Il vero campo largoServe una coalizione riformista con Draghi premier anche dopo il ’23, dice Giorgio Gori

Nella sua intervista a Repubblica il sindaco dem di Bergamo propone la sua ricetta per rilanciare il Partito Democratico: mettere in secondo piano l’alleanza con i grillini, cercare il dialogo con le forze riformiste e costruire un’alleanza per continuare il percorso di governo, meglio se con lo stesso presidente del Consiglio

Foto Spada/LaPresse 21 settembre 2021

Prima cosa, far crescere il Pd coltivandone l’identità come forza del lavoro, dell’equità e della modernizzazione del Paese. Poi si ricostruisce il centrosinistra. E infine «si dialoga con i 5S, sperando che recuperino un assetto più stabile». È il piano del sindaco di Bergamo Giorgio Gori che, sottolinea nella sua intervista a Repubblica, vorrebbe per il suo partito «una chiara gerarchia delle relazioni». Tradotto: prima che con i pentastellati, il dialogo va fatto con «le diverse forze riformiste. Da lì si parte».

Il partito democratico ha bisogno allora di un campo largo, ma in un’altra direzione rispetto a quella seguita finora. Deve piuttosto coinvolgere le forze liberal-democratiche, gli ambientalisti e perfino «i riformisti di centrodestra», che al momento si trovano ingabbiati in una coalizione che non li rappresenta a pieno. Certo, molto dipende dalla legge elettorale con cui si andrà a votare.

«Se resta il maggioritario il quadro cambierà poco. Se invece matureranno le condizioni per una legge di tipo proporzionale – simile a quella tedesca, dove le maggioranze si formano a valle del voto sulla base di chiari impegni di governo – la situazione potrebbe cambiare» e la cosa migliore sarebbe «proseguire il percorso di modernizzazione e di rilancio avviato dall’amministrazione Draghi. Perché questo accada è auspicabile che le forze riformiste e socialiste lavorino insieme, come già succede in Europa».

E chi guiderà il nuovo esecutivo? Lo stesso Draghi. L’attuale presidente del Consiglio potrebbe governare anche oltre il ’23, magari con una maggioranza Ursula, «prospettiva che mi sembra auspicabile. Quando parlo della collaborazione tra i riformisti, dai socialisti ai liberali, alludo a uno schema che possa andare anche oltre gli schieramenti classici, relegando all’opposizione i populisti e le forze anti-europee».

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