Didattica a distanza fino a fine gennaio per permettere al sistema scolastico di gestire il ritorno a scuola senza rischiare l’impennata dei contagi. È questo il senso dell’appello promosso firmato da almeno 1500 presidi e indirizzato al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e ai presidenti delle regioni italiane.
I dirigenti scolastici chiedono almeno due settimane di sospensione delle lezioni in presenza per avere il giusto tempo per fare tre cose. Primo, permettere alle famiglie di far vaccinare i propri figli che ancora non hanno ricevuto la prima o terza dose. Secondo, garantire che le mascherine Ffp2 siano disponibili per tutti. Terzo, organizzare una campagna di testing articolata ed estesa per verificare se il sistema della Asl è in grado di praticare il giusto numero di tamponi e soprattutto di far conoscere il risultato entro poco tempo e non giorni dopo.
Ma il governo ha fatto sapere che la scuola riprenderà in presenza. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha spiegato in una intervista al Corriere della Sera che: «Il governo ha preso una decisione chiara: riprenderemo il 10 con le nuove regole che garantiranno maggiore sicurezza. La campagna vaccinale per la fascia 12-19 anni è già iniziata da tempo. Oltre il 70% è vaccinato. Con coerenza possiamo applicare regole diverse».