«La Russia ha invaso in modo barbarico e illegale l’Ucraina. È un attacco alla sicurezza europea». Lo dice al Corriere il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, che dal 2009 al 2014 è stato premier della Lettonia, ex repubblica sovietica entrata nell’Unione dal 2004.
«La situazione è molto tragica e preoccupante», spiega. «Dobbiamo fare di tutto per fermare la Russia: sanzionarla, mettere la massima pressione e fare tutto quello che possiamo per sostenere l’Ucraina. Questo non riguarda solo Kiev ma l’intera architettura della sicurezza europea. La Russia non fa mistero dei suoi piani, la sua politica di espansione continuerà. Se non fermiamo Putin adesso e avrà successo in Ucraina, andrà avanti. È una preoccupazione molto tangibile in Lettonia e nei Paesi Baltici, potremmo essere noi i prossimi a essere aggrediti. Ma i Paesi Baltici sono membri della Nato e questo fa la differenza, sono sotto la protezione della Nato».
Bruxelles, spiega Dombrovskis, sta aiutando Kiev «in tutti i campi: sostegno politico, militare, economico e finanziario, aiuto umanitario. Gli Stati membri stanno fornendo armamenti all’Ucraina e l’Ue ha preso per la prima volta nella sua storia la decisione di finanziare con 450 milioni di euro attrezzature militari e con 50 milioni attrezzature sanitarie e carburante. Pochi giorni fa abbiamo annunciato un nuovo pacchetto di aiuti umanitari da 500 milioni per l’Ucraina e per i Paesi limitrofi che stanno accogliendo i rifugiati: saranno in milioni a scappare dalla guerra. Abbiamo fornito assistenza macro-finanziaria per 1,2 miliardi. Oggi (ieri) ho firmato il memorandum. Abbiamo già annunciato un altro programma di assistenza macro-finanziaria. Ci stiamo coordinando con i nostri partner internazionali, anche il Fondo monetario internazionale sta lavorando su possibili nuovi programmi con donatori bilaterali, inclusi gli Usa, il Canada e altri Paesi. I bisogni finanziari dell’Ucraina diventeranno enormi di fronte alla massiccia distruzione causata dalla guerra russa».
Intanto, «oltre alle sanzioni già decise tra cui tre pacchetti massicci in campo finanziario che stanno già mostrando gli effetti – il mercato finanziario russo è al collasso –, all’Ecofin abbiamo discusso della possibilità di Mosca di aggirare le sanzioni attraverso criptovalute e usando il sistema finanziario bielorusso. Questo va bloccato. C’è la possibilità di fare di più in tutte le direzioni, stiamo valutando anche il settore energetico».
Certo, ammette il vicepresidente della Commissione Ue, «le sanzioni e le contro-misure che prenderà la Russia, alcune le ha già prese, avranno un impatto. Le nostre stime prevedevano una crescita del 4% quest’anno per l’Ue, è probabile un rallentamento ma non ci aspettiamo che venga bloccata. Ci sarà un periodo di inflazione elevata causata dai prezzi dell’energia più alti dovuti alla guerra oltre che dall’interruzione delle catene di approvvigionamento. È difficile fare una valutazione quantitativa esatta in questo momento perché la situazione è in rapida evoluzione. Cercheremo di mitigare gli effetti negativi delle sanzioni ma è il prezzo da pagare per la democrazia e la pace».
Nello specifico, «la prossima settimana la Commissione presenterà una comunicazione sull’energia. Ci sono misure per il sostegno immediato e misure che possono ridurre la nostra dipendenza dal gas russo, tra cui acquisti congiunti di gas e la creazione di stoccaggi strategici. Dal punto di vista fiscale, nelle linee guida di bilancio appena pubblicate abbiamo annunciato che non imporremo la regola di riduzione del debito di un ventesimo all’anno (la regola stabilisce che la quota di debito oltre il 60% sul Pil deve essere ridotta di 1/20 all’anno, ndr). E suggeriamo di mantenere la stessa posizione fiscale aggregata perché se l’emergenza Covid in molti Paesi sta finendo ci saranno le conseguenze della guerra quindi suggeriamo di riallocare alcune misure di sostegno. C’è una grande incertezza, dobbiamo essere flessibili e aggiustare la nostra politica fiscale in base ai bisogni».
E il Patto di stabilità? «In base alle stime attuali tornerà nel 2023, ma la decisione sarà riconsiderata sulla base delle previsioni economiche di primavera. Sul futuro delle regole fiscali ci sarà una discussione al vertice informale dei leader Ue della prossima settimana. La Commissione cecherà di trovare un terreno comune e presenterà una proposta a metà anno».