Lo scacchiere per il QuirinaleBersani vuole un «partitone» di tutta la sinistra (o qualcosa di simile all’Ulivo)

Sul Colle, dice, «la verità è che siamo incartati sia sui nomi che sui criteri». E se Draghi dovesse lasciare Palazzo Chigi «non mi pare verosimile che il sistema regga». Eppure «ci si potrebbe anche accordare per andare avanti ancora un anno, a patto di iniziare a discutere di alcune grandi questioni prima del voto». Poi specifica che per non far vincere la destra, «io i Cinque Stelle li voglio nel nostro campo. Dobbiamo tifare per Conte»

(La Presse)

«Sì, Draghi è sicuramente in pole position per il Quirinale, pur con tutte le subordinate del caso». Lo dice al Corriere Pier Luigi Bersani, tra i fondatori di Articolo Uno. Ma secondo l’ex segretario del Partito democratico, andrebbe anche cercata un’alternativa. E invece, «la verità è che siamo incartati sia sui nomi che sui criteri e ci vorrebbe la mossa del cavallo, provare a metterci dal punto di vista di quello che si aspettano le persone comuni. Io penso questo: dobbiamo puntare su una persona seria, competente, che non si faccia portare a messa, come diciamo in Emilia (cioè che non si faccia condizionare, ndr). Uno che possa esercitare un po’ di autorità morale. Queste figure esistono. Per intenderci, cito una persona che non c’è più: l’ex presidente della Consulta Giuseppe Tesauro. Sarebbe stato perfetto. Se non lo si trova tra i politici, il nuovo presidente, guardiamo fuori. Auspicherei un po’ più di generosità verso un Paese disorientato».

Bersani ammette che stavolta il centrodestra ha «qualche carta in più». Ma sull’elezione di Silvio Berlusconi al Colle «vedo troppi inciampi, non mi sembra fattibile», dice. «Aggiungo però che pur avendo tutta la determinazione, tuttavia sa contare. Per il centrodestra, non certo per il bene del Paese, è persino doveroso dire che si sostiene Berlusconi. Nel loro mondo nessuno avrebbe fatto strada senza Berlusconi. Pare che Confalonieri abbia detto: ha fatto tanto per noi, ora noi faremo tutto per lui. È così».

Ma anche Bersani dice che se Draghi dovesse andare al Quirinale «non mi pare verosimile che il sistema regga. Non raccontiamoci la storia dei parlamentari attaccati alla poltrona, altrimenti non ci sarebbero mai state le elezioni anticipate. Insomma, dipenderà tutto dal voto sul Capo dello Stato. Ma ci si potrebbe anche accordare per andare avanti ancora un anno, a patto di iniziare a discutere di alcune grandi questioni prima del voto. Innanzitutto il lavoro, che è la nostra materia prima da mille anni. Sostenere che la scuola deve restare aperta scalda il cuore, ma vogliamo parlare di che cosa succede dopo gli studi? Ci rendiamo conto che da novembre del 2020 a quello del 2021 su 494 mila nuovi occupati 448 mila sono a termine? Abbiamo capito che una volta usciti dal Pnrr avremo miliardi di spesa corrente in più? Vogliamo parlare di precarietà, di salario e di un sistema fiscale generale e progressivo?».

Tutti argomenti validi per una piattaforma di sinistra. Ma ancora non si è capito se davvero Bersani con Articolo Uno rientrerà nel Partito democratico e quando. «Il campo progressista è un’alleanza solida tra i Cinque Stelle e una sinistra plurale riaggregata», spiega l’ex ministro. «Andando oltre quello che c’è. Guardando all’interno della società. Il nostro potenziale è maggiore di quello che esprimiamo. Mettiamo insieme un manifesto di pochi punti, che parta dal lavoro».

Bersani pensa a «un nuovo partitone come nuovo Pd andrebbe benissimo. E se non ci si riesce serve qualcosa di nuovo, come fu con l’Ulivo. Meno di un partito, ma più di un’alleanza. La risposta però tocca a loro. Al Pd».

Sull’alleanza con i Cinque Stelle, dice: «Quelli che nel centrosinistra li prendono come bersaglio concludano coerentemente: io voglio che vinca la destra. Conosciamo i problemi di un Movimento in cerca d’autore. Una volta incontrai Di Battista alla buvette e gli consigliai di andarsi a cercare in Rete, vista la sua dimestichezza con il mezzo, i testi sul Diciannovismo. Quindi mi è tutto chiaro. Ma io i Cinque Stelle li voglio nel nostro campo. Dobbiamo tifare per Conte».

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