Svolta moderataSecondo Mara Carfagna, il sovranismo è nemico del centrodestra

La ministra per il Sud e la Coesione territoriale spiega che è difficile costruire una forza centrista con questa legge elettorale. «La sola garanzia che vedo per il futuro della coalizione è che la cultura moderata torni a essere trainante»

(Dal Festival de Linkiesta)

Difficile costruire una forza di centro con questa legge elettorale. Ma il centrodestra deve andare in direzione opposta rispetto al sovranismo di Lega e Fratelli d’Italia. Lo dice alla Stampa Mara Carfagna, ministra per il Sud e la Coesione territoriale.

Il progetto politico a cui stanno lavorando Brugnaro, Toti e Renzi, «mi sembra che al momento sia in stand-by», dice la ministra. «Resto convinta che sia tecnicamente impossibile costruire una forza di centro con una legge elettorale che di fatto impone il bipolarismo».

Dove andranno quindi i moderati? «La vera domanda è: Matteo Salvini e Giorgia Meloni, con la cultura sovranista di cui sono portatori, sono in grado di tenere insieme un centrodestra di governo?», risponde Carfagna. «Sappiamo che Silvio Berlusconi e la cultura moderata ci sono riusciti per un ventennio consecutivo, sia da posizioni di governo sia di opposizione, e persino quando un pezzo dell’alleanza era al governo e un altro all’opposizione. La sola garanzia che vedo per il futuro della coalizione è che la cultura moderata torni a essere trainante».

Superato lo scoglio sulla giustizia, Carfagna ora non vede particolari «mine» sul futuro percorso del governo. «Ogni volta che si riunisce il Consiglio dei ministri ciascun partito della maggioranza deve decidere se lavorare per una soluzione nell’interesse del Paese o per piantare una bandierina nell’interesse del partito. Finora tutti hanno dimostrato maturità e credo che si proseguirà su questa linea». Sembra invece meno ottimista sulla tenuta del centrodestra e sulla capacità di Salvini e Meloni, «con la loro cultura sovranista», di mantenere unita la coalizione.

Quanto a Draghi, che si è smarcato dal ruolo di federatore dei centristi, dice: «Deve rimanere equidistante per il bene del governo». E aggiunge: «Ha fatto benissimo a troncare con una risposta secca speculazioni politiche e retroscena. Rischiavano, tra l’altro, di danneggiare il percorso del governo. Per portare a termine la missione di salvezza nazionale affidata a Palazzo Chigi ci serve una premiership equidistante dai partiti e dalle formule politiche».