Non è la prima volta che ci ritroviamo a parlare di caffè sul nostro giornale e questo è dovuto in parte ad una crescita sempre maggiore del fenomeno specialty coffee nel mondo consumers ma sicuramente anche a una effettiva carenza nozionista da parte di chi questa bevanda la sceglie, la compra e la beve. Gianni Tratzi, dopo anni trascorsi in Marzocco e in altre importanti realtà del settore, è uno dei massimi esperti di grani, macinatura, tostatura, varietà di caffè che si possano interpellare in Italia. Uno dei pochi a conquistare il brevetto da Q Grader, un riconoscimento introdotto da Coffee Quality Insitute nel 2003 che funge da certificazione professionale per degustatori di caffè. Un percorso intensivo di sei giorni, con lezioni ed esami, articolato in 19 prove specifiche su diverse aree tematiche. «Mi sono reso conto che sul tema caffè c’è moltissima confusione. E il fatto che ora sempre più bar e ristoranti se ne stiano interessando con più coscienza di causa, introducendo la realtà dello specialty e monorigini selezionate, non ha fatto altro che aumentare falsi miti e informazioni imprecise. Ci sono tanti luoghi comuni che vanno sfatati e c’è urgenza di fare chiarezza. Perché in fondo – e ne ho fatto anche il claim di Mezzatazza, la mia società di consulenza – il caffè è una cosa semplice».
Tazzine, un nuovo progetto sul caffè in partenza venerdì 29 aprile, nasce dalla volontà di Gianni Tratzi e Chiara Buzzi – imprenditrice e giornalista nella vita reale e divulgatrice del settore food and beverage sui social – di iniziare a dare delle risposte alle tante domande comuni e frequenti su questa bevanda. «Come spesso avviene, ci siamo ritrovati in più occasioni a scambiarci opinioni e battute sul tema e, un po’ per trovare un pretesto per collaborare un po’ per fissare un punto di inizio, abbiamo creato Tazzine» ci racconta Chiara. «Anche io, che sono una consumatrice media di caffè e indubbiamente una persona che per lavoro e per passione non può ignorare questa nouvelle vague, mi rendo conto di aver avuto le idee spesso confuse e tanti interrogativi irrisolti». Perché dunque non provare ad analizzare il tema partendo dalle sue origini, da un punto di vista geografico e culturale, per arrivare a raccontare come il caffè viene trattato, consumato e percepito oggi? Un prodotto che troppo spesso viene descritto nella sua fase finale, quando è già arrivato nelle singole torrefazioni o nelle nostre case. Come ogni materia prima, ogni chicco di caffè ha una storia alle sue spalle che lo caratterizza e lo rende diverso dagli altri. La filiera del mondo caffè è forse una delle più lunghe e articolate e sono troppo pochi coloro che riflettono con consapevolezza su quali e quante lavorazioni ci sono prima di arrivare a quel liquido bollente versato nelle nostre tazzine.
Un progetto pilota per sondare l’interesse di una community – quella che sui social segue con costanza @mezzatazza @sulaclaire e @giannitratzi – attraverso tre dirette Instagram aperte a tutti. Il quarto appuntamento a conclusione del format, sarà invece un workshop live ( a numero chiuso e a pagamento) dove i partecipanti avranno modo di toccare con mano il caffè. Nel senso letterale del termine: dal chicco al macinato, imparando ad usare gli strumenti corretti, lavorando a temperature controllate e arrivando quindi a farsi un caffè “come si deve”. Dal vivo, anche il momento degustazione sarà affrontato non solo su basi teoriche ma proprio nel tentativo di individuare le caratteristiche che tutti dovremmo ricercare in un buon caffè non solo in bocca ma anche visivamente.
Un progetto di comunicazione trasversale, che nasce digitale e che termina in presenza, per affrontare un tema davvero caro a tutti e allo stesso tempo nebuloso ancora per molti. Possiamo auspicare ad un consumo di caffè più etico – concedeteci il termine – per gli anni a venire? Forse è ancora presto per dare delle risposte ma sicuramente questo è un piccolo passo in avanti.