Local e globalLe app del cibo che aiutano i piccoli produttori

La rete ha trasformato profondamente anche il settore dell’enogastronomia, consentendo a start up e microimprese di vendere le loro creazioni dall’altra parte del mondo e a noi consumatori di avvicinarci a prodotti di nicchia altrimenti irraggiungibili

Durante la pandemia c’è stato tanto fermento enogastronomico e Simon Beckerman, il fondatore di Depop (il marketplace per la moda, il pre-loved e il vintage, venduto poi al colosso Etsy) se n’è accorto. Dalla moda si è dato al food creando un’app dal cuore hipster: si chiama Delli Market, per ora operativa e in fase di sperimentazione solo a Londra, ma l’intento è di ampliare il raggio d’azione entro un anno. Per Beckerman tutto parte dall’idea che le persone amano fare storytelling e condividere le loro nuove scoperte sul cibo, basti pensare ai social e a chi in effetti condivide quasi ogni giorno quello che mangia al ristorante, i prodotti che acquista e usa per cucinare, etc. E più il produttore è piccolo e di nicchia, meglio è. In effetti, sbirciando sul profilo Instagram di Delli (l’app non è ancora scaricabile in Italia), si scoprono tante chicche londinesi. Come Cha Dong, che ogni giorno prepara bottiglie di milk tea, con un packaging da urlo, in piccole quantità, proprio come si fa abitualmente a Hong Kong. A produrlo sono Cassandra e Lawrence, che hanno anche un altro lavoro, e il procedimento artigianale è piuttosto laborioso. Anche per Speck London, “small batches” (piccole quantità) è la parola chiave: fanno condimenti fermentati e sottaceti a base di alghe marine, che Melanie, l’ideatrice del business, raccoglie alle British Isles. Oppure c’è Maya che ha iniziato a sfornare hot cross buns, cookies e pagnotte con il lievito madre mentre era in maternità durante il primo lockdown; per gestire gli ordini ha creato un gruppo WhatsApp e oggi è tra gli artigiani più amati e richiesti di Delli.
Per ora in Italia non esistono servizi identici (anche perché le cosiddette Imprese alimentari domestiche sono soggette a limitazioni normative e sanitarie per la produzione e la vendita di prodotti fatti in casa), ma esistono piattaforme che mettono in contatto chi vuole acquistare prodotti al di fuori del circuito della grande distribuzione e chi li produce, senza avere un e-commerce strutturato.

Partiamo da Italian Delights, un nuovo servizio che da fine 2021 (e dopo l’esperienza della start up Piedmont Delights fondata nel 2017) connette gli appassionati dell’enogastronomia italiana con i migliori artigiani del gusto e le loro creazioni. Dai formaggi d’alpeggio ai salumi artigianali, passando per vini e distillati della tradizione. Il suo fondatore, Nikas Bergaglio ha 33 anni e punta a promuovere il patrimonio culinario italiano in tutto il Paese, ma anche nel mondo. «Più che ai colossi della distribuzione ci ispiriamo a quelle realtà che hanno saputo dar valore alle maestrie dell’artigianato italiano» spiega Bergaglio. «La storia di Italian Delights nasce dalla passione per il buon cibo e la volontà di dare un aiuto concreto ai piccoli produttori locali, che spesso faticano a raccontarsi al di fuori del loro perimetro e scelgono di affidarsi ai grandi distributori, con politiche di prezzo non sempre oneste e accessibili. Sfruttiamo le potenzialità del web per portare queste eccellenze in tutto il mondo, dando risalto non ai numeri, ma alle persone. Nelle prime settimane di attività, andavamo direttamente dai produttori locali, acquistando i prodotti pronti per essere spediti in tutta Italia. Parallelamente, abbiamo portato avanti una ricerca maniacale per trovare il packaging perfetto e dopo molti prototipi abbiamo scovato la formula giusta».

Anche Foodbarrio è un social e-commerce del food, con tanto di app gratuita, e punta sul cibo regionale privilegiando i prodotti introvabili, come i legumi antichi (la roveja), i vini speziati, i formaggi affinati o gli aceti balsamici invecchiati 30 anni. Si possono seguire i produttori preferiti, chattare con loro, condividere recensioni e ricette e trattare il prezzo, proprio come si farebbe nelle botteghe di paese, grazie alla funzione “Fai un’offerta”. E per ottenere un prezzo ancora più allettante è possibile effettuare acquisti di gruppo.

Per chi ama le produzioni di nicchia c’è anche Foodoteka dove si può trovare il pane di un forno dell’entroterra toscano, il pescato locale di una pescheria di Bisceglie (Bt), le carni chianine e suine di una macelleria delle Foreste Casentinesi. Un giro d’Italia di prelibatezze a portata di clik.

E il mondo del vino online non è da meno. Per chi cerca produzioni di nicchia, Vinevo è una vera e propria guida per i consumatori curiosi di assaggiare prodotti enogastronomici d’eccellenza Made in Italy. Il progetto nasce a giugno 2020 da un’idea di Alessandro Magno, dirigente di un’azienda editoriale da sempre appassionato di enogastronomia, che in piena pandemia da Covid-19 immagina di avviare una nuova attività attenta all’ambiente e alle persone, capace di valorizzare l’unicità e la bellezza del patrimonio vitivinicolo italiano. Magno condivide subito il progetto con alcuni soci, tra cui Italo Maffei, selezionatore di vini di produttori d’eccellenza per oltre 25 anni, Enrico Poretti, già marketing manager in alcune delle maggiori aziende dell’entertainment, e Francesco Saviano, sviluppatore e fondatore di un’agenzia web di successo a Milano. Il funzionamento è semplice: attraverso un algoritmo di raccomandazione sensoriale, sviluppato con la consulenza scientifica del Sensory and Consumer Lab dell’Università Statale di Milano, la startup milanese offre ogni mese una box personalizzata sui gusti dei clienti. Le tre bottiglie incluse in ciascuna wine box vengono selezionate dagli esperti di Vinevo seguendo ogni mese un tema diverso – dai vitigni autoctoni, ai vini vulcanici, alle donne del vino italiane – con l’obiettivo di rendere l’esperienza di degustazione anche un progetto culturale di conoscenza e condivisione del patrimonio vitivinicolo del Belpaese.

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