In arrivo un fondo per le impreseVia libera al Def, ma i partiti chiedono più deficit

Camera e Senato hanno approvato la risoluzione di maggioranza sul Documento di economia e finanza che prevede un nuovo pacchetto di aiuti economici intorno ai 5-6 miliardi di euro, con l’invito al governo di procedere a un nuovo scostamento di bilancio «se peggiorerà lo scenario economico». Contrario Mario Monti: «La politica non giochi con il debito»

La risoluzione di maggioranza sul Documento di economia e finanza è stata approvata prima alla Camera, poi al Senato a larghissima maggioranza. Con l’invito al governo a procedere a un nuovo scostamento di bilancio «qualora si verifichi un peggioramento dello scenario economico». Che, in realtà, è già in atto.

Per farvi fronte arriverà nelle prossime ore un nuovo decreto da circa 5-6 miliardi. Tra le misure principali, ci saranno la proroga degli sconti sulla benzina che scadono il 2 maggio, il rinnovo degli interventi contro il caro bollette ma anche il rinvio al 30 settembre della scadenza del bonus 110% per le bollette unifamiliari. Ma soprattutto nel nuovo decreto ci saranno ulteriori aiuti alle imprese in sofferenza.

In particolare – spiega Il Sole 24 Ore – si sta studiando al ministero dello Sviluppo economico e al ministero del Tesoro un Fondo ristori per le imprese più danneggiate dagli effetti economici della guerra russa in Ucraina. Il meccanismo dei sostegni, come fu per il Covid, potrebbe basarsi su parametri e fasce relative all’attività economica dell’azienda. Ma vanno chiarite risorse a disposizione e criteri. Una delle ipotesi che circola è legare gli aiuti alla carenza e ai rincari delle materie prime. Il ministero degli Esteri invece lavora sul fronte del mancato export in Russia.

Nei 12 punti della risoluzione approvata con 412 voti è rientrata gran parte della lista delle priorità avanzata dai partiti. Ma il punto decisivo su cui si è registrata la convergenza tra maggioranza e governo è stato soprattutto quello in cui si indica al governo la strada dell’aumento del deficit per compensare gli effetti della crisi. Richiesta, questa, sostenuta da quasi tutti, sia pure con sfumature diverse.

Tra le voci contrarie, quella dell’ex premier e senatore a vita Mario Monti, che ha dichiarato il proprio no alla risoluzione proprio a causa della richiesta di fare maggiore debito. Posizione che Monti ribadisce in un’intervista alla Stampa. La sua decisione – spiega – nasce dalla convinzione «di poter favorire una maggior resistenza del governo alle pressioni molto forti, che non si fermeranno qui, di una politica e di un parlamento intenzionati a risolvere ogni problema con disavanzo e debito».

Superare la pandemia e gli effetti dell’Ucraina «richiede serietà e rigore. Invece non si coglie che sono segnali del mondo che cambia. La serietà della politica è bassissima nel tempo in cui dovrebbe s’impone un salto di qualità. Continuiamo con ritornelli non credibili. Dovremmo comportarci più da adulti», ribadisce. «Il Paese con il debito pubblico più alto non può giocare con ipotesi di scenari mondiali in cui il debito non sarebbe un problema. Rischiamo di incassare un brutto pugno. Uno dei diversi rapporti del Fmi dice che l’aumento dei tassi potrebbe rendere più precaria la stabilità finanziaria. Noi saremmo più colpiti». E poi conclude: «Ho capito che il governo non volesse lo scostamento. Ho deciso di provare ad aiutarlo a tenere a bada le esigenze anche pre-elettorali di tutti i partiti del Parlamento».

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