Fase dueIl governo Draghi riparte da bollette e pensioni

Oggi il primo consiglio dei ministri sulle misure anti-Covid. Il premier spingerà sulle riforme. Intanto ci sono cinque decreti legge da convertire. E Lega e Pd premono per ulteriori interventi contro il caro energia

Roberto Monaldo / LaPresse

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha davanti a sé 11 mesi, prima delle elezioni politiche del 2023, per rimettere mano alle misure contro il Covid, perfezionare l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza senza rischiare di perdere i fondi europei e completare il ciclo di riforme in cantiere. A cominciare – sottolinea Il Sole 24 Ore – dal riassetto delle pensioni che è al centro del primo importante appuntamento in agenda (al netto dei consigli dei ministri) previsto per il 7 febbraio con i sindacati.

Ma a poche ore dal trambusto politico che ha portato alla rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, i partiti politici sono già in pressing sul premier. Con una richiesta ben precisa che arriva sia da Matteo Salvini sia da Enrico Letta: intervenire ancora e subito contro il caro bollette affrontando il dossier magari insieme al nuovo scostamento di bilancio già nel consiglio dei ministri in calendario per oggi.

La prima riunione del governo, dedicata alle novità sulle misure anti-Covid e alle novità sulla scuola, sarà il primo banco di prova per i nuovi rapporti di forza tra Draghi e la maggioranza, indebolita dopo lo spettacolo offerto nella settimana di votazione per eleggere il presidente della Repubblica.

Oltre all’appuntamento con i sindacati sulle pensioni per riformare la legge Fornero, Il Sole 24 ore ricorda che a febbraio ci sono cinque decreti legge in scadenza che devono essere convertiti in legge. Ci sono poi da approvare le riforme legate al Pnrr, in primis quella sulla concorrenza, ma anche la delega fiscale attualmente all’esame della Camera. Ma il primo banco di prova sarà proprio su bonus, sostegni ter e caro energia.

Mentre Salvini ha chiesto un incontro a Draghi e vorrebbe accanto a sé anche il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. La richiesta del leader della Lega sarà di «un deciso intervento del governo, di almeno 30 miliardi di euro», per ridurre i costi di luce e gas. Niente di più lontano dalla tenuta sui conti pubblici che Draghi, insieme al ministro dell’Economia Daniele Franco, vuole perseguire. Anche in vista delle trattive in Europa sulla revisione del Patto di Stabilità.