Questa settimana due notizie si intrecciano e fanno riflettere su quanto il mondo del cibo stia cambiando. La prima riguarda Burger King: il colosso degli hamburger apre il suo primo ristorante vegetariano a Londra.
A Leicester Square bandite le proteine di origine animale, con il panino iconico della catena, il Whopper, che diventa interamente vegano. L’esperimento è a termine, fino al 10 aprile, con l’obiettivo di valutare l’interesse dei clienti per i prodotti senza carne per decidere poi se renderli permanenti o meno.
Venticinque diverse proposte vegane, con le polpette di The Vegetarian Butcher, o la finta pancetta del foodtech francese La Vie. Alle ricette tradizionali rivisitate, si aggiungono nuove proposte, come la gamma di hamburger katsu, ispirata alla cultura giapponese, e i nuovi hamburger XL a base di formaggio dell’azienda greca Violife. Entro il 2030 Burger King vuole arrivare ad avere metà del suo menu con prodotti a base vegetale, ha affermato Katie Evans, responsabile marketing del gruppo nel Regno Unito.
Un cambiamento epocale, che si incrocia con l’apertura a Milano di un ristorante di sola carne dry aged, distillati e vini impegnativi, dove si potranno fumare sigari pregiati e che sarà un club per signori, o almeno così recita la scritta all’ingresso. Sì, possono entrare anche le signore, ma insomma la proposta ha un taglio decisamente maschile. L’apoteosi del politicamente scorretto o la difesa di una nicchia di mercato che a breve non saprà più dove andare a godersi una bistecca?
Se ci pensiamo, parlare di cibo sta diventando sempre più un problema semantico e filosofico, e la cancel culture sta colpendo anche questo settore: a tavola meglio evitare polpi, sono esseri senzienti, il foie gras è il male assoluto ed è bandito da tempo, addirittura alcune città l’hanno reso fuori legge. Ma non sono solo gli ingredienti a scomparire, ci sono anche espressioni che storicamente sono state utilizzate e che oggi non possiamo più usare a cuor leggero.
«Se non ti va, lascialo» Ma come? E lo spreco? Non vorrai pesare sul mondo più di quanto già non succeda! Non solo devi finirlo, ma devi cucinare anche lo scarto che prima buttavi.
«Mangia la minestra o salta dalla finestra»: sei pazzo? Sono celiaco, vegano, intollerante al nichel, al lattosio, all’albumina. Sono lattovegetariano, reducetariano, fruttariano, crudista.
«Mangia e taci» ma lo sai che la scienza sta sempre più dimostrando che il dialogo aiuta la percezione del cibo e le sue funzioni sociali sono importantissime? Posso mangiare senza esprimermi liberamente?
Interrogarci su cosa mangiamo, e soprattutto su cosa non vogliamo, possiamo, dobbiamo mangiare sta diventando un affare sempre più problematico. In fondo, è un buon segno: significa che almeno per la nostra fortunata parte del mondo avere cibo a sufficienza e poterlo scegliere non è più un problema.