Austria, che non sono riusciti a vaccinare la maggioranza della popolazione».

Ieri, in effetti, Angela Merkel ha detto che le piacerebbe che la Germania fosse come in Italia. «Bisognerebbe andare a dirlo a tutti quelli che ci hanno fatto lezione sulla Germania dicendoci che lì sì che erano organizzati, che avevano una sanità all’altezza…si è visto», commenta il governatore. «Ma dove sono finiti tutti questi esperti? La Germania si è fatta cinque mesi di lockdown che noi non abbiamo mai fatto».

Zaia si dice d’accordo con il Super Green Pass. «Nasce dalla necessità di non chiudere e di salvaguardare la salute. Ricordiamoci che il passaggio dalla zona gialla, che ha minime restrizioni, a quella arancione, significa chiusura dei confini comunali e di un sacco di attività, come cinema, teatri, ristoranti, bar…», spiega. «Il Super Green Pass invece impedisce proprio che si facciano queste chiusure, garantendo l’accesso a quelli che si sono vaccinati o sono guariti».

Non tutti i leghisti però sono d’accordo, con alcuni che ancora sostengono le ragioni dei No Vax, mentre i governatori sono tutti allineati. «Intanto siamo un partito grande: abbiamo storie, estrazioni sociali e origini territoriali diverse, i dibattiti ci sono ovunque», ammette Zaia. «Ci sono rappresentanti di “intellighenzie” di altri partiti che addirittura vanno in tv a dire che sono contro i vaccini senza se e senza ma…. Noi nella Lega abbiamo fatto un ragionamento onesto: riconoscimento dell’efficacia dei vaccini e della campagna vaccinale, non c’è dubbio che la Lega sostenga le vaccinazioni e ci siamo chiariti anche sui Green Pass».

E sulla vaccinazione anche per i bambini tra i 5 e i 12 anni, dice che non fa «parte di quelli che vogliono essere perentori», ma «sappiamo: uno, che la comunità scientifica ci dice che si possono vaccinare; due, dico che devono decidere i genitori; tre, la valutazione di mettere in sicurezza i propri figli con la vaccinazione è sacrosanta ma noi adulti non possiamo nasconderci dietro la vaccinazione dei bambini per metterci il cuore in pace». Nel senso, aggiunge, «che è scandaloso che ci sia ancora un 25/30 per cento di adulti che devono vaccinarsi. Questo è il vero tema. Che qualcuno, come ho sentito, sostenga che vaccinare i bambini serva per andare a tamponare la quota degli adulti che si rifiutano, non lo tollero».

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